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Ricorso in Cassazione: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 44377/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso in Cassazione poiché proposto e sottoscritto personalmente dall’imputato e non da un difensore iscritto all’apposito albo speciale. La Corte ha sottolineato che, ai sensi dell’art. 613 c.p.p., tale requisito formale è inderogabile a pena di inammissibilità, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: La Firma dell’Avvocato è Indispensabile

Nel complesso mondo della procedura penale, le regole formali non sono meri cavilli, ma garanzie fondamentali per il corretto svolgimento del processo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio cruciale: il ricorso in Cassazione deve essere redatto e sottoscritto da un avvocato abilitato, altrimenti è inammissibile. Analizziamo insieme questa decisione per capire perché questo requisito è così stringente e quali sono le conseguenze per chi non lo rispetta.

I Fatti del Caso

Un imputato, a seguito di una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Trieste, decideva di presentare ricorso presso la Suprema Corte di Cassazione. Tuttavia, l’atto di impugnazione veniva redatto e firmato personalmente dall’imputato stesso, senza l’assistenza tecnica e la sottoscrizione di un difensore iscritto nell’albo speciale dei patrocinanti in Cassazione. La questione giungeva quindi al vaglio della Suprema Corte, chiamata a valutare la validità formale del ricorso.

La Decisione della Corte di Cassazione

Con l’ordinanza in esame, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione è stata netta e non ha lasciato spazio a interpretazioni: la mancanza della firma di un difensore abilitato costituisce un vizio insanabile che impedisce alla Corte di esaminare il merito delle questioni sollevate. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende.

Le motivazioni alla base della dichiarazione di inammissibilità del ricorso in Cassazione

La Corte ha fondato la sua decisione sull’articolo 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103 del 2017. Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che l’atto di ricorso, le memorie e i motivi nuovi devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

I giudici hanno chiarito che la natura del ricorso per cassazione richiede una competenza tecnica specifica, che solo un avvocato cassazionista può garantire. Il ricorso, infatti, non riguarda una nuova valutazione dei fatti (come avviene in appello), ma un controllo sulla corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità).

È stato inoltre precisato che eventuali “escamotage” non possono sanare questo vizio. La Corte ha ritenuto irrilevante sia l’eventuale autenticazione della firma dell’imputato da parte di un legale, sia la sottoscrizione del difensore “per accettazione” del mandato. Tali atti, infatti, non attribuiscono la paternità giuridica del ricorso al professionista, che rimane un atto personale dell’imputato e, come tale, invalido.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante monito: il percorso verso la giustizia è scandito da regole precise che non possono essere ignorate. Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio e richiede un livello di specializzazione tecnica elevatissimo. La legge impone che a redigere e firmare l’atto sia un professionista qualificato, non per un mero formalismo, ma per assicurare che le argomentazioni legali siano presentate in modo corretto ed efficace. Affidarsi al “fai da te” in questa fase non solo è inutile, perché porta a una sicura dichiarazione di inammissibilità, ma è anche dannoso, comportando la condanna a sanzioni economiche e la perdita definitiva della possibilità di far valere le proprie ragioni davanti alla Suprema Corte.

Un imputato può presentare personalmente un ricorso in Cassazione?
No, l’articolo 613 del codice di procedura penale stabilisce che il ricorso deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.

Qual è la conseguenza se un ricorso in Cassazione è firmato solo dall’imputato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina il merito della questione e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende.

L’autenticazione della firma dell’imputato da parte di un avvocato rende valido il ricorso?
No, la Corte ha chiarito che l’autenticazione della firma o la sottoscrizione del difensore ‘per accettazione’ del mandato sono irrilevanti. Questi atti non trasferiscono la titolarità del ricorso al difensore, che rimane un atto personale dell’imputato e quindi inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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