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Ricorso in Cassazione: l’ordinanza procedurale

La Corte di Cassazione emette un’ordinanza che documenta lo svolgimento di un’udienza per un ricorso in Cassazione. Il provvedimento attesta i passaggi procedurali, come l’avviso alle parti e la relazione del Consigliere, senza entrare nel merito della decisione finale, che sarà oggetto di un successivo atto.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Come Leggere un’Ordinanza Procedurale

Nel complesso iter della giustizia penale, il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio, un momento cruciale in cui si valuta la corretta applicazione della legge. Tuttavia, non tutti gli atti emessi dalla Suprema Corte decidono il caso. L’ordinanza che analizziamo oggi è un esempio perfetto di un atto interlocutorio, fondamentale per il processo ma privo della decisione finale.

I Fatti Processuali

Il documento in esame è un’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione. Esso nasce da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Palermo del 15 maggio 2024. L’ordinanza non descrive i fatti che hanno portato alla condanna in appello, ma si concentra esclusivamente sullo svolgimento dell’udienza tenutasi davanti alla Suprema Corte in data 20 gennaio 2025.

Il testo certifica che:

* È stato proposto un ricorso.
* Le parti coinvolte nel procedimento sono state regolarmente avvisate dell’udienza.
* Durante l’udienza, il Consigliere Relatore ha esposto la sua relazione sul caso.

Questi elementi, pur essendo puramente formali, sono essenziali per garantire la correttezza del procedimento e il diritto di difesa.

Analisi dell’Atto Giudiziario e il ruolo del ricorso in Cassazione

Questo tipo di ordinanza ha una funzione prettamente procedurale. Non entra nel merito del ricorso in Cassazione, ovvero non stabilisce se l’imputato ha torto o ragione. Il suo scopo è quello di mettere nero su bianco che si è tenuta un’udienza secondo le regole stabilite dal codice di procedura penale. La decisione sul ricorso, che potrà essere di inammissibilità, rigetto o accoglimento, verrà depositata in un momento successivo con un atto separato (un’altra ordinanza o una sentenza), che conterrà anche le motivazioni.

Comprendere la natura di questi atti è fondamentale per non trarre conclusioni affrettate. La lettura di un’ordinanza come questa non fornisce alcuna indicazione sull’esito finale del giudizio di legittimità.

Le Motivazioni

Il documento analizzato non contiene motivazioni relative al merito del ricorso, poiché la sua funzione è quella di registrare lo svolgimento di una fase processuale. Le motivazioni della decisione finale della Corte di Cassazione saranno contenute nel provvedimento definitivo che verrà pubblicato successivamente. L’atto si limita a dare atto delle attività svolte durante l’udienza del 20 gennaio 2025.

Le Conclusioni

In conclusione, l’ordinanza in esame è un atto interlocutorio che attesta la corretta progressione di un ricorso in Cassazione. Essa ci mostra un ‘fotogramma’ del processo, documentando un passaggio necessario ma non conclusivo. Per conoscere l’esito del giudizio e comprendere le ragioni giuridiche che hanno guidato i giudici della Suprema Corte, sarà necessario attendere il deposito della sentenza o dell’ordinanza definitiva.

Qual è l’oggetto di questo provvedimento?
L’oggetto è un’ordinanza della Corte di Cassazione che attesta lo svolgimento di un’udienza relativa a un ricorso proposto contro una sentenza di una Corte d’Appello.

Quale decisione è stata impugnata?
È stata impugnata una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo in data 15 maggio 2024.

Questo documento contiene la decisione finale della Corte di Cassazione?
No, questa ordinanza è un atto puramente procedurale. Non contiene la decisione finale sul ricorso né le relative motivazioni, che saranno oggetto di un successivo provvedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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