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Ricorso in Cassazione: inammissibilità e sanzione

La Corte di Cassazione ha esaminato un ricorso in Cassazione proposto contro una sentenza del Tribunale. L’ordinanza, pur senza entrare nel merito, ha implicitamente dichiarato l’inammissibilità del ricorso, condannando il ricorrente al pagamento di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende. La decisione sottolinea le conseguenze di un’impugnazione che non supera il vaglio di ammissibilità.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Conseguenze dell’Inammissibilità

Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel sistema giuridico italiano, un momento cruciale in cui non si riesaminano i fatti, ma si valuta la corretta applicazione del diritto. Tuttavia, non tutti i ricorsi superano il vaglio di ammissibilità. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre lo spunto per analizzare cosa accade quando un’impugnazione viene respinta in via preliminare, con importanti conseguenze per il ricorrente.

Il Caso in Esame: un’Impugnazione senza Esito

La vicenda trae origine dal ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dal Tribunale di Napoli nell’ottobre del 2024. Il caso è giunto all’attenzione della settima sezione penale della Corte di Cassazione. Con una stringata ordinanza, la Corte ha concluso il procedimento senza entrare nel merito delle questioni sollevate.

La Decisione della Corte sul Ricorso in Cassazione

La decisione della Corte, pur non esplicitando la formula “dichiara inammissibile”, ne assume la sostanza attraverso le sue conseguenze. Il ricorrente è stato infatti condannato al pagamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questo tipo di condanna è una sanzione processuale tipicamente associata alla declaratoria di inammissibilità o al rigetto di un ricorso, volta a sanzionare l’abuso dello strumento processuale e a scoraggiare impugnazioni palesemente infondate.

Le Motivazioni (Implicite) dietro l’Inammissibilità

L’ordinanza in esame non entra nel dettaglio delle motivazioni, come spesso accade nei provvedimenti di questa natura. Tuttavia, possiamo delineare le ragioni più comuni per cui un ricorso in Cassazione penale viene dichiarato inammissibile. Spesso, ciò avviene perché i motivi di ricorso non sono specifici, sono manifestamente infondati o si concentrano su una rivalutazione dei fatti (il cosiddetto “merito”), attività preclusa alla Corte, che è un giudice di legittimità. Il suo compito è verificare che la legge sia stata interpretata e applicata correttamente, non stabilire se un testimone sia stato più o meno credibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Le implicazioni di una declaratoria di inammissibilità sono significative. In primo luogo, la sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile, con tutte le conseguenze che ne derivano. In secondo luogo, scatta la condanna al pagamento di una sanzione pecuniaria, come i 3.000 euro nel caso di specie, che rappresenta un ulteriore onere per il ricorrente. Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il ricorso in Cassazione è uno strumento serio, da utilizzare solo in presenza di vizi di legittimità concreti e ben argomentati, pena la sua reiezione con conseguenze negative.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
La Corte non esamina il merito della questione. La sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente può essere condannato al pagamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie con una sanzione di 3.000 euro.

Perché il ricorrente è stato condannato a pagare una somma alla Cassa delle ammende?
Questa condanna è una sanzione processuale prevista per i casi in cui il ricorso per cassazione è dichiarato inammissibile. Serve a scoraggiare impugnazioni infondate o presentate senza rispettare i requisiti di legge.

Qual è il ruolo della Corte di Cassazione in un procedimento penale?
La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito non è rivalutare i fatti del processo, ma assicurare la corretta applicazione e interpretazione della legge da parte dei giudici dei gradi inferiori. Un ricorso che chiede una nuova valutazione dei fatti è, di per sé, inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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