LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso in Cassazione: l’ordinanza della Suprema Corte

La Corte di Cassazione, Sezione Penale, ha emesso un’ordinanza in seguito a un ricorso in Cassazione presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Bari del 27 febbraio 2024. La decisione è stata presa dopo la relazione del Consigliere designato in data 14 maggio 2025.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 29 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza della Suprema Corte

L’ordinamento giuridico italiano prevede diversi gradi di giudizio per garantire un’accurata valutazione dei casi. L’ultimo grado è rappresentato dalla Corte di Cassazione, che non riesamina i fatti, ma valuta la corretta applicazione delle norme di diritto. Il presente articolo analizza un’ordinanza emessa a seguito di un ricorso in Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bari, illustrando il contesto procedurale e le possibili implicazioni di una simile decisione.

Il Contesto del Ricorso in Cassazione

Un imputato, a seguito di una condanna confermata dalla Corte d’Appello di Bari con sentenza del 27 febbraio 2024, ha deciso di presentare un ricorso in Cassazione. Questo strumento rappresenta l’ultima via di impugnazione ordinaria e può essere utilizzato solo per specifici motivi previsti dalla legge, come la violazione di norme procedurali o l’errata applicazione di una legge sostanziale. L’obiettivo non è ottenere una nuova valutazione del fatto storico, ma contestare la legittimità della decisione dei giudici di merito.

Il caso è stato assegnato alla Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, che ha fissato l’udienza per il 14 maggio 2025. Durante l’udienza, il Consigliere Relatore ha esposto i fatti e le questioni giuridiche sollevate dal ricorrente, permettendo al collegio di deliberare.

La Decisione della Corte: L’Ordinanza

L’esito del procedimento è stato formalizzato con un’ordinanza. A differenza di una sentenza, che di solito decide il merito della questione, l’ordinanza è un provvedimento più snello, spesso utilizzato per risolvere questioni procedurali. Nel contesto della Corte di Cassazione, e in particolare della Sezione Settima, l’ordinanza è frequentemente lo strumento con cui si dichiara l’inammissibilità del ricorso, ovvero si stabilisce che l’impugnazione non possiede i requisiti formali o sostanziali per essere esaminata nel merito.

Sebbene il documento in esame non espliciti il contenuto della decisione, la sua natura di ‘ordinanza’ orienta verso un esito di natura processuale.

Le Motivazioni

Le motivazioni dietro un’ordinanza che decide un ricorso in Cassazione possono essere variegate. Tipicamente, in casi come questo, la Corte potrebbe aver riscontrato che i motivi di ricorso erano manifestamente infondati, ovvero privi di qualsiasi pregio giuridico. Un’altra ragione comune di inammissibilità è la genericità dei motivi, che non specificano in modo chiaro e puntuale le violazioni di legge contestate. Infine, la Corte dichiara inammissibile un ricorso quando, sotto l’apparenza di una violazione di legge, il ricorrente tenta in realtà di ottenere una nuova e non consentita valutazione dei fatti, compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado.

Le Conclusioni

In conclusione, sebbene il provvedimento analizzato sia estremamente sintetico, esso offre uno spunto fondamentale sulla funzione della Corte di Cassazione come giudice di legittimità. La decisione tramite ordinanza sottolinea il rigore con cui la Suprema Corte valuta i requisiti di ammissibilità dei ricorsi. Per gli operatori del diritto, questo rappresenta un costante monito sull’importanza di redigere impugnazioni tecnicamente precise e fondate su reali violazioni di legge, evitando di trasformare il giudizio di Cassazione in un terzo grado di merito. Per il cittadino, conferma la natura del sistema giudiziario, che pone dei limiti precisi alle possibilità di impugnazione per garantire la certezza del diritto.

Qual è l’oggetto del provvedimento esaminato?
Il provvedimento è un’ordinanza della Corte di Cassazione, Settima Sezione Penale, che decide su un ricorso proposto contro una sentenza della Corte d’Appello di Bari del 27 febbraio 2024.

Cosa si può dedurre dalla natura del provvedimento?
Trattandosi di un’ordinanza emessa dalla Settima Sezione Penale della Cassazione, è altamente probabile che si tratti di una decisione di natura processuale, come una dichiarazione di inammissibilità del ricorso, piuttosto che una decisione sul merito della questione.

Quali sono i ruoli menzionati nel documento?
Il documento menziona il Presidente del collegio giudicante, il Consigliere Relatore (incaricato di esporre il caso) e l’imputato che ha presentato il ricorso avverso la sentenza di secondo grado.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati