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Ricorso in Cassazione: inammissibile se personale

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso presentato personalmente da un imputato. La decisione si fonda sulla modifica normativa del 2017 all’art. 613 c.p.p., che ha reso obbligatorio il patrocinio di un avvocato specializzato per qualsiasi ricorso in Cassazione, eliminando la possibilità per la parte di agire autonomamente.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione Personale: La Cassazione Conferma l’Inammissibilità

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso in Cassazione non può essere proposto personalmente dall’imputato, ma deve essere necessariamente sottoscritto da un difensore abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori. Questa decisione evidenzia le conseguenze della riforma legislativa del 2017, che ha modificato le regole di accesso al giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un’istanza presentata nell’interesse di un individuo per ottenere la rescissione del giudicato e la revoca di una sentenza di condanna emessa dal Tribunale. La Corte d’Appello territorialmente competente dichiarava l’istanza inammissibile.

Contro tale provvedimento, l’imputato decideva di agire personalmente, presentando un ricorso in Cassazione con una dichiarazione sottoscritta di suo pugno. L’atto veniva quindi sottoposto al vaglio della Suprema Corte per valutarne l’ammissibilità.

La Decisione della Corte e il Ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, non perché l’ordinanza impugnata non fosse ricorribile, ma perché l’atto di impugnazione era stato proposto da un soggetto non legittimato a farlo.

La Corte ha chiarito che, sebbene l’ordinanza che dichiara inammissibile una richiesta di rescissione del giudicato sia impugnabile con ricorso per cassazione ai sensi dell’art. 127 del codice di procedura penale, le modalità di proposizione di tale ricorso sono state radicalmente modificate dalla legge n. 103 del 23 giugno 2017.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della motivazione risiede nell’analisi dell’articolo 613 del codice di procedura penale, che disciplina le forme del ricorso. Prima della riforma del 2017, la norma consentiva alla parte di presentare personalmente il ricorso, prevedendo l’inciso “Salvo che la parte non vi provveda personalmente”.

La legge n. 103 del 2017 ha soppresso tale inciso, con efficacia a partire dal 3 agosto 2017. Di conseguenza, da quella data, l’unica modalità valida per instaurare un giudizio dinanzi alla Corte di Cassazione è attraverso il patrocinio di un difensore tecnico iscritto nell’apposito albo speciale. L’art. 613, comma 1, c.p.p. oggi stabilisce in modo inequivocabile che “l’atto di ricorso, le memorie e i motivi nuovi devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’albo speciale della Corte di Cassazione”.

Poiché il ricorso in esame è stato presentato personalmente dall’imputato in data successiva al 3 agosto 2017, la Corte non ha potuto fare altro che dichiararlo inammissibile. La mancanza della sottoscrizione del difensore qualificato costituisce un vizio insanabile che impedisce l’esame del merito dell’impugnazione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza conferma una regola procedurale inderogabile: chiunque intenda presentare un ricorso in Cassazione in ambito penale deve obbligatoriamente avvalersi di un avvocato cassazionista. Qualsiasi tentativo di agire personalmente è destinato a fallire, con conseguente dichiarazione di inammissibilità.

Le implicazioni pratiche sono significative. L’imputato non solo vede preclusa la possibilità di far esaminare le proprie ragioni dalla Suprema Corte, ma viene anche condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria (nel caso specifico, 4.000,00 euro) a favore della cassa delle ammende. La decisione sottolinea quindi l’importanza cruciale della difesa tecnica specializzata nel grado più alto della giurisdizione penale.

È possibile per un imputato presentare personalmente un ricorso in Cassazione?
No. A seguito della riforma introdotta con la legge n. 103 del 2017, in vigore dal 3 agosto 2017, il ricorso in Cassazione deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione, a pena di inammissibilità.

Quale modifica normativa ha reso obbligatorio l’avvocato per il ricorso in Cassazione?
La legge 23 giugno 2017, n. 103, ha soppresso dall’art. 613, comma 1, del codice di procedura penale, l’inciso “Salvo che la parte non vi provveda personalmente”, rendendo di fatto esclusiva la difesa tecnica qualificata.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile per questo motivo?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie con una sanzione di 4.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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