Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza Decisoria
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale in cui non si riesaminano i fatti, ma si valuta la corretta applicazione delle norme di diritto. L’atto che esaminiamo oggi è un’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Suprema Corte, che si pronuncia su un ricorso avverso una sentenza di una Corte d’Appello. Questo tipo di provvedimento è fondamentale per comprendere come si conclude un percorso processuale e quali sono i poteri della Cassazione.
I Fatti del Procedimento
Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bologna in data 7 aprile 2023. Insoddisfatto della decisione di secondo grado, l’imputato ha esercitato il suo diritto di impugnazione, portando il caso all’attenzione della Corte di Cassazione. Il documento in esame è l’intestazione dell’ordinanza che definisce tale ricorso, emessa dopo la relazione del Consigliere designato e l’avviso dato alle parti coinvolte.
Il Ruolo dell’Ordinanza nel Ricorso in Cassazione
Nel giudizio di legittimità, la Corte può pronunciarsi con sentenza o con ordinanza. Mentre la sentenza entra nel merito delle questioni di diritto sollevate, l’ordinanza è spesso utilizzata per decisioni di carattere processuale. Tipicamente, la Corte adotta un’ordinanza quando dichiara un ricorso inammissibile o manifestamente infondato. L’inammissibilità può derivare da vizi formali, come la presentazione fuori termine, o dalla mancanza dei motivi specifici previsti dalla legge per adire la Suprema Corte. La manifesta infondatezza, invece, si ha quando le censure mosse alla sentenza impugnata appaiono palesemente prive di pregio giuridico.
Le Motivazioni
Le motivazioni alla base di un’ordinanza che definisce un ricorso in Cassazione sono strettamente legate alla natura del provvedimento. Se la Corte dichiara l’inammissibilità, le ragioni risiederanno nella violazione di norme procedurali che regolano l’accesso al giudizio di legittimità. Ad esempio, il ricorso potrebbe non aver specificato in modo chiaro e puntuale quali violazioni di legge sarebbero state commesse nel precedente grado di giudizio, oppure potrebbe aver tentato di introdurre una nuova valutazione dei fatti, compito precluso alla Cassazione. Se invece l’ordinanza rigetta il ricorso per manifesta infondatezza, le motivazioni si concentreranno nel dimostrare, in modo sintetico ma esaustivo, perché le argomentazioni del ricorrente non hanno alcuna possibilità di essere accolte, confermando così la correttezza giuridica della decisione impugnata.
Le Conclusioni
In conclusione, un’ordinanza della Corte di Cassazione, pur essendo un atto più snello rispetto a una sentenza, riveste un’importanza decisiva. Essa può porre la parola ‘fine’ a un lungo iter giudiziario, rendendo definitiva la condanna o l’assoluzione decisa nei gradi di merito. Questo provvedimento sottolinea il ruolo della Suprema Corte come ‘giudice della legge’, il cui compito è garantire la coerenza e la corretta applicazione del diritto su tutto il territorio nazionale, filtrando i ricorsi che non presentano i requisiti per un esame approfondito nel merito.
Cos’è un ricorso in Cassazione?
È l’atto di impugnazione con cui si contesta una sentenza di secondo grado davanti alla Corte di Cassazione, la quale non riesamina i fatti ma valuta esclusivamente la corretta applicazione delle norme di legge.
Qual è la differenza tra un’ordinanza e una sentenza della Cassazione?
Generalmente, l’ordinanza è un provvedimento più sintetico usato per decidere su questioni procedurali, come l’inammissibilità di un ricorso, mentre la sentenza decide nel merito le questioni di diritto sollevate dalle parti.
Cosa implica un’ordinanza che definisce il ricorso?
Un’ordinanza che definisce il ricorso, ad esempio dichiarandolo inammissibile o rigettandolo, comporta la conclusione del processo. La sentenza impugnata diventa definitiva e non può più essere messa in discussione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 20262 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 20262 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 17/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a CARIATI il 16/04/1988
avverso la sentenza del 07/04/2023 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
che il ricorso proposto da
Rilevato
NOME
è inammissibile siccome generico anche per assenza di necessarie allegazioni a supporto di quanto
sostenuto nonchè rivalutativo anche in ordine alle video-riprese valorizzate.
che pertanto il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con
Rilevato condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di
euro 3000 in favore della Cassa delle “mende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 17.1.2025