Ricorso in Cassazione Inammissibile: Analisi di una Decisione della Suprema Corte
L’accesso alla Corte di Cassazione, ultimo grado del giudizio penale, è un momento cruciale che può determinare l’esito definitivo di un procedimento. Tuttavia, non tutti i ricorsi superano il vaglio preliminare della Corte. Un’ordinanza recente ci offre lo spunto per analizzare il concetto di ricorso in Cassazione inammissibile e le sue pesanti conseguenze. Questo articolo esplora i motivi per cui un ricorso può essere respinto in via preliminare, basandosi su una decisione della Settima Sezione Penale.
I Fatti Processuali alla Base del Ricorso
Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 14 marzo 2024. L’imputato, cercando di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado, ha adito la Suprema Corte di Cassazione, affidando le sue speranze all’ultimo baluardo della giurisdizione.
La Decisione della Corte di Cassazione
Riunita in camera di consiglio, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso. All’esito della deliberazione, i Giudici hanno emesso un’ordinanza con cui hanno dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione, sebbene concisa, segna la fine del percorso giudiziario per l’imputato, rendendo la condanna d’appello irrevocabile.
Le Motivazioni: Perché un Ricorso in Cassazione è Inammissibile?
Il documento in esame non entra nel dettaglio delle specifiche ragioni che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità. Tuttavia, possiamo delineare le cause generali che, secondo il codice di procedura penale, conducono a un tale esito. Un ricorso in Cassazione è considerato inammissibile principalmente quando:
1. Mancanza dei motivi specifici: Il ricorso è redatto in modo generico, senza indicare con precisione le violazioni di legge o i vizi di motivazione che si intendono denunciare.
2. Motivi non consentiti dalla legge: L’impugnazione si basa su questioni di fatto, cercando una nuova valutazione delle prove, compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado. La Cassazione è giudice di legittimità, non di merito.
3. Violazione di norme procedurali: Il ricorso viene presentato fuori termine o da un soggetto non legittimato.
4. Manifesta infondatezza: I motivi addotti appaiono palesemente privi di qualsiasi fondamento giuridico, al punto da non richiedere un’analisi approfondita.
Nel caso specifico, è probabile che il ricorso sia incappato in una di queste fattispecie, portando i Giudici a chiudere il processo senza neppure entrare nel merito delle questioni sollevate.
Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Declaratoria di Inammissibilità
La dichiarazione di inammissibilità di un ricorso non è una mera formalità, ma produce effetti giuridici ed economici molto concreti per il ricorrente. In primo luogo, la sentenza impugnata passa immediatamente in giudicato, diventando definitiva ed esecutiva. In secondo luogo, come stabilito dall’art. 616 del codice di procedura penale, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento. Infine, la Corte impone anche il versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi temerari o palesemente infondati. Questa decisione ribadisce quindi il rigore con cui la Suprema Corte valuta i presupposti di ammissibilità dei ricorsi, a tutela della propria funzione nomofilattica e dell’efficienza del sistema giudiziario.
Cosa significa quando un ricorso per Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte di Cassazione non ha esaminato il caso nel merito perché l’atto di impugnazione non rispettava i requisiti formali e sostanziali richiesti dalla legge, come la specificità dei motivi o la loro attinenza a questioni di diritto.
Qual è la conseguenza principale di un ricorso in Cassazione inammissibile?
La conseguenza principale è che la sentenza impugnata diventa definitiva e non può più essere contestata. Inoltre, il ricorrente è condannato a pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.
Perché il ricorrente deve pagare una somma alla Cassa delle ammende?
Il pagamento di una somma alla Cassa delle ammende è una sanzione prevista dalla legge per disincentivare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o proposti senza il rispetto delle regole processuali, contribuendo a non sovraccaricare inutilmente la Corte di Cassazione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 24476 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 24476 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 17/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a SAN SEVERO il 11/08/1979
avverso la sentenza del 14/03/2024 della CORTE APPELLO di BARI
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
IN FATTO E IN DIRITTO
Letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME
rilevato che i due motivi di ricorso, con i quali si contestano il diniego delle
circostanze attenuanti generiche, la mancata disapplicazione della recidiva e l’omessa sostituzione della pena detentiva breve, non sono consentiti in sede di
legittimità e sono manifestamente infondati in
presenza di una motivazione esente da evidenti illogicità;
che il giudice di merito a pag. 5 della sentenza impugnata ha congruamente
motivato in considerazione dei numerosi precedenti gravanti sull’imputato, sintomatici di un’elevata pericolosità sociale;
ritenuto che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con condanna del
ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali ed alla somma di euro tremila in favore delle Cassa delle
ammende.
Così deciso il 17 giugno 2025.