Ricorso in Cassazione Penale: Cosa Significa l’Ordinanza della Suprema Corte?
L’analisi di un’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione ci offre l’opportunità di approfondire un momento cruciale del processo: il ricorso in Cassazione penale. Sebbene a prima vista possa apparire come un atto puramente formale, questo tipo di provvedimento è un tassello fondamentale che scandisce le fasi del giudizio di legittimità. In questo articolo, esamineremo la struttura e il significato di un’ordinanza interlocutoria, prendendo spunto da un caso specifico.
I Fatti del Procedimento
Il caso in esame ha origine da un ricorso in Cassazione penale presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo. L’imputato, nato nel 1976, ha impugnato la decisione di secondo grado, portando la questione all’attenzione della Suprema Corte. L’ordinanza che analizziamo non entra nel merito della vicenda, ma si limita a documentare lo svolgimento dell’udienza dinanzi alla settima sezione penale, tenutasi il 6 giugno 2025.
L’Ordinanza della Corte: Un Atto Procedurale
È essenziale comprendere che non tutte le decisioni della Cassazione sono sentenze che definiscono il giudizio. Spesso, la Corte emette delle ordinanze, ovvero provvedimenti che regolano lo svolgimento del processo. L’atto in questione è proprio di questa natura: certifica che è stato proposto un ricorso, che le parti sono state avvisate e, soprattutto, che si è tenuta l’udienza con la relazione del Consigliere incaricato. Questo documento, quindi, fotografa una fase del procedimento, senza ancora svelare l’esito finale del ricorso (accoglimento, rigetto o inammissibilità).
Le Motivazioni dell’Ordinanza
Le motivazioni, in un’ordinanza di questo tipo, sono strettamente legate alla funzione procedurale dell’atto. La Corte, attraverso questo documento, formalizza il corretto svolgimento delle fasi preliminari alla decisione. La menzione della ‘relazione svolta dal Consigliere’ è di fondamentale importanza: indica che il giudice designato ha esaminato approfonditamente gli atti e ha esposto al collegio i punti salienti del ricorso, le questioni di diritto sollevate dalla difesa e le possibili soluzioni. La motivazione implicita è quindi quella di attestare la regolarità del contraddittorio e della procedura camerale o di udienza, passaggi indispensabili per garantire il diritto di difesa e pervenire a una decisione ponderata.
Conclusioni: L’Importanza degli Atti Interlocutori
In conclusione, l’analisi di questa ordinanza dimostra come ogni atto del processo penale abbia una sua precisa funzione. Anche un provvedimento che non decide il merito della causa riveste un’importanza cruciale, in quanto garantisce la trasparenza e la correttezza dell’iter giudiziario. Per chi affronta un ricorso in Cassazione penale, comprendere il significato di questi atti intermedi è fondamentale per monitorare l’andamento del proprio caso e avere consapevolezza delle varie fasi che porteranno alla decisione finale della Suprema Corte.
Che cos’è un’ordinanza della Corte di Cassazione?
Un’ordinanza è un provvedimento giudiziario che, a differenza della sentenza, di solito non decide il merito della controversia ma risolve questioni procedurali sorte durante il processo. In questo caso, documenta lo svolgimento dell’udienza.
Qual è il ruolo del ‘Consigliere Relatore’ menzionato nel documento?
Il Consigliere Relatore è il giudice, membro del collegio giudicante, incaricato di studiare in modo approfondito il ricorso e tutti gli atti processuali. Durante l’udienza, espone i fatti e le questioni giuridiche agli altri giudici per facilitare la decisione collegiale.
Cosa stabilisce l’ordinanza in esame riguardo al ricorso?
L’ordinanza non stabilisce l’esito finale del ricorso. Si limita a dare atto che si è regolarmente tenuta l’udienza di discussione del ricorso proposto contro la sentenza della Corte d’Appello, dopo aver avvisato le parti e ascoltato la relazione del Consigliere.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 25228 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 25228 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 06/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a PALERMO il 14/05/1976
avverso la sentenza del 10/12/2024 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RG. 7610/25
Ritenuto che il motivo unico dedotto dal ricorrente è affetto da genericità
assoluta rispetto alla motivazione della Corte di appello di Palermo, che, contrariamente a quanto dedotto nel ricorso, ha congruamente motivato in merito
alla sussistenza degli elementi costitutivi del reato di resistenza a pubblico ufficiale ascritto all’imputato sulla base di una valutazione coerente alle risultanze
istruttorie;
rilevato che dalla inammissibilità del ricorso consegue ex
art. 616 c.p.p. la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in
favore della cassa delle ammende che, in ragione delle questioni dedotte, si stima equo determinare in euro 3000.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro 3000 in favore della cassa delle
ammende.
Così deciso il 6 giugno 2025
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Il Consigliere estensore
Il Presidente