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Ricorso in Cassazione: inammissibile senza avvocato

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 15/05/2024, ha dichiarato inammissibili i ricorsi di alcuni imputati condannati per spaccio. La decisione si fonda su un vizio procedurale: il ricorso in Cassazione era stato proposto personalmente dagli imputati e non, come richiesto dalla legge, da un avvocato abilitato. Un altro ricorso è stato dichiarato inammissibile per rinuncia, rendendo la condanna definitiva.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione Senza Avvocato: La Strada Verso l’Inammissibilità

Nel complesso panorama della giustizia penale, le regole procedurali non sono meri formalismi, ma garanzie fondamentali per il corretto svolgimento del processo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio cruciale: il ricorso in Cassazione in materia penale deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore abilitato, pena l’inammissibilità. L’analisi di questo provvedimento offre spunti essenziali per comprendere le conseguenze di un errore in questa fase delicata del giudizio.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una sentenza della Corte d’Appello che aveva confermato la responsabilità penale di diversi imputati per plurimi episodi di cessione di sostanze stupefacenti. Avverso tale decisione, gli imputati proponevano ricorso dinanzi alla Corte di Cassazione. Tuttavia, i ricorsi venivano presentati con modalità differenti: alcuni attraverso il proprio difensore, uno veniva rinunciato e due venivano proposti personalmente dagli imputati stessi.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha emesso una decisione articolata, trattando diversamente le posizioni dei vari ricorrenti.

Per due degli imputati, i cui motivi di ricorso non apparivano manifestamente infondati, la Corte ha disposto la separazione delle loro posizioni e la trasmissione degli atti a un’altra sezione per la trattazione nel merito.

Per un altro imputato, che aveva formalmente dichiarato di rinunciare all’impugnazione, il ricorso è stato dichiarato inammissibile, determinando il passaggio in giudicato della sentenza di condanna.

Il punto focale dell’ordinanza riguarda, però, i due imputati che avevano presentato il ricorso personalmente. Per questi, la Corte ha dichiarato l’inammissibilità, evidenziando un vizio procedurale insuperabile.

Le Motivazioni: L’Obbligo del Difensore per il Ricorso in Cassazione

La Corte ha basato la sua decisione sull’interpretazione dell’articolo 613 del codice di procedura penale. La motivazione centrale risiede nella modifica legislativa introdotta dalla Legge n. 103 del 2017 (la cosiddetta “Riforma Orlando”). Questa riforma ha soppresso l’inciso che in precedenza permetteva alla parte di provvedere personalmente al deposito del ricorso in Cassazione.

Di conseguenza, dal 3 agosto 2017, data di entrata in vigore della legge, i ricorsi per cassazione in materia penale devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione. Il “fai da te” processuale, in questo grado di giudizio, non è più consentito. La mancanza del ministero di un difensore qualificato costituisce un vizio insanabile che impedisce alla Corte di esaminare il merito delle censure sollevate.

Oltre alla condanna al pagamento delle spese processuali, comune a tutti i ricorrenti dichiarati inammissibili, la Corte ha modulato la sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende: una somma maggiore per gli imputati il cui ricorso era viziato proceduralmente e una somma inferiore per colui che aveva rinunciato.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito sull’importanza del rigore formale nel processo penale, specialmente nel giudizio di legittimità. Le implicazioni pratiche sono chiare: chiunque intenda presentare un ricorso in Cassazione deve necessariamente affidarsi a un avvocato cassazionista. Tentare di agire personalmente non solo è inutile, ma è controproducente: porta a una declaratoria di inammissibilità, rende la condanna definitiva e comporta l’addebito di spese e sanzioni economiche. La difesa tecnica qualificata non è un’opzione, ma un requisito indispensabile per accedere al più alto grado della giurisdizione.

È possibile presentare personalmente un ricorso per Cassazione in materia penale?
No. A seguito della modifica dell’art. 613 cod. proc. pen. introdotta dalla legge n. 103 del 2017, il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

Cosa succede se un imputato rinuncia al proprio ricorso per Cassazione?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Di conseguenza, la sentenza di condanna impugnata diventa definitiva e irrevocabile (passa in giudicato) e il rinunciante è condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende.

Quali sono le conseguenze della dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
La principale conseguenza è che la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, il cui importo viene stabilito discrezionalmente dal giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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