LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso in Cassazione inammissibile: motivi e regole

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso in Cassazione inammissibile, poiché basato su motivi non proposti nel precedente grado di giudizio e su doglianze relative ai fatti, non ammesse in sede di legittimità. Il ricorrente, condannato per la violazione dell’art. 95 d.P.R. 115/2002, aveva contestato la dosimetria della pena e l’accertamento dell’elemento psicologico. La Corte ha ribadito che non è possibile introdurre nuove questioni in Cassazione e che il suo ruolo non è quello di rivalutare i fatti. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto con condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione Inammissibile: Quando e Perché i Motivi non Vengono Esaminati

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel sistema legale italiano, una fase delicata che richiede un’estrema precisione tecnica. Non tutte le impugnazioni, però, arrivano a una discussione nel merito. Con l’ordinanza n. 27271/2024, la Suprema Corte ci offre un chiaro esempio pratico di un ricorso in Cassazione inammissibile, spiegando perché certi motivi non possono nemmeno essere presi in considerazione. Questo caso diventa una lezione fondamentale sui limiti e le regole del giudizio di legittimità.

Il Caso in Analisi: Un Appello Respinto in Partenza

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un imputato per il reato previsto dall’art. 95 del D.P.R. 115/2002. Dopo la conferma della sentenza di primo grado da parte della Corte d’Appello di Potenza, la difesa decide di tentare l’ultima carta, proponendo ricorso per cassazione. Tuttavia, l’esito non è quello sperato: la Corte Suprema dichiara il ricorso inammissibile senza entrare nel vivo delle questioni sollevate.

I Motivi del Ricorso e la Valutazione della Corte

La difesa aveva articolato il proprio ricorso su tre punti principali:

1. Due motivi relativi alla dosimetria della pena, ovvero alla quantificazione della sanzione inflitta.
2. Un terzo motivo che lamentava il mancato accertamento dell’elemento psicologico del reato, cioè l’intenzione o la colpa del soggetto.

La Corte di Cassazione, però, ha bloccato l’analisi sul nascere, ritenendo tutti i motivi non validi per ragioni puramente procedurali.

Perché il Ricorso in Cassazione è Stato Dichiarato Inammissibile?

L’ordinanza è molto chiara nell’evidenziare due errori cruciali commessi dalla difesa, che rappresentano classici esempi di inammissibilità nel giudizio di legittimità.

Motivi Nuovi: Un Errore Strategico Fatale

I primi due motivi, riguardanti la pena, sono stati considerati inammissibili perché sollevati per la prima volta in Cassazione. La Corte ha sottolineato un principio fondamentale: i motivi di ricorso in Cassazione devono vertere su questioni già devolute alla Corte d’Appello. Non è possibile “riservarsi” degli argomenti per l’ultimo grado di giudizio. Introdurre censure nuove, che il giudice d’appello non ha potuto esaminare, configurerebbe un “difetto di motivazione a priori” e snaturerebbe la funzione della Cassazione. Anche una generica lamentela in appello, specificata solo in Cassazione, non è sufficiente.

Doglianze di Fatto: Il Limite Invalicabile della Cassazione

Il terzo motivo, relativo all’elemento psicologico, è stato respinto perché qualificato come doglianza in fatto. La Corte di Cassazione svolge un “giudizio di legittimità”, non un “giudizio di merito”. Il suo compito non è rivalutare le prove o proporre una ricostruzione dei fatti diversa da quella dei giudici precedenti, ma solo verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza impugnata sia logica e non contraddittoria. Nel caso di specie, la difesa si era limitata a opporre la propria valutazione a quella, ritenuta logica, della Corte d’Appello, chiedendo di fatto alla Cassazione di agire come un terzo giudice di merito, cosa che le è preclusa.

Le Motivazioni della Decisione

Nelle sue motivazioni, la Corte ha spiegato che il ricorso era privo della necessaria analisi critica delle argomentazioni della sentenza d’appello. Invece di evidenziare vizi di legittimità (come un’errata applicazione della legge o una motivazione manifestamente illogica), la difesa ha proposto una diversa interpretazione dei fatti. La Suprema Corte, citando consolidata giurisprudenza (incluse le Sezioni Unite), ha ribadito che il suo vaglio si ferma di fronte a un ragionamento del giudice di merito che sia coerente e privo di palesi errori logici. Pertanto, essendo i motivi proposti estranei ai poteri di controllo della Corte, il ricorso non poteva che essere dichiarato inammissibile.

Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche e le Lezioni per la Difesa

La dichiarazione di inammissibilità non è priva di conseguenze. Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. La lezione che emerge da questa ordinanza è chiara: il ricorso in Cassazione è uno strumento tecnico che richiede il massimo rigore. Non è una terza occasione per discutere i fatti, né la sede per introdurre argomenti nuovi. La difesa deve concentrarsi esclusivamente sulla dimostrazione di specifici errori di diritto o vizi logici macroscopici presenti nella sentenza impugnata, basandosi sulle questioni già affrontate nei gradi di merito.

È possibile presentare in Cassazione motivi di ricorso non discussi in Appello?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che non è possibile sollevare per la prima volta in sede di legittimità questioni che non sono state oggetto dei motivi di appello, per evitare che la decisione di secondo grado venga annullata per un punto che non era stato sottoposto al suo esame.

Perché la Corte di Cassazione non ha riesaminato l’accertamento dell’elemento psicologico del reato?
La Corte non ha riesaminato questo punto perché lo ha considerato una “doglianza in fatto”. Il compito della Cassazione è verificare la corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità), non ricostruire i fatti o valutare diversamente le prove, compito che spetta ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello).

Quali sono le conseguenze di un ricorso in Cassazione inammissibile?
Come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati