LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso in Cassazione inammissibile se ripetitivo

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso in Cassazione inammissibile poiché si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello. La decisione sottolinea che il ricorso di legittimità non può essere una semplice ripetizione dei motivi precedenti, ma deve individuare specifici vizi di legge. L’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 28 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione Inammissibile: Quando l’Appello è Solo una Copia

Presentare un ricorso in Cassazione richiede precisione e argomentazioni specifiche. Un recente provvedimento della Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: la mera riproposizione dei motivi già discussi in appello conduce a una declaratoria di ricorso in Cassazione inammissibile. Questa ordinanza offre spunti cruciali per comprendere i limiti del giudizio di legittimità e le conseguenze di un’impugnazione non correttamente formulata.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza della Corte d’Appello di Lecce. L’imputato, tramite il suo difensore, ha impugnato la decisione di secondo grado portando le sue ragioni dinanzi alla Corte di Cassazione. Tuttavia, l’atto di ricorso non ha introdotto nuovi profili di illegittimità della sentenza impugnata, limitandosi a replicare le stesse doglianze già esaminate e rigettate dai giudici d’appello.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con ordinanza del 10 aprile 2025, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte ha constatato che le argomentazioni presentate non erano altro che una pedissequa riproduzione di quelle già valutate nel precedente grado di giudizio. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?

La decisione della Suprema Corte si fonda su principi consolidati della procedura penale. Analizziamo nel dettaglio le ragioni che hanno portato a questa conclusione.

Mera Riproduzione dei Motivi d’Appello

Il motivo principale dell’inammissibilità risiede nel fatto che il ricorso era meramente ripetitivo. La Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito, ma un giudice di legittimità. Il suo compito non è rivalutare i fatti, ma verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e motivato in modo logico e non contraddittorio la loro decisione. Riproporre le stesse questioni già vagliate e respinte, senza evidenziare vizi specifici della sentenza d’appello (come un errore di diritto o un vizio di motivazione), rende il ricorso privo della sua funzione tipica.

L’Autonomia della Valutazione del Giudice di Merito

I giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) hanno il compito di valutare le prove e ricostruire i fatti. La Corte di Cassazione ha sottolineato come i giudici d’appello avessero ampiamente e correttamente esaminato tutti i punti sollevati dalla difesa, tra cui la richiesta di rinnovazione delle prove, la valutazione delle testimonianze e il rigetto della richiesta di riconoscimento dell’attenuante della provocazione. Le motivazioni fornite dalla Corte d’Appello sono state ritenute logiche e giuridicamente corrette, rendendo le critiche del ricorrente un tentativo inammissibile di ottenere una nuova e diversa valutazione del materiale probatorio.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza ribadisce un’importante lezione per chi intende adire la Corte di Cassazione. Un ricorso in Cassazione inammissibile non è solo un’occasione persa, ma comporta anche conseguenze economiche significative. È fondamentale che il ricorso per cassazione si concentri sull’individuazione di specifici vizi di legittimità della sentenza impugnata, come la violazione di legge o il vizio di motivazione, anziché sperare in un riesame dei fatti. La difesa tecnica deve quindi elaborare argomenti nuovi e pertinenti al giudizio di legittimità, dimostrando in che modo la Corte d’Appello abbia errato nell’applicare il diritto o nel costruire il suo percorso argomentativo, pena la condanna a pagare spese e sanzioni.

Quando un ricorso in Cassazione rischia di essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso in Cassazione rischia di essere dichiarato inammissibile quando si limita a riproporre le medesime argomentazioni e doglianze già presentate e rigettate nel giudizio d’appello, senza sollevare specifici vizi di legittimità (errori di diritto o di motivazione) della sentenza impugnata.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Se il ricorso è dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria da versare alla Cassa delle ammende, come nel caso di specie dove la somma è stata fissata in tremila euro.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove e i fatti di un processo?
No, la Corte di Cassazione non è un giudice del merito e non può riesaminare le prove o effettuare una nuova valutazione dei fatti. Il suo compito è quello di verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza dei giudici dei gradi precedenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati