Ricorso in Cassazione: Quando l’Appello viene Respinto e Cosa Comporta
L’analisi di oggi si concentra su un’ordinanza della Corte di Cassazione che, sebbene molto sintetica nel testo a nostra disposizione, offre spunti fondamentali sul funzionamento del ricorso in Cassazione e sulle sue conseguenze economiche in caso di esito negativo. Il caso riguarda un appello presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Palermo, che si è concluso con una condanna pecuniaria per il ricorrente.
I Fatti del Caso: Un Appello alla Suprema Corte
Un soggetto, a seguito di una condanna emessa dalla Corte d’Appello di Palermo in data 15 maggio 2024, ha deciso di impugnare tale decisione presentando un ricorso presso la Suprema Corte di Cassazione. Questo rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, limitato alla verifica della corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità) e non a una nuova valutazione dei fatti (giudizio di merito).
La Corte di Cassazione, nella sua Settima Sezione Penale, ha esaminato il ricorso in un’udienza tenutasi il 21 febbraio 2025. Il provvedimento emesso è un’ordinanza, tipologia di atto che spesso risolve questioni procedurali.
La Decisione della Corte e il rigetto del ricorso in Cassazione
L’ordinanza si conclude con una statuizione molto chiara: la condanna del ricorrente al pagamento della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Sebbene il documento non riporti esplicitamente la declaratoria di inammissibilità o di rigetto del ricorso, questa condanna ne è la conseguenza diretta e inequivocabile.
Nella procedura penale, infatti, quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile o lo rigetta, la legge prevede che il ricorrente privato sia condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma pecuniaria alla Cassa delle ammende. L’importo, fissato discrezionalmente dal giudice, serve a sanzionare l’aver adito la Corte con un’impugnazione ritenuta infondata o non ammissibile, fungendo da deterrente contro ricorsi meramente dilatori o pretestuosi.
Le Motivazioni
Il testo a nostra disposizione non entra nel dettaglio delle motivazioni giuridiche che hanno portato la Corte a questa conclusione. Tuttavia, possiamo dedurre che i giudici abbiano riscontrato vizi insanabili nell’atto di impugnazione o la manifesta infondatezza dei motivi addotti. Le ragioni di inammissibilità di un ricorso in Cassazione possono essere molteplici: dalla proposizione per motivi non consentiti dalla legge (ad esempio, tentare di ottenere una nuova valutazione dei fatti), alla carenza di specificità dei motivi, fino al mancato rispetto dei termini per la presentazione.
La decisione di condannare il ricorrente a una sanzione pecuniaria sottolinea la valutazione negativa della Corte sull’iniziativa processuale intrapresa. Si tratta di un meccanismo volto a preservare la funzione nomofilattica della Cassazione, evitando che venga oberata da impugnazioni prive dei requisiti minimi di legge.
Le Conclusioni
L’ordinanza in esame, pur nella sua brevità, è un’efficace sintesi delle conseguenze di un ricorso in Cassazione infondato. Ci insegna che l’accesso alla giustizia, pur essendo un diritto fondamentale, deve essere esercitato con responsabilità. La presentazione di un ricorso in Cassazione richiede un’attenta valutazione dei presupposti di legge, poiché un esito negativo non comporta solo la conferma della decisione impugnata, ma anche significative conseguenze economiche. La condanna al pagamento di una somma in favore della Cassa delle ammende è un monito a non intraprendere impugnazioni avventate, ma a riservare lo strumento del ricorso ai soli casi in cui si lamentino reali violazioni di legge.
Cosa si intende per ricorso in Cassazione?
È l’impugnazione con cui si contesta una sentenza di secondo grado davanti alla Suprema Corte di Cassazione, la quale però può giudicare solo sulla corretta applicazione delle norme di diritto (violazioni di legge) e non riesaminare i fatti del processo.
Qual è stata la decisione della Corte nel caso specifico?
La Corte ha condannato il ricorrente al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questo esito implica che il suo ricorso è stato respinto o dichiarato inammissibile.
Perché il ricorrente è stato condannato a pagare una somma alla Cassa delle ammende?
Questa sanzione pecuniaria è prevista dalla legge quando un ricorso in Cassazione in materia penale viene dichiarato inammissibile o rigettato. Serve come deterrente per evitare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o proposti al di fuori dei casi consentiti, che gravano inutilmente sul sistema giudiziario.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 22152 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 22152 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 21/02/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOMECOGNOMENOME nato a TRAPANI il 01/12/1960
avverso la sentenza del 15/05/2024 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
R.G. n. 34810/2024
CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO
Visti gli atti, la sentenza impugnata (condanna per il reato di evasione);
Esaminato il motivo di ricorso, relativo al giudizio di responsabilità;
Ritenuto il motivo inammissibile perché, da una parte, meramente riproduttivo di censure già
adeguatamente valutate dai Giudici di merito e sostanzialmente volto ad una rivisitazione dell risultanze probatorie, e, dall’altra, perché obiettivamente generico rispetto alla motivaz
della sentenza impugnata con la quale non si confronta (cfr., pagg. 2 sentenza impugnata);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna d ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore dell
Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processua e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 21 febbraio 2025.