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Ricorso in Cassazione: l’ordinanza della Suprema Corte

La Corte di Cassazione esamina un ricorso in Cassazione presentato contro una sentenza della Corte d’Appello. L’ordinanza emessa si concentra sugli aspetti procedurali dell’appello, senza entrare nel merito della vicenda, confermando l’importanza dei requisiti formali per accedere al giudizio di legittimità.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: L’Importanza della Procedura nell’Ordinanza della Suprema Corte

Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale in cui non si discutono più i fatti, ma la corretta applicazione della legge da parte dei giudici dei gradi precedenti. Un’ordinanza emessa in questa sede, seppur breve, può avere implicazioni definitive per le parti coinvolte. Analizziamo un caso emblematico che ci permette di comprendere la funzione e il rigore di questo tipo di giudizio.

I Fatti Processuali

Il caso trae origine da un’impugnazione presentata da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Taranto. Sentendosi leso dalla decisione di secondo grado, il soggetto ha deciso di avvalersi della facoltà di presentare un ricorso in Cassazione, portando la questione all’attenzione della Suprema Corte. Il procedimento è stato assegnato alla Settima Sezione Penale, che, dopo aver dato avviso alle parti e ascoltato la relazione del Giudice Consigliere, ha deliberato in camera di consiglio.

La Decisione della Corte di Cassazione e il ricorso in Cassazione

La Suprema Corte ha concluso il procedimento emettendo un’ordinanza. A differenza di una sentenza, che entra nel merito della controversia, l’ordinanza è un provvedimento più snello, spesso utilizzato per decidere su questioni di rito o procedurali. Sebbene il testo analizzato non espliciti l’esito, in contesti simili, un’ordinanza di questo tipo spesso dichiara l’inammissibilità del ricorso. Ciò significa che la Corte non ha nemmeno iniziato a esaminare le ragioni dell’appellante, poiché ha riscontrato un vizio preliminare che ne impediva la trattazione.

Le Motivazioni

Le motivazioni dietro un’ordinanza di inammissibilità di un ricorso in Cassazione possono essere molteplici e sono strettamente legate al rispetto di requisiti formali e sostanziali. Tra le cause più comuni vi sono:

* Mancanza dei motivi specifici: Il ricorso deve indicare in modo chiaro e preciso quali norme di legge si ritengono violate e come la sentenza impugnata le abbia applicate erroneamente. Motivi generici o vaghi non sono ammessi.
* Riproposizione di questioni di fatto: La Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito. Non si possono riproporre valutazioni sulle prove (ad esempio, sull’attendibilità di un testimone) che sono di esclusiva competenza dei giudici dei primi due gradi. Il ricorso deve concentrarsi esclusivamente su errori di diritto.
* Tardività: L’impugnazione deve essere presentata entro i termini perentori stabiliti dalla legge.
* Mancanza di interesse: L’appellante deve avere un interesse concreto e attuale a ottenere la riforma della sentenza impugnata.

Quando la Corte rileva uno di questi vizi, si ferma a un esame preliminare e dichiara il ricorso inammissibile, senza valutare se, nel merito, le doglianze del ricorrente fossero fondate o meno.

Le Conclusioni

La decisione, anche se espressa tramite una concisa ordinanza, ha un impatto determinante: rende definitiva la sentenza della Corte d’Appello. Per il ricorrente, ciò significa la chiusura del percorso giudiziario e l’obbligo di conformarsi a quanto stabilito in secondo grado. Questo caso ci insegna una lezione fondamentale sul sistema giudiziario: l’accesso alla giustizia, specialmente ai suoi livelli più alti, è subordinato al rispetto di regole procedurali rigorose. Un ricorso in Cassazione redatto senza la dovuta perizia tecnica rischia di essere respinto prima ancora che le sue ragioni vengano ascoltate, sottolineando l’importanza di affidarsi a professionisti esperti per la difesa dei propri diritti in ogni fase del processo.

Qual è l’oggetto del provvedimento della Corte di Cassazione?
L’ordinanza decide su un ricorso presentato contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello, sezione distaccata di Taranto, il 29 ottobre 2024.

Cosa significa ‘ordinanza’ in questo contesto?
Un’ordinanza è un provvedimento giudiziario che, a differenza della sentenza, solitamente risolve questioni procedurali. In questo caso, è probabile che abbia definito l’ammissibilità del ricorso senza entrare nel merito della questione legale.

Qual è il ruolo del Relatore in un giudizio di Cassazione?
Il Relatore è il giudice del collegio a cui è affidato il compito di studiare in modo approfondito il caso, i documenti e i motivi del ricorso, per poi esporre la sua analisi agli altri giudici prima che venga presa la decisione finale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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