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Ricorso in Cassazione personale: inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato personalmente da un detenuto contro il diniego di un permesso premio. La decisione si fonda sulla normativa vigente, che impone, a pena di inammissibilità, che il ricorso sia sottoscritto da un difensore iscritto all’albo speciale della Corte di Cassazione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione Personale: Una Scelta Inammissibile

Il sistema giudiziario italiano prevede precise regole per adire i diversi gradi di giudizio, specialmente quando si arriva al vertice, la Corte di Cassazione. Un’ordinanza recente ha ribadito un principio fondamentale: il ricorso in Cassazione personale, ovvero presentato direttamente dalla parte interessata senza l’assistenza di un avvocato specializzato, è destinato a essere dichiarato inammissibile. Questa decisione sottolinea l’importanza del patrocinio legale qualificato per garantire l’accesso e la corretta gestione del giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso

Un detenuto si era visto rigettare, dal Tribunale di Sorveglianza, un reclamo avverso la decisione che gli negava la concessione di un permesso premio. Ritenendo ingiusta tale statuizione, l’uomo decideva di impugnare l’ordinanza, proponendo personalmente ricorso dinanzi alla Corte di Cassazione. L’atto, dunque, non recava la firma di un difensore, ma unicamente quella della parte direttamente coinvolta nel procedimento.

La Decisione della Corte: un Ricorso in Cassazione Personale Inammissibile

La Corte di Cassazione, senza entrare nel merito della questione relativa al permesso premio, ha immediatamente rilevato un vizio procedurale insanabile. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha inoltre condannato il ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista per i casi di inammissibilità del ricorso.

Le Motivazioni

La motivazione alla base della decisione è netta e si fonda su una modifica legislativa cruciale. La legge 23 giugno 2017, n. 103, ha modificato gli articoli 571 e 613 del codice di procedura penale, stabilendo un requisito non derogabile per la proposizione del ricorso in Cassazione. Tale atto, a pena di inammissibilità, deve essere sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione. Questa regola, già chiarita dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 8914 del 2018, non ammette eccezioni.

La ratio della norma è quella di assicurare un ‘filtro’ tecnico e qualitativo, garantendo che i ricorsi presentati alla Suprema Corte posseggano la struttura e i requisiti giuridici necessari per essere esaminati. Il giudizio di Cassazione, infatti, non è un terzo grado di merito, ma un giudizio di legittimità, volto a verificare la corretta applicazione della legge da parte dei giudici dei gradi inferiori. La complessità tecnica di tale giudizio richiede necessariamente l’intervento di un professionista con una specifica abilitazione.

Le Conclusioni

La pronuncia in esame conferma un principio ormai consolidato: non è possibile per un cittadino, anche se parte di un procedimento penale, presentare autonomamente un ricorso alla Corte di Cassazione. L’assistenza di un avvocato cassazionista non è una mera facoltà, ma un requisito di ammissibilità imposto dalla legge. Chi intende impugnare un provvedimento dinanzi alla Suprema Corte deve quindi obbligatoriamente rivolgersi a un legale abilitato, pena il rigetto del ricorso e l’applicazione di sanzioni economiche. Questa regola, sebbene possa apparire restrittiva, è posta a garanzia della funzionalità e dell’autorevolezza del massimo organo giurisdizionale.

È possibile presentare personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione in materia penale?
No, a seguito della modifica normativa introdotta dalla legge n. 103 del 2017, il ricorso in Cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene presentato personalmente dalla parte?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò comporta che la Corte non esamina il merito della questione e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a titolo di sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende.

Perché è necessario un avvocato specializzato per il ricorso in Cassazione?
La legge lo richiede per garantire che i ricorsi presentati alla Corte Suprema abbiano la necessaria qualità tecnica e giuridica. Il giudizio di Cassazione è un controllo di legittimità sulla corretta applicazione delle norme di diritto, e non una nuova valutazione dei fatti, richiedendo quindi una competenza specifica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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