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Ricorso in Cassazione personale: le regole da seguire

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato inammissibile un ricorso in Cassazione personale presentato da un soggetto contro un provvedimento del Magistrato di sorveglianza. La decisione si fonda sulla violazione dell’art. 613 del codice di procedura penale, che impone l’obbligatoria assistenza di un avvocato cassazionista, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione Personale: La Necessità dell’Avvocato Cassazionista

Presentare un ricorso in Cassazione personale, ovvero senza l’assistenza di un avvocato abilitato, è una mossa processualmente errata con conseguenze molto serie. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ce lo ricorda, dichiarando inammissibile il ricorso di un cittadino e condannandolo al pagamento delle spese e di una cospicua sanzione. Analizziamo insieme questo caso per capire le regole fondamentali del giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato in via definitiva, si era visto rigettare dal Magistrato di sorveglianza di L’Aquila un’istanza di remissione del debito. Non contento della decisione, aveva proposto opposizione, ma anche questa era stata respinta. A questo punto, il soggetto decideva di rivolgersi direttamente alla Corte di Cassazione, proponendo personalmente un ricorso per chiedere l’annullamento del provvedimento a lui sfavorevole.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, senza nemmeno entrare nel merito della questione, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte ha utilizzato la procedura semplificata de plano, prevista quando l’esito del ricorso è palesemente scontato. La decisione si è basata su un vizio formale insuperabile: la violazione delle norme che regolano la presentazione del ricorso davanti alla Suprema Corte.

Le Motivazioni: Il Divieto di Ricorso in Cassazione Personale

La motivazione della Corte è netta e si fonda su un principio cardine della procedura penale: il ricorso in Cassazione personale non è consentito. L’articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale stabilisce infatti che, ad eccezione dei casi previsti dalla legge, il ricorso deve essere sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

Il ricorrente, avendo agito personalmente, ha dimostrato un “difetto di legittimazione”, poiché non possedeva la qualifica tecnica richiesta dalla legge per stare in giudizio davanti alla Suprema Corte. Questa regola non è un mero formalismo, ma è posta a garanzia della serietà e della tecnicità del giudizio di legittimità, che verte su questioni di diritto e non su una nuova valutazione dei fatti.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche e Sanzioni

Le conseguenze di tale errore procedurale sono state severe. Ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, all’inammissibilità del ricorso consegue automaticamente la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.

Inoltre, la Corte ha condannato l’uomo al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria viene applicata quando non emergono elementi che possano giustificare l’errore commesso, ovvero quando la causa di inammissibilità è imputabile a colpa del ricorrente. In questo caso, la violazione di una norma così chiara come quella sull’obbligatorietà del difensore è stata considerata un errore colpevole. Questa ordinanza ribadisce quindi un messaggio fondamentale: il percorso verso la Corte di Cassazione richiede competenza tecnica e non ammette iniziative personali.

È possibile presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No, l’ordinanza chiarisce che il ricorso per cassazione in materia penale deve essere proposto, a pena di inammissibilità, tramite un avvocato iscritto nell’apposito albo dei patrocinanti davanti alle giurisdizioni superiori, come previsto dall’art. 613, comma 1, del codice di procedura penale.

Quali sono le conseguenze se si presenta un ricorso in Cassazione personalmente?
Se il ricorso viene presentato personalmente, la Corte di Cassazione lo dichiara inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, se non vi sono elementi per escludere la colpa, anche al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

A quanto può ammontare la sanzione pecuniaria in caso di ricorso inammissibile?
Nel caso specifico esaminato dall’ordinanza, la Corte ha determinato la sanzione in euro 3.000,00 da versare alla Cassa delle ammende, ritenendo tale importo equo data la palese e colpevole violazione delle norme processuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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