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Ricorso in Cassazione inammissibile se personale

La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 23240/2024, ha dichiarato un ricorso in Cassazione inammissibile perché proposto personalmente dall’imputato. La legge, infatti, impone che l’atto sia sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto all’albo speciale della Corte. Di conseguenza, l’appellante è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: la firma dell’avvocato è un requisito essenziale

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione, l’ordinanza n. 23240/2024, ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: un ricorso in Cassazione inammissibile è la conseguenza diretta della sua sottoscrizione personale da parte dell’imputato. Questa decisione sottolinea l’importanza del ruolo del difensore specializzato nell’ultimo grado di giudizio, un requisito non formale ma sostanziale per garantire la corretta amministrazione della giustizia.

I fatti del caso

Il caso ha origine da una condanna per violazione della legge sugli stupefacenti (art. 73, comma 1, d.P.R. 309/1990), emessa dal Tribunale di Padova e successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Venezia. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione dei giudici di merito, ha deciso di presentare personalmente un ricorso presso la Suprema Corte di Cassazione per contestare la sentenza di secondo grado. L’atto di impugnazione, tuttavia, portava unicamente la sua firma, senza l’intervento di un legale abilitato.

La Procedura per il Ricorso in Cassazione Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso con una procedura semplificata, cosiddetta de plano, ovvero senza fissare un’udienza pubblica. Questa modalità è prevista quando l’inammissibilità appare manifesta fin da una prima analisi degli atti. La Corte ha rapidamente rilevato il vizio procedurale che rendeva l’impugnazione irricevibile.

La base giuridica della decisione risiede nell’articolo 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103 del 2017. Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che l’atto di ricorso per cassazione, così come le memorie e i motivi nuovi, deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.

Le motivazioni della decisione

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando direttamente il testo della legge. La norma è chiara e non lascia spazio a interpretazioni: la sottoscrizione da parte di un avvocato cassazionista è un requisito di validità dell’atto. La ratio di questa disposizione è quella di garantire che il ricorso sia tecnicamente ben fondato, concentrandosi esclusivamente su questioni di diritto (errori nell’applicazione della legge), come richiesto nel giudizio di legittimità. Il legislatore ha ritenuto che solo un professionista con una specifica qualificazione potesse assicurare questo livello di tecnicismo, evitando di gravare la Suprema Corte con ricorsi basati su riesami dei fatti, non ammessi in tale sede.

Essendo il ricorso stato firmato personalmente dall’imputato, e non da un difensore abilitato, la Corte lo ha dichiarato inammissibile ai sensi dell’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale.

Le conclusioni e le conseguenze pratiche

La dichiarazione di inammissibilità ha comportato due conseguenze significative per il ricorrente. In primo luogo, la condanna al pagamento delle spese processuali. In secondo luogo, il versamento di una somma di euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente inammissibili, che rappresentano un inutile dispendio di risorse per il sistema giudiziario.

Questa ordinanza funge da monito: nel processo penale, e in particolare nel giudizio di Cassazione, il “fai da te” non è ammesso. L’assistenza di un difensore specializzato non è una mera facoltà, ma un obbligo procedurale la cui violazione preclude qualsiasi possibilità di esame del merito del ricorso, rendendo definitiva la sentenza di condanna.

Chi può firmare un ricorso per Cassazione in materia penale?
Secondo l’art. 613 del codice di procedura penale, il ricorso deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, esclusivamente da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

Cosa succede se un imputato firma personalmente il ricorso per Cassazione?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte con una procedura semplificata (de plano), senza che i motivi vengano esaminati nel merito. La sentenza di condanna diventa così definitiva.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Alla dichiarazione di inammissibilità consegue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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