Ricorso in Cassazione: Guida Pratica all’Inammissibilità
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un’opportunità cruciale per contestare una sentenza. Tuttavia, l’accesso a questa fase non è automatico e richiede il rispetto di regole procedurali molto rigide. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come un ricorso mal formulato possa essere dichiarato inammissibile, con conseguenze significative per il ricorrente. Analizziamo insieme questo caso per capire quali errori evitare.
I Fatti del Caso
Un imputato, a seguito di una condanna confermata dalla Corte d’Appello di Palermo, decideva di presentare ricorso in Cassazione. Le sue argomentazioni si concentravano principalmente sulla contestazione della valutazione operata dai giudici di merito riguardo la concessione delle attenuanti generiche e il riconoscimento della recidiva. In sostanza, la difesa chiedeva alla Suprema Corte di riesaminare elementi già ampiamente discussi e decisi nei precedenti gradi di giudizio.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza numero 21429 del 2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non è entrata nel merito delle questioni sollevate (cioè, non ha stabilito se le attenuanti andassero concesse o meno), ma si è fermata a un livello precedente, quello procedurale. La Corte ha stabilito che i motivi presentati non erano ammessi dalla legge per un giudizio di legittimità, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni: Perché il ricorso in Cassazione è stato respinto?
La decisione della Corte si fonda su principi cardine della procedura penale. I giudici hanno evidenziato tre principali vizi che hanno portato all’inammissibilità del ricorso.
Motivi di Fatto e non di Diritto
Il primo e fondamentale errore è stato quello di presentare ‘doglianze in punto di fatto’. La Cassazione non è un terzo grado di merito; non può rivalutare le prove o sostituire il proprio apprezzamento a quello dei giudici dei gradi precedenti. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge (‘errori di diritto’). Chiedere alla Corte di riconsiderare perché le attenuanti generiche non siano state concesse sulla base degli elementi presentati è un’istanza di merito, non di legittimità.
Ripetitività delle Argomentazioni
Un altro motivo di inammissibilità risiedeva nel fatto che il ricorso era ‘meramente riproduttivo’ di censure già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. I giudici di secondo grado avevano già fornito una motivazione logica e giuridicamente corretta per le loro decisioni. Riproporre le stesse identiche argomentazioni in Cassazione senza individuare un vizio di legge specifico nella sentenza impugnata rende il ricorso superfluo e, quindi, inammissibile.
Genericità e Astrattezza dei Rilievi
Infine, il ricorso conteneva rilievi astratti e non specificamente collegati alla sentenza. Ad esempio, si menzionavano questioni come la pena base fissata nel minimo edittale o l’aumento per la recidiva come se fossero errate, senza però spiegare dove risiedesse l’errore di diritto, dato che tali parametri sono fissati dalla legge stessa. Un ricorso in Cassazione deve essere specifico e indicare con precisione la violazione di legge commessa dal giudice di merito.
Le Conclusioni: Lezioni Pratiche per un Ricorso Efficace
Questa ordinanza ribadisce una lezione fondamentale: il ricorso in Cassazione è uno strumento tecnico che deve essere utilizzato con precisione. Non è un’ulteriore occasione per ridiscutere i fatti, ma un controllo sulla legalità della decisione. Per avere successo, un ricorso deve concentrarsi esclusivamente sui vizi di legge, dimostrando in modo chiaro e specifico dove e come il giudice di merito abbia sbagliato nell’interpretare o applicare una norma. In caso contrario, il rischio concreto è una declaratoria di inammissibilità, con l’ulteriore aggravio delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando non rispetta i requisiti di legge, ad esempio perché solleva questioni di fatto anziché di diritto, è una mera ripetizione di motivi già respinti nei gradi precedenti, oppure è generico e non individua specifiche violazioni di legge.
Cosa significa che la Cassazione è un ‘giudice di legittimità’ e non ‘di merito’?
Significa che la Corte di Cassazione ha il compito di verificare la corretta applicazione delle norme di legge da parte dei tribunali e delle corti d’appello, ma non può riesaminare le prove o ricostruire i fatti del processo. Questo secondo compito spetta esclusivamente ai giudici di merito.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
In base alla decisione esaminata, la persona che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 21429 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 21429 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 12/04/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME nato a PALERMO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 15/09/2023 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
n. 108 R.G. n. 43945/23
OSSERVA
Ritenuto che i motivi dedotti nel ricorso non sono consentiti dalla legge in sede di legittimità, perché costituiti da doglianze in punto di fatto e meramente riproduttive di profili di censura già adeguatamente vagliati e disattesi con corretti argomenti giuridici dal giudice di merito (si veda, in particolare, pag. 2 dove la Corte di appello ha indicato, con motivazione esente da rilievi in sede di legittimità, gli elementi ostativi alla concessione delle attenuanti generiche, che pertanto venivano ad assorbire ogni altro elemento indicato dalla difesa; pag. 2 sulla ritenuta recidiva, basata su motivazione non apparente o errata in diritto) ovvero da rilievi non oggetto di specifico appello e comunque astratti rispetto al caso concreto (la pena base era fissata nel minimo edittale; non vi sono reati satellite; l’aumento per la recidiva qualificata è fissato dalla legge);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 1/O472024.