Ricorso in Cassazione: Cosa ci dice un’Ordinanza Preliminare
L’analisi di un provvedimento giudiziario spesso ci permette di comprendere le dinamiche complesse del diritto. Oggi esaminiamo un’ordinanza che segna una fase cruciale nel percorso legale di un imputato: il ricorso in Cassazione. Questo documento, pur essendo di natura prettamente procedurale, offre spunti importanti per capire come si articola il giudizio di legittimità davanti alla Suprema Corte.
L’iter Giudiziario Fino alla Cassazione
Un procedimento penale si sviluppa attraverso diversi gradi di giudizio. Dopo una sentenza di primo grado, la parte soccombente (imputato o pubblico ministero) può impugnare la decisione davanti alla Corte d’Appello. La sentenza emessa da quest’ultima può essere a sua volta contestata tramite un ricorso in Cassazione. È importante sottolineare che la Corte di Cassazione non riesamina i fatti del processo, ma valuta esclusivamente la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Si tratta, quindi, di un giudizio di legittimità e non di merito.
Analisi del Provvedimento in Esame
Il documento in analisi è un’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione. Questo atto non decide la controversia, ma formalizza una fase del procedimento. Nel caso specifico, attesta la presentazione di un ricorso da parte di un individuo contro una sentenza della Corte d’Appello di Napoli.
L’intestazione del provvedimento riporta figure chiave del collegio giudicante:
* Presidente: Il giudice che presiede e dirige l’udienza.
* Relatore: Il giudice incaricato di esporre al collegio i fatti di causa, i motivi del ricorso e le questioni giuridiche da risolvere.
La presenza di queste figure indica che il processo ha raggiunto la fase in cui il caso viene formalmente esaminato dal collegio giudicante.
La Fase Istruttoria nel giudizio di Cassazione
Questo tipo di ordinanza si inserisce nella fase preliminare del giudizio di Cassazione. La Corte, ricevuti gli atti, compie una serie di verifiche formali e procedurali. L’ordinanza potrebbe, ad esempio, fissare la data dell’udienza o regolare altri aspetti procedurali necessari per la prosecuzione del giudizio. Non contiene, e non deve contenere, alcuna valutazione sul merito del ricorso, ovvero sulla fondatezza o meno dei motivi di impugnazione.
Le Motivazioni
È fondamentale chiarire che l’ordinanza in esame, data la sua natura interlocutoria e procedurale, è priva delle motivazioni relative all’esito finale del ricorso. Le motivazioni sono il cuore di ogni provvedimento decisorio (come una sentenza) e rappresentano l’insieme delle argomentazioni logico-giuridiche attraverso cui il giudice spiega le ragioni della sua decisione. Sarà solo nel provvedimento finale (sentenza o ordinanza decisoria) che la Corte espliciterà il proprio ragionamento, accogliendo o rigettando il ricorso e spiegandone il perché in base ai principi di diritto.
Le Conclusioni
In conclusione, l’analisi di un’ordinanza di questo tipo, sebbene non riveli l’esito del giudizio, è istruttiva per comprendere l’architettura del processo penale. Essa rappresenta un tassello fondamentale nell’iter che porta alla decisione finale della Corte di Cassazione. Ogni atto, anche quello apparentemente più formale, ha un ruolo preciso e garantisce il corretto svolgimento del procedimento, nel rispetto dei diritti di tutte le parti coinvolte. La trasparenza e la formalità di questi passaggi sono pilastri dello stato di diritto.
Che cos’è un ricorso in Cassazione?
È un mezzo di impugnazione con cui si contesta una sentenza di secondo grado (emessa dalla Corte d’Appello) davanti alla Corte di Cassazione. Non si discutono i fatti, ma solo la corretta applicazione della legge (violazioni di legge o vizi di motivazione).
Qual è il ruolo del Giudice Relatore?
Il Relatore è il giudice, membro del collegio, che ha il compito di studiare approfonditamente il caso e di esporlo agli altri giudici durante l’udienza, illustrando i fatti, i motivi del ricorso e le questioni giuridiche da affrontare.
Che tipo di decisione era stata impugnata in questo caso?
Il ricorso è stato presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli in data 28 maggio 2024. I dettagli sul contenuto di tale sentenza non sono presenti nel documento fornito.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 22169 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 22169 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 28/02/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a NOLA il 11/10/1977
avverso la sentenza del 28/05/2024 della CORTE APPELLO di NAPOLI udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
Ritenuto:
-che COGNOME NOME ricorre per cassazione avverso la sentenza di condanna per il reato di cui all’art. 73, commi 1 e 4, del d.P.R. 309/1990;
-che il ricorso è tardivo. Il termine per impugnare scadeva in data 11/10/2024 (dal 28/05/24
più 60 giorni per il deposito della motivazione più 45 giorni per impugnare). Il ricorso è st depositato il 23/10/2024.
Il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con condanna del-Ocorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Càssa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila a favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 28 febbraio 2025
r DEPOSITATA