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Ricorso in Cassazione personale: è inammissibile

Un imputato propone personalmente ricorso avverso una sentenza della Corte d’Appello. La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, ribadendo che, a seguito della riforma del 2017, per il ricorso in Cassazione è obbligatoria la sottoscrizione da parte di un difensore iscritto all’apposito albo speciale. La Corte ha ritenuto la norma costituzionalmente legittima e ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria per la manifesta infondatezza del ricorso.

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Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione Personale: La Cassazione Conferma l’Inammissibilità

Presentare un ricorso in Cassazione personale, senza l’assistenza di un avvocato specializzato, è una scelta procedurale non più consentita dalla legge. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio fondamentale, dichiarando inammissibile il tentativo di un imputato di agire in autonomia davanti alla Suprema Corte. Questa decisione sottolinea l’importanza della difesa tecnica qualificata nel grado più alto della giustizia penale e le severe conseguenze per chi non rispetta tale requisito.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una condanna emessa dalla Corte di Appello di Torino per reati gravi, tra cui rapina aggravata, lesione personale e ricettazione. L’imputato, insoddisfatto della sentenza di secondo grado che aveva parzialmente riformato la pena, decideva di impugnare la decisione direttamente davanti alla Corte di Cassazione. Tuttavia, invece di affidarsi a un difensore abilitato, presentava il ricorso personalmente, sollevando questioni sulla logicità della motivazione e sull’incostituzionalità della norma che impedisce all’imputato di stare in giudizio personalmente in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha troncato sul nascere le speranze del ricorrente. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile senza neppure entrare nel merito delle doglianze. La decisione si fonda su una regola procedurale chiara e invalicabile: il ricorso per cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione. Di conseguenza, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso in Cassazione Personale è Inammissibile?

La Corte ha basato la sua decisione sull’interpretazione dell’articolo 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103 del 2017 (la cosiddetta “Riforma Orlando”). Questa normativa ha esplicitamente escluso la facoltà per l’imputato di presentare personalmente il ricorso.

I giudici hanno richiamato un principio consolidato, già affermato dalle Sezioni Unite della stessa Corte (sentenza n. 8914 del 2017), secondo cui “il ricorso per cassazione avverso qualsiasi tipo di provvedimento non può essere personalmente proposto dalla parte”.

La Corte ha inoltre respinto la questione di legittimità costituzionale sollevata dal ricorrente. Secondo i giudici, richiedere una rappresentanza tecnica qualificata per il giudizio di Cassazione non viola il diritto di difesa (art. 24 e 111 Cost.) né i principi del giusto processo sanciti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (art. 6 CEDU). La scelta del legislatore è considerata ragionevole data l’elevata specializzazione tecnica richiesta per affrontare un giudizio di legittimità, che non verte sui fatti ma su complesse questioni di diritto. Il sistema, peraltro, tutela i non abbienti attraverso l’istituto del patrocinio a spese dello Stato, garantendo a tutti l’accesso a una difesa qualificata.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza conferma un orientamento giurisprudenziale ormai granitico. L’imputato che intende contestare una sentenza davanti alla Corte di Cassazione deve obbligatoriamente rivolgersi a un avvocato cassazionista. Il “fai da te” processuale in questo grado di giudizio non è ammesso e conduce a conseguenze pregiudizievoli: non solo il ricorso non viene esaminato, ma si incorre anche nella condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria. La decisione evidenzia la natura altamente tecnica del giudizio di legittimità e la necessità di una difesa specializzata per navigare le sue complessità, a garanzia della corretta amministrazione della giustizia.

Un imputato può presentare personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione?
No. A seguito della riforma introdotta con la legge n. 103 del 2017, il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione, pena l’inammissibilità.

Quali sono le conseguenze se si presenta un ricorso in Cassazione personale?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e, qualora si ravvisino profili di colpa, anche al versamento di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende.

La norma che impone l’assistenza di un avvocato in Cassazione è considerata legittima?
Sì. La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha stabilito che tale obbligo è manifestamente non incostituzionale. Rientra nella discrezionalità del legislatore richiedere un’assistenza tecnica altamente qualificata per il giudizio di legittimità, senza che ciò limiti il diritto di difesa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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