Il Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza della Suprema Corte
L’ordinamento giuridico italiano prevede tre gradi di giudizio per garantire la massima tutela dei diritti. Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo e più importante di questi, non essendo un riesame dei fatti, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge da parte dei giudici dei gradi inferiori. Analizziamo un’ordinanza della Suprema Corte per comprendere meglio questo fondamentale istituto processuale.
Il Contesto Processuale: dalla Corte d’Appello alla Cassazione
Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma in data 29 maggio 2024. Quando una parte ritiene che una sentenza d’appello sia viziata da errori di diritto (violazione di legge o vizi di motivazione), può presentare un appello alla Corte di Cassazione. Questo atto dà inizio al cosiddetto ‘giudizio di legittimità’. La Corte non riesamina le prove per decidere se l’imputato sia colpevole o innocente, ma valuta se il processo precedente si è svolto nel rispetto delle norme procedurali e se la legge è stata interpretata correttamente.
La Decisione della Corte: l’Ordinanza
Il documento in analisi è un’ordinanza, un provvedimento con cui la Corte decide sulla questione sottoposta. Nello specifico, l’ordinanza è emessa dalla Settima Sezione Penale, un organo spesso incaricato di valutare l’ammissibilità dei ricorsi. La decisione è stata presa in camera di consiglio dopo l’udienza del 21 febbraio 2025, durante la quale il Consigliere Relatore ha esposto i termini della questione al collegio giudicante.
Il Ruolo del Presidente e del Consigliere Relatore
Due figure chiave emergono dal documento: il Presidente e il Relatore. Il Presidente del collegio dirige l’udienza e l’intera attività della sezione. Il Consigliere Relatore, invece, è il giudice a cui è stato assegnato lo studio preliminare del fascicolo. Il suo compito è fondamentale: egli redige una relazione in cui riassume i fatti processuali, i motivi del ricorso e le questioni di diritto da risolvere, fornendo al collegio tutti gli elementi per poter decidere con cognizione di causa.
Le Motivazioni
Sebbene il documento fornito sia una sintesi formale del provvedimento e non riporti nel dettaglio le motivazioni, è fondamentale comprendere che ogni decisione della Corte di Cassazione deve essere ampiamente motivata. Le motivazioni rappresentano il cuore del provvedimento, la parte in cui i giudici spiegano il percorso logico-giuridico che li ha condotti a quella specifica conclusione. In esse, la Corte chiarisce perché ha ritenuto il ricorso fondato, infondato o inammissibile, citando le norme di legge applicate e la giurisprudenza di riferimento. La motivazione è essenziale per garantire la trasparenza della giustizia e per permettere alle parti di comprendere l’iter decisionale.
Le Conclusioni
L’emanazione di un’ordinanza da parte della Corte di Cassazione segna la conclusione definitiva di una vicenda giudiziaria. Gli esiti di un ricorso in Cassazione possono essere diversi: la Corte può dichiarare il ricorso inammissibile, rigettarlo (confermando la sentenza impugnata) o accoglierlo. In caso di accoglimento, la sentenza precedente viene annullata e, a seconda dei casi, il processo può concludersi o essere rinviato a un altro giudice per un nuovo esame. La decisione della Cassazione, in quanto giudice di ultima istanza, ha un’importanza cruciale non solo per il caso singolo, ma per l’intero sistema giuridico, poiché contribuisce a creare precedenti che orienteranno le decisioni future.
Qual è l’oggetto del provvedimento analizzato?
L’ordinanza riguarda la decisione della Corte di Cassazione su un ricorso presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Roma del 29 maggio 2024.
Chi sono le figure giudiziarie menzionate nel documento?
Il documento menziona il Presidente del collegio giudicante, che dirige i lavori, e il Consigliere Relatore, che ha il compito di studiare il caso e presentare una relazione al collegio prima della decisione.
Quale fase processuale rappresenta questa ordinanza?
Questa ordinanza rappresenta la fase decisionale finale del giudizio di legittimità davanti alla Corte di Cassazione, che si è tenuta durante l’udienza del 21 febbraio 2025.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 22143 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 22143 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 21/02/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME nato a ROMA il 27/04/1976
avverso la sentenza del 29/05/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
R.G. n. 34751/2024
CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO
Visti gli atti, la sentenza impugnata (condanna per i reati previsti dagli artt. 337 – cod. pen.);
Esaminati i motivi di ricorso, relativi al giudizio di responsabilità e alla recidiva;
Ritenuti i motivi inammissibili perché, da una parte, meramente riproduttivi di censure adeguatamente valutate dai Giudici di merito e, dall’altra, obiettivamente generici rispetto
motivazione della sentenza impugnata con la quale non si confrontano;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna d ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore dell
Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processua e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 21 febbraio 2025.