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Ricorso in Cassazione: l’ordinanza della Corte

Un’ordinanza della Corte di Cassazione esamina un ricorso in Cassazione proposto da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. Il documento, pur non entrando nel merito, delinea i contorni di un procedimento giunto al suo grado di giudizio finale.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza Procedurale

Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento e riveste un’importanza cruciale per la garanzia dello stato di diritto. Analizziamo un’ordinanza della Suprema Corte per comprendere meglio le dinamiche di questa fase processuale, anche quando il documento a disposizione è di natura prettamente formale e non entra nel merito della vicenda.

Il Contesto Processuale del Caso

Il provvedimento in esame è un’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione. Questo tipo di atto interviene su un ricorso in Cassazione proposto da un imputato contro una sentenza emessa in precedenza dalla Corte d’Appello di Bologna.

L’udienza si è tenuta nel mese di maggio 2025 e la decisione è stata presa nella stessa data, un dettaglio che suggerisce la possibile trattazione di questioni procedurali o di manifesta infondatezza del ricorso, che non richiedono una complessa camera di consiglio.

La Funzione della Corte di Cassazione

È fondamentale ricordare che la Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul ‘fatto’. Il suo compito non è rivalutare le prove o la ricostruzione degli eventi, attività riservate ai giudici di primo e secondo grado (Tribunale e Corte d’Appello). La Suprema Corte è invece ‘giudice di legittimità’: il suo ruolo è verificare che i giudici dei gradi inferiori abbiano applicato correttamente le norme di legge e di procedura. Un ricorso in Cassazione può essere proposto solo per specifici motivi, come la violazione di legge o vizi di motivazione della sentenza impugnata.

Le Motivazioni dell’Ordinanza

Il documento fornito non contiene il testo delle motivazioni, essendo una sorta di ‘copertina’ del provvedimento. Tuttavia, in un caso come questo, le motivazioni di un’ordinanza emessa in seguito a un ricorso in Cassazione si concentrano su aspetti strettamente giuridici. La Corte avrebbe potuto, ad esempio, dichiarare il ricorso inammissibile perché presentato fuori termine, per motivi non consentiti dalla legge, o perché manifestamente infondato. In alternativa, avrebbe potuto accogliere il ricorso, annullando la sentenza impugnata con o senza rinvio a un’altra sezione della Corte d’Appello per un nuovo giudizio.

Conclusioni

In conclusione, anche un documento scarno come un’ordinanza formale ci permette di riflettere sulla struttura del processo penale e sulla funzione essenziale della Corte di Cassazione. Ogni provvedimento, per quanto sintetico, rappresenta il punto finale di un lungo percorso giudiziario e riafferma il principio per cui la legge deve essere interpretata e applicata in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. La decisione della Suprema Corte, che sia di accoglimento o di rigetto, diventa definitiva e chiude la vicenda processuale, salvo casi eccezionali di revisione del processo.

Qual è l’oggetto del provvedimento esaminato?
L’oggetto è un’ordinanza della Corte di Cassazione relativa a un ricorso proposto contro una sentenza penale della Corte d’Appello di Bologna.

Chi sono le parti del procedimento dinanzi alla Cassazione?
Le parti sono il soggetto che ha proposto il ricorso (il ricorrente) e, implicitamente trattandosi di un procedimento penale, lo Stato, rappresentato dal Pubblico Ministero presso la Corte.

Quale decisione è stata impugnata con il ricorso in Cassazione?
È stata impugnata la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bologna in data 22 novembre 2024.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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