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Ricorso in Cassazione: l’obbligo del difensore

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale della procedura penale: un ricorso in Cassazione è inammissibile se proposto personalmente dall’interessato. La Corte ha chiarito che l’atto deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale, pena la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Perché è Obbligatoria la Firma dell’Avvocato?

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase delicata che richiede il rispetto di rigide regole procedurali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale, spesso sottovalutato dai non addetti ai lavori: l’impossibilità per un cittadino di presentare personalmente un ricorso in materia penale. Vediamo nel dettaglio il caso e le ragioni di questa decisione.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un cittadino avverso un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza. L’aspetto determinante, che ha segnato l’esito del procedimento, è che l’atto di impugnazione è stato redatto e depositato personalmente dall’interessato, senza l’assistenza e la sottoscrizione di un difensore.

Questo dettaglio, apparentemente solo formale, si è rivelato fatale per le sorti del ricorso, portando a una dichiarazione di inammissibilità da parte della Suprema Corte.

L’Analisi della Corte sul Ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione ha esaminato l’atto e ha immediatamente rilevato un vizio insanabile. I giudici hanno richiamato la normativa vigente, in particolare gli articoli 571, comma 1, e 613, comma 1, del codice di procedura penale. Queste norme, a seguito delle modifiche introdotte dalla Legge n. 103 del 2017 (la cosiddetta ‘Riforma Orlando’), stabiliscono in modo inequivocabile che il ricorso per cassazione debba essere sottoscritto da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale.

La ratio di questa previsione risiede nella complessità tecnica del giudizio di legittimità, che non valuta i fatti (il merito della questione), ma si concentra esclusivamente sulla corretta applicazione delle norme di diritto. Per tale ragione, il legislatore ha ritenuto indispensabile la presenza di un professionista qualificato, in grado di articolare le censure in modo giuridicamente appropriato.

Il Precedente delle Sezioni Unite

A ulteriore conferma della propria decisione, la Corte ha citato un’importante sentenza delle Sezioni Unite (la n. 8914 del 2018), che aveva già risolto ogni dubbio interpretativo in materia, consolidando il principio secondo cui la parte privata non può stare in giudizio personalmente davanti alla Corte di Cassazione in ambito penale.

Le Motivazioni della Decisione

Sulla base di queste premesse, le motivazioni della Corte sono state lineari e perentorie. Il ricorso, essendo stato proposto personalmente dall’interessato e non tramite un difensore abilitato, è risultato privo di un requisito formale essenziale.

Di conseguenza, i giudici hanno dichiarato l’inammissibilità de plano, ovvero senza neppure entrare nel merito delle questioni sollevate. Tale procedura accelerata, prevista dall’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, si applica proprio nei casi di vizi evidenti che non richiedono ulteriori approfondimenti. La violazione delle norme sulla rappresentanza tecnica rientra a pieno titolo in questa casistica.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza serve come un importante monito. Chiunque intenda presentare un ricorso in Cassazione in materia penale deve necessariamente rivolgersi a un avvocato cassazionista. Il ‘fai da te’ legale, in questa sede, non solo è inefficace, ma è anche controproducente.

La conseguenza diretta dell’inammissibilità, infatti, non è solo la perdita della possibilità di far valere le proprie ragioni, ma anche una condanna economica. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Una sanzione che sottolinea la serietà con cui l’ordinamento considera il rispetto delle regole procedurali a tutela della funzione stessa della Corte di Cassazione.

Posso presentare personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione in materia penale?
No, in base alla normativa vigente (artt. 571 e 613 c.p.p.), il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

Cosa succede se presento un ricorso in Cassazione senza l’assistenza di un avvocato abilitato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile ‘de plano’, cioè senza essere esaminato nel merito. Inoltre, si viene condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, che nel caso di specie è stata di 3.000 euro.

Questo obbligo è una novità recente?
L’obbligo è stato reso più stringente e chiarito dalla legge n. 103 del 2017 e successivamente confermato da una pronuncia delle Sezioni Unite della Cassazione nel 2018, che ha eliminato ogni dubbio interpretativo sulla necessità della difesa tecnica specializzata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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