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Ricorso in Cassazione: inammissibile se non firmato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso in materia penale perché presentato personalmente dall’interessato. La legge impone che il ricorso in Cassazione sia sottoscritto da un avvocato iscritto all’albo speciale, pena l’inammissibilità e la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Inammissibile se Presentato Personalmente

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultima e più delicata fase di un processo. Le regole procedurali sono estremamente rigide e la loro violazione può avere conseguenze definitive. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ribadisce un principio fondamentale: il ricorso penale davanti alla Cassazione non ammette il ‘fai-da-te’ e deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un avvocato specializzato, pena una declaratoria di inammissibilità e sanzioni economiche.

I Fatti del Caso

Il caso nasce dall’impugnazione di un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Palermo. Il soggetto interessato, anziché affidarsi a un legale abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori, decideva di presentare personalmente il proprio ricorso in Cassazione. Questo atto, apparentemente volto a far valere le proprie ragioni, si è scontrato con una barriera procedurale insormontabile.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, senza entrare nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non ha lasciato spazio a interpretazioni: la presentazione personale dell’atto costituisce una violazione diretta delle norme che regolano l’accesso al giudizio di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione e le Regole sul Ricorso in Cassazione

La Corte ha fondato la sua decisione sul ‘combinato disposto’ degli articoli 571, comma 1, e 613, comma 1, del codice di procedura penale. Queste norme, come modificate dalla cosiddetta ‘Riforma Orlando’ (legge n. 103 del 2017), stabiliscono in modo inequivocabile che il ricorso in Cassazione deve essere sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione. Questa non è una mera formalità, ma un requisito di ammissibilità essenziale.

La ratio della norma è garantire che gli atti sottoposti al vaglio della Suprema Corte posseggano un livello tecnico adeguato, evitando di congestionare la Corte con ricorsi infondati o mal formulati. A sostegno della propria decisione, i giudici hanno richiamato un precedente fondamentale delle Sezioni Unite (sent. n. 8914/2018), che ha consolidato questo principio.

La condanna al pagamento di tremila euro alla Cassa delle ammende deriva dall’applicazione dell’art. 610, comma 5-bis, cod. proc. pen. Tale norma prevede una sanzione pecuniaria quando l’inammissibilità è dovuta a colpa del ricorrente. La Corte ha ritenuto che la scelta di agire personalmente, ignorando una regola procedurale così chiara, costituisse una condotta colposa che ha causato l’inutile attivazione della macchina giudiziaria.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito severo sull’importanza del patrocinio legale qualificato, specialmente nei gradi più alti della giustizia. Le implicazioni pratiche sono chiare: chiunque intenda presentare un ricorso in Cassazione in ambito penale deve obbligatoriamente rivolgersi a un avvocato cassazionista. Tentare di agire in autonomia non solo è inutile, ma è anche economicamente dannoso. La decisione sottolinea che la complessità del diritto e delle sue procedure richiede competenza specifica, e la legge pone dei paletti invalicabili per tutelare la funzione stessa della Corte di Cassazione, giudice della legittimità e non dei fatti.

È possibile presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No. L’ordinanza chiarisce che, in base agli artt. 571 e 613 del codice di procedura penale, il ricorso per cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.

Quali sono le conseguenze se un ricorso viene presentato senza la firma di un avvocato abilitato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata a tremila euro.

Perché il ricorrente è stato condannato anche al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende?
Perché la legge (art. 610, comma 5-bis, c.p.p.) prevede tale sanzione in caso di inammissibilità, a meno che non vi siano elementi che escludano la colpa del ricorrente. In questo caso, la Corte ha ritenuto che la presentazione personale del ricorso costituisse una causa di inammissibilità imputabile alla colpa del ricorrente stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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