Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza e le sue Conseguenze
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel sistema legale italiano, un momento cruciale in cui non si riesaminano i fatti, ma si valuta la corretta applicazione della legge da parte dei giudici dei gradi precedenti. Analizziamo un’ordinanza emessa dalla Suprema Corte per comprendere meglio la sua funzione e le possibili conseguenze per chi decide di intraprendere questa strada.
I Fatti Processuali
Il caso in esame origina dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino in data 3 dicembre 2024. L’imputato, cercando di ribaltare la decisione a lui sfavorevole, ha adito la Corte di Cassazione, la quale si è pronunciata in udienza il 1° luglio 2025.
La Decisione della Corte: un’Ordinanza di Inammissibilità
La Corte di Cassazione ha deciso il caso con un’ordinanza. Questo strumento processuale, più snello rispetto a una sentenza, viene spesso utilizzato per dichiarare l’inammissibilità del ricorso. Sebbene il testo del provvedimento fornito sia parziale, un frammento è altamente significativo: la menzione della condanna del ricorrente al pagamento di una somma in favore della ‘Cassa delle ammende’.
Nel diritto processuale penale, tale condanna è una conseguenza tipica del rigetto o, più frequentemente, della dichiarazione di inammissibilità del ricorso in Cassazione. Si può quindi dedurre con un alto grado di certezza che l’impugnazione non ha avuto successo.
Le Motivazioni
Sebbene il documento non riporti le specifiche motivazioni della decisione, possiamo delineare le ragioni generali che conducono a un esito di questo tipo. La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile quando questo non rispetta i requisiti di legge. Le cause più comuni includono:
* Vizi di forma: Il ricorso potrebbe essere stato presentato oltre i termini, da un soggetto non legittimato o senza il patrocinio di un avvocato abilitato.
* Motivi non consentiti: Spesso i ricorsi vengono dichiarati inammissibili perché, invece di denunciare violazioni di legge (l’unico compito della Cassazione), tentano di ottenere un nuovo esame dei fatti e delle prove, una valutazione che spetta esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello).
* Manifesta infondatezza: I motivi presentati possono essere ritenuti palesemente privi di fondamento giuridico, tanto da non meritare una trattazione approfondita.
La decisione della Corte, quindi, si è basata su una di queste ragioni procedurali, senza entrare nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato.
Le Conclusioni
Le implicazioni pratiche di questa ordinanza sono definitive per il ricorrente. La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta che la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Torino diventi definitiva e irrevocabile. Di conseguenza, la pena stabilita in quella sede dovrà essere eseguita. Inoltre, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, un’ulteriore conseguenza negativa per aver intrapreso un’impugnazione ritenuta non ammissibile dalla Suprema Corte.
Che cosa significa quando la Corte di Cassazione emette un’ordinanza?
Un’ordinanza, in questo contesto, è un provvedimento che spesso decide sull’ammissibilità del ricorso. Se l’impugnazione presenta vizi formali o è manifestamente infondata, la Corte può utilizzare questa procedura più rapida per dichiararla inammissibile, senza dover discutere il merito con una sentenza.
Qual è l’esito probabile del ricorso in Cassazione in questo caso?
Basandosi sul testo disponibile, l’esito è quasi certamente negativo per il ricorrente. La condanna al pagamento di una somma alla ‘Cassa delle ammende’ è una conseguenza legale prevista specificamente per i casi in cui il ricorso viene rigettato o dichiarato inammissibile.
Quali sono le conseguenze pratiche di una dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La principale conseguenza è che la sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile. Questo significa che la condanna penale deve essere eseguita. In aggiunta, il ricorrente è tenuto a sostenere le spese del procedimento in Cassazione e a versare una sanzione pecuniaria allo Stato.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 28081 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 28081 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 01/07/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a CAGLIARI il 14/10/1978
avverso la sentenza del 03/12/2024 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso presentato nell’interesse di NOME COGNOME
considerato che l’unico motivo di ricorso, con il quale si censura il mancato
proscioglimento dell’imputato ai sensi dell’art. 129 cod. proc. pen., è carente dei requisiti di specificità previsti, a pena di inammissibilità, dall’art. 581 cod. proc.
pen. risolvendosi in un conato del tutto privo di pregio e significato giuridico;
rilevato, pertanto, che il ricorso debba essere dichiarato inammissibile, con la
condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, in data 1 luglio 2025.