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Ricorso in Cassazione: quando decide un’ordinanza

La Corte di Cassazione, con ordinanza, esamina il ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. Il documento analizza la fase introduttiva di un giudizio di legittimità, dove la Corte è chiamata a pronunciarsi sulla corretta applicazione della legge. Sebbene il testo fornito non contenga l’esito finale, si evidenzia il ruolo dell’ordinanza nel definire un ricorso in Cassazione, spesso per ragioni procedurali o di manifesta infondatezza.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza Decisoria

Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale in cui non si riesaminano i fatti, ma si valuta la corretta applicazione delle norme di diritto. L’atto che esaminiamo oggi è un’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Suprema Corte, che si pronuncia su un ricorso avverso una sentenza di una Corte d’Appello. Questo tipo di provvedimento è fondamentale per comprendere come si conclude un percorso processuale e quali sono i poteri della Cassazione.

I Fatti del Procedimento

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bologna in data 7 aprile 2023. Insoddisfatto della decisione di secondo grado, l’imputato ha esercitato il suo diritto di impugnazione, portando il caso all’attenzione della Corte di Cassazione. Il documento in esame è l’intestazione dell’ordinanza che definisce tale ricorso, emessa dopo la relazione del Consigliere designato e l’avviso dato alle parti coinvolte.

Il Ruolo dell’Ordinanza nel Ricorso in Cassazione

Nel giudizio di legittimità, la Corte può pronunciarsi con sentenza o con ordinanza. Mentre la sentenza entra nel merito delle questioni di diritto sollevate, l’ordinanza è spesso utilizzata per decisioni di carattere processuale. Tipicamente, la Corte adotta un’ordinanza quando dichiara un ricorso inammissibile o manifestamente infondato. L’inammissibilità può derivare da vizi formali, come la presentazione fuori termine, o dalla mancanza dei motivi specifici previsti dalla legge per adire la Suprema Corte. La manifesta infondatezza, invece, si ha quando le censure mosse alla sentenza impugnata appaiono palesemente prive di pregio giuridico.

Le Motivazioni

Le motivazioni alla base di un’ordinanza che definisce un ricorso in Cassazione sono strettamente legate alla natura del provvedimento. Se la Corte dichiara l’inammissibilità, le ragioni risiederanno nella violazione di norme procedurali che regolano l’accesso al giudizio di legittimità. Ad esempio, il ricorso potrebbe non aver specificato in modo chiaro e puntuale quali violazioni di legge sarebbero state commesse nel precedente grado di giudizio, oppure potrebbe aver tentato di introdurre una nuova valutazione dei fatti, compito precluso alla Cassazione. Se invece l’ordinanza rigetta il ricorso per manifesta infondatezza, le motivazioni si concentreranno nel dimostrare, in modo sintetico ma esaustivo, perché le argomentazioni del ricorrente non hanno alcuna possibilità di essere accolte, confermando così la correttezza giuridica della decisione impugnata.

Le Conclusioni

In conclusione, un’ordinanza della Corte di Cassazione, pur essendo un atto più snello rispetto a una sentenza, riveste un’importanza decisiva. Essa può porre la parola ‘fine’ a un lungo iter giudiziario, rendendo definitiva la condanna o l’assoluzione decisa nei gradi di merito. Questo provvedimento sottolinea il ruolo della Suprema Corte come ‘giudice della legge’, il cui compito è garantire la coerenza e la corretta applicazione del diritto su tutto il territorio nazionale, filtrando i ricorsi che non presentano i requisiti per un esame approfondito nel merito.

Cos’è un ricorso in Cassazione?
È l’atto di impugnazione con cui si contesta una sentenza di secondo grado davanti alla Corte di Cassazione, la quale non riesamina i fatti ma valuta esclusivamente la corretta applicazione delle norme di legge.

Qual è la differenza tra un’ordinanza e una sentenza della Cassazione?
Generalmente, l’ordinanza è un provvedimento più sintetico usato per decidere su questioni procedurali, come l’inammissibilità di un ricorso, mentre la sentenza decide nel merito le questioni di diritto sollevate dalle parti.

Cosa implica un’ordinanza che definisce il ricorso?
Un’ordinanza che definisce il ricorso, ad esempio dichiarandolo inammissibile o rigettandolo, comporta la conclusione del processo. La sentenza impugnata diventa definitiva e non può più essere messa in discussione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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