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Ricorso in Cassazione: la firma del solo imputato

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1606/2024, ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso straordinario presentato personalmente dall’imputato. La Corte ha ribadito che, a seguito della riforma del 2017, qualsiasi ricorso in Cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto all’albo speciale, estendendo tale principio anche ai ricorsi straordinari per errore di fatto. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Perché la Firma dell’Imputato lo Rende Invalido

Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento e, per questo motivo, è circondato da rigide regole procedurali. Una di queste, rafforzata dalla Riforma Orlando del 2017, riguarda la necessaria assistenza di un difensore specializzato. Una recente ordinanza della Suprema Corte ha ribadito questo principio, chiarendo che anche i ricorsi straordinari, se presentati personalmente dall’imputato, sono destinati a una dichiarazione di inammissibilità. Analizziamo insieme la decisione e le sue implicazioni.

Il Caso in Esame: Un Appello Diretto alla Suprema Corte

La vicenda trae origine da un ricorso straordinario per errore di fatto, presentato da un imputato avverso una precedente sentenza della stessa Corte di Cassazione. Quest’ultima aveva confermato una condanna emessa dalla Corte d’Appello per reati fallimentari. L’aspetto cruciale del caso non risiede nel merito della condanna, ma nel modo in cui l’ultimo appello è stato presentato: l’imputato ha redatto e depositato personalmente il ricorso, senza l’assistenza e la sottoscrizione di un avvocato cassazionista.

La Disciplina del Ricorso in Cassazione Dopo la Riforma

Il punto centrale della questione è la modifica apportata all’articolo 613 del codice di procedura penale dalla Legge n. 103 del 2017. Prima di questa riforma, l’imputato poteva, in via eccezionale, presentare personalmente il ricorso in Cassazione. La nuova normativa ha eliminato questa possibilità, stabilendo che l’atto di ricorso debba essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, esclusivamente da difensori iscritti nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.

La ratio di questa modifica è quella di assicurare un elevato livello di tecnicismo e specializzazione nei ricorsi presentati alla Suprema Corte, la cui funzione non è quella di riesaminare i fatti, ma di garantire la corretta applicazione della legge (funzione nomofilattica).

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Nel dichiarare il ricorso inammissibile, la Corte ha sviluppato un ragionamento lineare e rigoroso. I giudici hanno affermato che la regola introdotta nel 2017 ha una portata generale e si applica a tutte le forme di ricorso in Cassazione. Non fa eccezione, quindi, il ricorso straordinario per errore di fatto previsto dall’art. 625-bis c.p.p.

A sostegno della propria tesi, la Corte ha richiamato un’importante sentenza delle Sezioni Unite (la n. 8914 del 2018), la quale aveva già chiarito che l’obbligo di sottoscrizione da parte di un avvocato cassazionista è un requisito formale inderogabile. La mancanza di tale firma costituisce un vizio insanabile che impedisce al giudice di scendere nel merito della questione. L’inammissibilità viene quindi dichiarata senza alcuna formalità di procedura, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, a titolo di sanzione per aver adito la Corte in modo improprio.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione in commento conferma un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato: l’accesso alla Corte di Cassazione richiede obbligatoriamente il filtro tecnico di un difensore specializzato. Qualsiasi tentativo da parte dell’imputato di agire personalmente dinanzi alla Suprema Corte è destinato a fallire, comportando non solo il rigetto del ricorso ma anche l’addebito di costi aggiuntivi. Questa pronuncia serve da monito sull’importanza di rispettare scrupolosamente le norme procedurali, la cui violazione può precludere la tutela dei propri diritti, anche quando si ritiene di aver subito un’ingiustizia.

Può un imputato presentare personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione?
No. A seguito della Legge n. 103/2017, tutti i ricorsi per cassazione devono essere obbligatoriamente sottoscritti da un difensore iscritto all’albo speciale della Corte di Cassazione. L’imputato non può più provvedervi personalmente.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione non è firmato da un avvocato abilitato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina il merito delle questioni sollevate, ma rigetta l’atto per un vizio di forma. Il ricorrente viene inoltre condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

La regola della firma obbligatoria dell’avvocato si applica anche al ricorso straordinario per errore di fatto?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che il requisito della sottoscrizione da parte di un avvocato cassazionista si applica a tutte le forme di ricorso, compreso quello straordinario previsto dall’art. 625-bis del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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