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Ricorso in Cassazione: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso in materia penale poiché presentato personalmente dall’imputato e non sottoscritto da un difensore abilitato. La decisione ribadisce la regola inderogabile, introdotta dalla riforma del 2017, che impone la firma di un avvocato iscritto all’albo speciale per la validità del ricorso in Cassazione. L’appellante è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: la firma dell’avvocato è un requisito essenziale

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione, l’ordinanza n. 45343/2024, ha riaffermato un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso in Cassazione deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un avvocato iscritto all’apposito albo speciale, pena l’inammissibilità. Questa decisione sottolinea l’importanza del rispetto delle formalità procedurali e il ruolo tecnico del difensore nel giudizio di legittimità, un ambito caratterizzato da un’elevata complessità giuridica.

I fatti del caso

La vicenda processuale ha origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bari. L’atto di impugnazione, tuttavia, presentava un vizio formale decisivo: era stato proposto e sottoscritto personalmente dall’imputato, senza l’assistenza e la firma di un legale abilitato al patrocinio dinanzi alla Suprema Corte. La Corte di Cassazione si è quindi trovata a dover valutare, prima ancora del merito della questione, la validità stessa dell’atto introduttivo del giudizio.

La decisione della Corte sul ricorso in Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione è netta e si fonda su una regola procedurale chiara e inderogabile. I giudici hanno agito senza particolari formalità, applicando una procedura semplificata prevista per i casi di manifesta inammissibilità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende, come previsto in questi casi.

Le motivazioni: perché la firma dell’avvocato è essenziale

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103 del 2017. Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che l’atto di ricorso, le memorie e i motivi nuovi devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’albo speciale della Corte di Cassazione. La Corte ha richiamato anche un precedente fondamentale delle Sezioni Unite (sentenza n. 8914 del 2017), che aveva già consolidato questo principio. La ratio della norma è duplice: da un lato, garantire un filtro tecnico per evitare ricorsi infondati o mal formulati; dall’altro, assicurare che il giudizio di legittimità, per la sua natura peculiare e l’elevato livello di complessità, sia gestito da professionisti con una specifica competenza. Non si tratta di una mera formalità, ma di un presidio a garanzia della corretta amministrazione della giustizia e della funzione stessa della Corte di Cassazione, che non è un terzo grado di giudizio sui fatti, ma un organo di controllo sulla corretta applicazione del diritto.

Conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

Questa ordinanza serve come un importante monito per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. La via del “fai da te” è preclusa: è indispensabile affidarsi a un avvocato cassazionista. Qualsiasi iniziativa personale dell’imputato in questa fase processuale è destinata a fallire, con l’ulteriore aggravio di una condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria. La pronuncia conferma la rigidità delle norme procedurali in materia e l’impossibilità di derogarvi, anche in buona fede. La scelta di un difensore qualificato non è solo una garanzia di professionalità, ma un requisito di ammissibilità imprescindibile per poter vedere esaminate le proprie ragioni dalla Suprema Corte.

Può un imputato presentare personalmente un ricorso in Cassazione in materia penale?
No, la legge richiede espressamente, a pena di inammissibilità, che l’atto di ricorso sia sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

Qual è la conseguenza principale di un ricorso presentato senza la firma di un avvocato cassazionista?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Questo significa che la Corte non entra nel merito dei motivi presentati, ma si ferma alla verifica del vizio formale, chiudendo il processo in questa fase.

Cosa comporta economicamente la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, nel caso specifico di tremila euro, in favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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