LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso in Cassazione: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 2 aprile 2025, ha esaminato un ricorso in Cassazione contro una sentenza della Corte d’Appello di Torino. Il documento, pur privo della motivazione integrale, evidenzia l’esito del giudizio di legittimità, che si è concluso con una probabile declaratoria di inammissibilità, data la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza di Inammissibilità

Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale in cui non si riesaminano i fatti, ma si valuta la corretta applicazione della legge da parte dei giudici di merito. Un’ordinanza emessa dalla Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione in data 2 aprile 2025 ci offre lo spunto per approfondire un esito molto comune in questa sede: la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Sebbene il testo pervenuto sia parziale, gli elementi disponibili sono sufficienti per delineare il quadro procedurale e le sue conseguenze.

Il Contesto Processuale

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Torino emessa nel novembre 2024. L’appellante ha deciso di portare la questione dinanzi alla Suprema Corte, sperando in un annullamento della decisione a lui sfavorevole. La Corte, riunitasi in udienza il 2 aprile 2025, ha emesso un’ordinanza per definire il procedimento.

Le Conseguenze dell’Inammissibilità del Ricorso in Cassazione

Quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile, significa che non entra nemmeno nel merito delle censure sollevate. L’atto introduttivo viene ritenuto privo dei requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge per poter essere esaminato. Le cause di inammissibilità sono molteplici: possono riguardare la tardività della presentazione, la genericità dei motivi, la richiesta di una nuova valutazione dei fatti (non consentita in sede di legittimità) o altre violazioni procedurali.

L’effetto principale è la cosiddetta ‘passata in giudicato’ della sentenza impugnata, che diventa così definitiva e irrevocabile. Inoltre, come si evince dalla formula conclusiva del provvedimento in esame, il ricorrente subisce due conseguenze economiche: la condanna al pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria volta a scoraggiare impugnazioni palesemente infondate o dilatorie.

Le Motivazioni della Decisione

Pur non disponendo del testo integrale delle motivazioni, possiamo ipotizzare le ragioni che hanno condotto i giudici a questa decisione. La Suprema Corte, agendo come giudice di legittimità, ha probabilmente riscontrato che i motivi del ricorso non erano conformi ai canoni stabiliti dal codice di procedura penale. Ad esempio, il ricorrente potrebbe aver tentato di ottenere una riconsiderazione delle prove già valutate dai giudici di primo e secondo grado, un’attività preclusa alla Cassazione. Oppure, i motivi potrebbero essere stati formulati in modo vago e generico, senza specificare chiaramente le violazioni di legge che si intendeva denunciare. La scelta di decidere con ordinanza, anziché con sentenza, rafforza l’idea di una valutazione di manifesta infondatezza o di un vizio procedurale evidente.

Conclusioni

La decisione in commento, seppur sintetica, ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul fatto, ma un rigoroso controllo sulla corretta applicazione del diritto. La declaratoria di inammissibilità funge da filtro per garantire che solo le questioni giuridicamente rilevanti e correttamente formulate accedano all’esame della Suprema Corte. Per i cittadini e i loro difensori, ciò sottolinea l’importanza cruciale di redigere un ricorso tecnicamente impeccabile, focalizzato esclusivamente su vizi di legittimità, per evitare un esito sfavorevole e le relative conseguenze economiche.

Qual è l’oggetto del provvedimento analizzato?
Il provvedimento è un’ordinanza della Corte di Cassazione che decide su un ricorso proposto contro una sentenza di una Corte d’Appello in materia penale.

Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione?
Sebbene il testo completo della motivazione non sia disponibile, gli elementi presenti, come la condanna alle spese e al versamento di una somma alla Cassa delle ammende, indicano che il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Comporta che la Corte non esamina il merito delle questioni sollevate. La sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati