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Ricorso in Cassazione personale: inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 4803/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso in Cassazione personale presentato da un imputato condannato per rapina aggravata. La decisione si fonda sulla riforma dell’art. 613 c.p.p., che impone, a pena di inammissibilità, la sottoscrizione dell’atto da parte di un difensore iscritto all’albo speciale, escludendo la possibilità per l’imputato di agire personalmente. La Corte ha inoltre ribadito la manifesta infondatezza di ogni questione di legittimità costituzionale della norma.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione personale: la Cassazione ribadisce l’inammissibilità

L’ordinanza n. 4803 del 2024 della Corte di Cassazione torna su un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso in Cassazione personale da parte dell’imputato non è consentito. Questa pronuncia conferma un orientamento ormai consolidato, che sottolinea la necessità di una difesa tecnica qualificata nel giudizio di legittimità. Analizziamo insieme la vicenda e le motivazioni della Corte.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla condanna per il reato di rapina aggravata inflitta a un individuo dalla Corte di Appello di Torino. Avverso tale sentenza, l’imputato decideva di agire in autonomia, proponendo personalmente ricorso per cassazione. Nel suo atto, lamentava una presunta illogicità della motivazione della sentenza d’appello e, soprattutto, sollevava una questione di legittimità costituzionale dell’articolo 613 del codice di procedura penale. A suo avviso, la norma, nella parte in cui non consente più all’imputato di presentare personalmente il ricorso, sarebbe incostituzionale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione è netta e non lascia spazio a interpretazioni. La Corte ha stabilito che la mancanza della sottoscrizione da parte di un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione costituisce una causa di inammissibilità insuperabile. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della cassa delle ammende, ravvisando una colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.

Le Motivazioni della Scelta sul ricorso in Cassazione personale

Il cuore della pronuncia risiede nelle motivazioni giuridiche che la sostengono. La Corte ha basato la sua decisione su due pilastri fondamentali.

L’obbligatorietà della Difesa Tecnica

Il primo pilastro è l’articolo 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla Legge n. 103 del 2017 (la cosiddetta ‘Riforma Orlando’). Questa norma ha esplicitamente escluso la facoltà per l’imputato di presentare personalmente il ricorso, richiedendo, a pena di inammissibilità, che l’atto sia sottoscritto da un difensore cassazionista. La Corte ha richiamato la fondamentale pronuncia delle Sezioni Unite (sentenza n. 8914 del 2017, cd. ‘Aiello’), che ha sancito in modo definitivo questo principio: “il ricorso per cassazione avverso qualsiasi tipo di provvedimento non può essere personalmente proposto dalla parte, ma deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’albo speciale della Corte di cassazione”.

La Manifesta Infondatezza della Questione di Costituzionalità

Il secondo pilastro riguarda la questione di legittimità costituzionale sollevata dal ricorrente. La Cassazione ha ribadito, sempre sulla scia delle Sezioni Unite, che tale questione è manifestamente infondata. La scelta del legislatore di richiedere una rappresentanza tecnica per il giudizio in Cassazione rientra nella sua piena discrezionalità. Questa scelta non viola né il diritto di difesa (art. 24 e 111 Cost.) né i principi del giusto processo sanciti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (art. 6 CEDU). Le Sezioni Unite hanno chiarito che l’elevato livello di qualificazione professionale richiesto per il giudizio di legittimità rende ragionevole escludere la difesa personale, soprattutto in un sistema che garantisce ai non abbienti l’accesso al patrocinio a spese dello Stato.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento rappresenta un’importante conferma di un principio cardine del nostro ordinamento processuale. L’accesso alla Corte di Cassazione è un momento cruciale che richiede competenze tecniche specifiche, non alla portata del cittadino comune. La regola che impone l’assistenza di un avvocato cassazionista non è un ostacolo alla giustizia, ma una garanzia di professionalità e serietà, volta ad assicurare che il giudizio di legittimità si concentri sulle sole questioni di diritto. Per chiunque intenda impugnare una sentenza penale in Cassazione, è quindi imperativo rivolgersi a un difensore abilitato, poiché il tentativo di un ricorso in Cassazione personale si tradurrà inevitabilmente in una declaratoria di inammissibilità e in una condanna a spese e sanzioni.

Un imputato può presentare personalmente ricorso in Cassazione?
No. Secondo l’art. 613 del codice di procedura penale, come interpretato dalla giurisprudenza consolidata, il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un avvocato iscritto all’albo speciale della Corte di Cassazione.

Perché il ricorso in Cassazione deve essere firmato da un avvocato specializzato?
La Corte ha stabilito che l’elevato livello di qualificazione tecnica richiesto per il giudizio di legittimità rende ragionevole escludere la difesa personale. Questa scelta del legislatore è discrezionale e non viola il diritto di difesa, anche perché è garantito l’istituto del patrocinio a spese dello Stato per i non abbienti.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene presentato personalmente dall’imputato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Di conseguenza, il giudice non esamina il merito delle questioni sollevate e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in denaro in favore della cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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