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Ricorso in Cassazione inammissibile se non sottoscritto

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso in Cassazione inammissibile perché proposto personalmente dagli imputati e non sottoscritto da un difensore abilitato. La decisione si fonda sull’art. 613 c.p.p., che impone la firma di un legale iscritto all’albo speciale a pena di inammissibilità. I ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione Inammissibile: L’Importanza della Firma del Difensore

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: un ricorso in Cassazione inammissibile è la conseguenza diretta della mancata sottoscrizione dell’atto da parte di un difensore abilitato. Questo caso evidenzia come un vizio di forma possa precludere l’accesso al giudizio di legittimità, rendendo definitiva una condanna senza che ne vengano esaminate le ragioni di merito. Analizziamo insieme la vicenda e le sue implicazioni.

I Fatti di Causa

Due soggetti, a seguito della conferma della loro condanna da parte della Corte di Appello di Roma per il delitto previsto dagli artt. 110, 81 e 337 del codice penale, decidevano di impugnare tale decisione. Anziché affidarsi a un legale specializzato, presentavano personalmente il ricorso presso la Corte di Cassazione, sottoscrivendo loro stessi l’atto. Si dolevano di vizi di motivazione e violazioni di legge processuale relative alla prova della loro colpevolezza.

La Decisione della Corte e il Ricorso in Cassazione Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con una procedura snella definita de plano (cioè senza udienza pubblica, data la manifesta infondatezza o inammissibilità), ha dichiarato i ricorsi irricevibili. La ragione di tale drastica decisione non risiede nel merito delle doglianze sollevate, ma in un errore procedurale insuperabile: la presentazione del ricorso da parte degli imputati stessi.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha fondato la sua decisione sull’articolo 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103 del 2017 (la cosiddetta “Riforma Orlando”). Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che l’atto di ricorso, le memorie e i motivi nuovi presentati in Cassazione devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

La ratio di questa disposizione è quella di assicurare un “filtro” tecnico, garantendo che gli atti sottoposti all’esame della Suprema Corte posseggano un livello qualitativo adeguato e si concentrino su questioni di pura legittimità, evitando di intasare la Corte con ricorsi non pertinenti o mal formulati. Di conseguenza, i ricorsi presentati personalmente dagli imputati, essendo privi di tale requisito formale, sono stati dichiarati inammissibili ai sensi dell’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale.

Conclusioni

Le conseguenze di questa declaratoria di inammissibilità sono state significative per i ricorrenti. Oltre a vedere la loro condanna diventare definitiva, sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro ciascuno in favore della Cassa delle ammende. Questo provvedimento serve da monito: nel giudizio di Cassazione, il “fai da te” non è ammesso. L’assistenza di un difensore cassazionista non è una mera facoltà, ma un requisito indispensabile la cui mancanza determina l’impossibilità per il giudice di esaminare il ricorso, con tutte le conseguenze negative del caso.

Un imputato può presentare personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione?
No. Secondo la normativa vigente (art. 613 c.p.p.), il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto all’albo speciale della Corte di Cassazione, altrimenti è inammissibile.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione è privo della firma di un avvocato cassazionista?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non entra nel merito delle questioni sollevate e la sentenza impugnata diventa definitiva.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso in Cassazione inammissibile in questo caso?
I ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di euro tremila ciascuno in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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