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Ricorso in Cassazione: l’obbligo del difensore

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso in Cassazione presentato personalmente da un condannato. La decisione si fonda sulla riforma del 2017, che impone, a pena di inammissibilità, la sottoscrizione dell’atto da parte di un avvocato iscritto all’albo speciale. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: perché è fondamentale la firma dell’avvocato

Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale in cui si può contestare unicamente la corretta applicazione della legge. Tuttavia, l’accesso a questa giurisdizione superiore è regolato da norme procedurali molto stringenti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda una di queste regole fondamentali: la necessità che l’atto sia sottoscritto da un difensore specializzato, a pena di inammissibilità. Vediamo nel dettaglio il caso e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso

Un soggetto condannato ha presentato personalmente un ricorso contro un’ordinanza emessa dal Magistrato di Sorveglianza. L’ordinanza impugnata riguardava un reclamo generico, previsto dall’ordinamento penitenziario. Sia il provvedimento del magistrato che il successivo ricorso sono stati emessi e proposti dopo il 3 agosto 2017, una data spartiacque per la procedura penale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha esaminato l’atto e, senza entrare nel merito della questione, lo ha dichiarato immediatamente inammissibile. La decisione è stata presa de plano, ovvero senza indire un’udienza, sulla base di un vizio formale insanabile: la mancanza della firma di un avvocato abilitato.

L’impatto della Riforma del 2017 sul Ricorso in Cassazione

Il punto centrale della decisione risiede nella Legge n. 103 del 2017 (la cosiddetta “Riforma Orlando”). Questa legge ha modificato l’articolo 613 del codice di procedura penale, stabilendo che il ricorso presentato dall’imputato o dal condannato deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione. Questa regola è stata introdotta per garantire un’adeguata professionalità e tecnicità nella redazione di atti destinati al massimo organo giurisdizionale, evitando ricorsi infondati o mal formulati. Poiché il ricorso in esame è stato presentato personalmente dal condannato, violava direttamente questa disposizione.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la propria decisione richiamando esplicitamente la normativa introdotta nel 2017. L’articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale è stato interpretato come una norma che non ammette eccezioni: la sottoscrizione del difensore è un requisito di ammissibilità inderogabile. La sua assenza comporta una declaratoria di inammissibilità de plano, ai sensi dell’articolo 610, comma 5-bis, del codice, che permette una decisione rapida per i ricorsi manifestamente viziati. Inoltre, la Corte ha condannato il ricorrente, come previsto dall’articolo 616 del codice, al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione viene applicata in quanto la presentazione di un ricorso inammissibile è considerata espressione di colpa, non essendoci elementi per escluderla, come chiarito anche da una precedente sentenza della Corte Costituzionale.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per chiunque intenda presentare un ricorso in Cassazione in materia penale: è indispensabile affidarsi a un avvocato cassazionista. La presentazione personale dell’atto, anche se motivata dalle migliori intenzioni, è destinata a fallire per un vizio di forma insuperabile. La decisione sottolinea la volontà del legislatore di filtrare l’accesso alla Suprema Corte, assicurando che solo le questioni giuridicamente complesse e correttamente formulate vengano esaminate. Per i cittadini, la lezione è chiara: la difesa tecnica specializzata non è un’opzione, ma un requisito essenziale per far valere le proprie ragioni nell’ultimo grado di giudizio.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato presentato personalmente dal condannato e non sottoscritto da un difensore iscritto all’albo speciale della Corte di Cassazione, come richiesto dall’art. 613 del codice di procedura penale a seguito della riforma del 2017.

È sempre necessario un avvocato per presentare un ricorso in Cassazione in materia penale?
Sì, secondo la normativa vigente (Legge n. 103 del 2017), il ricorso presentato dall’imputato o dal condannato deve essere obbligatoriamente sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un avvocato abilitato al patrocinio dinanzi alle giurisdizioni superiori.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
In caso di inammissibilità del ricorso, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata quantificata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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