Ricorso in Cassazione Inammissibile: Analisi di un’Ordinanza e le Sue Conseguenze Economiche
Presentare un ricorso alla Suprema Corte di Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase delicata che richiede il rispetto di rigorosi requisiti di forma e di sostanza. Quando questi presupposti non vengono soddisfatti, il risultato è una dichiarazione di inammissibilità. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare le severe conseguenze di un ricorso in Cassazione inammissibile, che non si limitano alla sola conferma della sentenza precedente, ma comportano anche significative sanzioni economiche per il ricorrente.
I Fatti del Caso
Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 10 maggio 2024. Il ricorrente, ritenendo ingiusta la decisione di secondo grado, ha deciso di adire la Suprema Corte di Cassazione per ottenerne la riforma. La questione è stata quindi sottoposta al vaglio della settima sezione penale della Corte.
La Decisione della Corte di Cassazione
Dopo aver esaminato gli atti, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza con una decisione netta e perentoria: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa pronuncia impedisce alla Corte di entrare nel merito della questione. In altre parole, i giudici non hanno valutato se le ragioni del ricorrente fossero fondate o meno, ma si sono fermati a una valutazione preliminare che ha evidenziato la mancanza dei presupposti necessari per procedere con l’esame dell’impugnazione.
Le conseguenze di un ricorso in Cassazione inammissibile
La conseguenza principale della declaratoria di inammissibilità è la condanna del ricorrente a sostenere oneri economici non indifferenti. Nello specifico, la Corte ha disposto:
1. La condanna al pagamento delle spese processuali.
2. La condanna al versamento di una somma di euro 3.000 in favore della Cassa delle ammende.
Questa sanzione pecuniaria non ha natura risarcitoria, ma punitiva, e serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi temerari o palesemente infondati, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario.
Le Motivazioni della Decisione
L’ordinanza in commento, per sua natura sintetica, non entra nel dettaglio delle specifiche ragioni che hanno portato alla dichiarazione di inammissibilità. Tuttavia, in linea generale, un ricorso in Cassazione inammissibile può derivare da diverse cause, come la mancata indicazione dei motivi di diritto specifici per cui si ricorre, la proposizione di censure che riguardano il merito dei fatti (non consentite in sede di legittimità), o il mancato rispetto dei termini perentori per la presentazione dell’atto.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
La decisione analizzata ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio straordinario, riservato a casi in cui si lamenta una violazione di legge e non un semplice riesame dei fatti. Le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile sono un monito per chi intende intraprendere questa strada. È essenziale affidarsi a un difensore esperto che possa valutare attentamente la sussistenza dei presupposti per un ricorso, evitando così non solo la conferma della condanna, ma anche l’aggravio di ulteriori e pesanti sanzioni pecuniarie.
Cosa significa quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non esamina il merito della questione perché il ricorso non rispetta i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge. La decisione impugnata diventa quindi definitiva.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la sanzione ammontava a 3.000 euro.
Contro quale provvedimento era stato proposto il ricorso?
Il ricorso era stato presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Bari emessa in data 10 maggio 2024.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 13901 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 13901 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 07/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME COGNOME nato a CERIGNOLA il 01/09/1992
avverso la sentenza del 10/05/2024 della CORTE APPELLO di BARI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME
considerato che l’unico motivo di ricorso, che contesta il vizio motivazionale
in relazione alla qualificazione giuridica del reato ai sensi dell’art. 648
bis cod. pen.
ed all’eccessiva quantificazione della pena inflitta, è del tutto generico in quanto prospetta deduzioni astratte e prive delle ragioni di diritto e dei dati di fatto ch
sorreggono la richiesta, a fronte di una motivazione sufficiente e non illogica e di adeguato esame delle deduzioni difensive (si vedano, in particolare, pagg. 3 e 4
della sentenza impugnata);
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con
condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 07/03/2025
Il onsigliere Estensore