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Ricorso in Cassazione inammissibile: No a nuovi fatti

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7826/2025, dichiara un ricorso in Cassazione inammissibile perché basato su una nuova valutazione dei fatti e delle prove. La Suprema Corte ribadisce che il suo ruolo non è quello di un terzo grado di giudizio, ma di controllo sulla corretta applicazione della legge. I ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione Inammissibile: I Limiti della Corte sulla Valutazione dei Fatti

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cardine del nostro sistema processuale: il giudizio di legittimità non può trasformarsi in un terzo grado di merito. Il caso in esame offre uno spunto fondamentale per comprendere quando un ricorso in Cassazione è inammissibile, specialmente se fondato su una rilettura delle prove già vagliate nei precedenti gradi di giudizio. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine dai ricorsi presentati da due individui avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli. I ricorrenti contestavano la decisione di secondo grado, sperando di ottenere un annullamento o una riforma della stessa da parte della Suprema Corte.

Il Ricorso in Cassazione e i Motivi di Impugnazione

I motivi alla base dei ricorsi non vertevano su presunte violazioni di legge o errori procedurali da parte dei giudici di merito. Al contrario, le argomentazioni degli appellanti si concentravano su:

* Una diversa lettura dei dati processuali emersi durante il processo.
* Una differente ricostruzione storica dei fatti oggetto della controversia.
* Un diverso giudizio sull’attendibilità e sulla rilevanza delle fonti di prova.

In sostanza, i ricorrenti chiedevano alla Corte di Cassazione di riesaminare il merito della vicenda, sovrapponendo la propria valutazione a quella già effettuata in primo e secondo grado.

La Decisione della Corte: Il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili. La decisione si fonda sulla consolidata giurisprudenza che delinea nettamente i confini del giudizio di legittimità. Di conseguenza, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro ciascuno a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Le motivazioni dell’ordinanza sono chiare e didattiche. La Corte ha ribadito che la legge le preclude di entrare nel merito delle risultanze processuali. Il suo compito non è quello di riesaminare le prove o di valutare se la ricostruzione dei fatti operata dal giudice di merito sia l’unica possibile, ma solo di controllare che la motivazione della sentenza impugnata sia logica, coerente e rispettosa della legge.

La Corte ha specificato che non può:

1. Sovrapporre la propria valutazione a quella compiuta nei precedenti gradi di giudizio.
2. Saggiare la tenuta logica della pronuncia confrontandola con modelli di ragionamento alternativi o basati su una diversa interpretazione delle prove.

Richiamando un importante precedente delle Sezioni Unite (sentenza Jakani del 2000), i giudici hanno sottolineato che i giudici d’appello avevano ampiamente e correttamente esplicitato le ragioni del loro convincimento con argomenti logici e giuridici validi. Tali argomenti, peraltro, non erano stati specificamente contestati dai ricorrenti sotto il profilo della violazione di legge o del vizio di motivazione, ma solo indirettamente, attraverso una richiesta di nuova valutazione.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza conferma che la strategia di presentare un ricorso in Cassazione sperando in una terza valutazione dei fatti è destinata al fallimento. Un ricorso in Cassazione inammissibile è la conseguenza diretta di un’impostazione errata, che non si concentra sui vizi di legittimità (violazione di legge o vizi della motivazione), ma tenta di trasformare la Suprema Corte in un giudice di merito. La pronuncia serve da monito: l’impugnazione in Cassazione deve essere tecnica e mirata a specifici errori di diritto, pena l’inammissibilità e l’imposizione di sanzioni economiche. È essenziale, quindi, affidarsi a una difesa specializzata che sappia distinguere tra questioni di fatto, non più discutibili, e questioni di diritto, le uniche che possono trovare accoglimento in sede di legittimità.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile quando, come in questo caso, non si concentra su errori di diritto ma tenta di ottenere una nuova valutazione dei fatti o delle prove, un compito che spetta esclusivamente ai giudici dei gradi di merito precedenti.

Qual è il ruolo della Corte di Cassazione?
La Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio per riesaminare il caso nel suo complesso. Il suo compito è verificare che i giudici precedenti abbiano applicato correttamente la legge e che la motivazione della sentenza sia logica e non contraddittoria, senza entrare nel merito della ricostruzione dei fatti.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
Oltre alla conferma della decisione impugnata, chi presenta un ricorso dichiarato inammissibile viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria (in questo caso, tremila euro ciascuno) a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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