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Ricorso in Cassazione inammissibile: condanna spese

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 14/01/2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, evidenziando le severe conseguenze di un’impugnazione che non rispetta i requisiti di legge.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione Inammissibile: Analisi di un’Ordinanza

L’accesso alla Corte di Cassazione, ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, è un diritto fondamentale ma soggetto a rigide regole procedurali. Un ricorso in Cassazione inammissibile non solo impedisce l’esame del merito della questione, ma comporta anche conseguenze economiche significative per chi lo propone. Analizziamo un’ordinanza recente per comprendere meglio questo istituto.

I Fatti di Causa

Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione da un soggetto condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello di Bologna. L’imputato, tramite il suo difensore, ha tentato di contestare la sentenza d’appello, sperando in una riforma o in un annullamento della stessa. Durante il procedimento, è stata depositata anche una memoria difensiva per rafforzare le argomentazioni a sostegno del ricorso.

La Decisione della Corte di Cassazione

Con ordinanza del 14 gennaio 2025, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha posto fine al percorso giudiziario del ricorrente, dichiarando il ricorso inammissibile. Di conseguenza, il provvedimento impugnato è diventato definitivo e irrevocabile. La Corte non è entrata nel merito delle doglianze sollevate, fermandosi a una valutazione preliminare sulla validità dell’atto di impugnazione.

Oltre a questa declaratoria, la Corte ha condannato il ricorrente a due pagamenti:
1. Il rimborso delle spese processuali sostenute dallo Stato.
2. Il versamento di una somma di euro 3.000 in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di inammissibilità dell’impugnazione.

Le Motivazioni: Perché un ricorso in Cassazione è inammissibile?

Il provvedimento in esame, pur nella sua sinteticità, chiarisce che la decisione di inammissibilità è stata presa sulla base delle argomentazioni del ricorso stesso, ritenute non idonee a superare il vaglio preliminare della Corte, anche tenendo conto dei contenuti della memoria difensiva successivamente presentata.

Generalmente, un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse ragioni, come la mancanza dei motivi specifici richiesti dalla legge (ad esempio, violazione di legge o vizio di motivazione), la proposizione di censure che riguardano il merito dei fatti (non consentite in sede di legittimità) o il mancato rispetto dei termini per l’impugnazione. La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende funge da deterrente contro la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano il sistema giudiziario senza reali possibilità di accoglimento.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: l’impugnazione in Cassazione deve essere preparata con estrema perizia tecnica. Non è sufficiente essere in disaccordo con una sentenza di appello; è necessario articolare le proprie ragioni secondo i canoni specifici del giudizio di legittimità. Un ricorso in Cassazione inammissibile non solo non ottiene il risultato sperato, ma aggrava la posizione del ricorrente con ulteriori oneri economici. È quindi cruciale affidarsi a un legale esperto in materia per valutare attentamente le reali possibilità di successo prima di intraprendere questo percorso, evitando così costi inutili e la conferma definitiva della condanna.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte di Cassazione non esamina il merito della questione. La sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorrente deve pagare una somma alla Cassa delle ammende?
Il pagamento di una somma alla Cassa delle ammende è una sanzione prevista dalla legge per i casi di ricorso inammissibile. Ha lo scopo di scoraggiare la presentazione di impugnazioni infondate, pretestuose o dilatorie, che contribuiscono a congestionare il lavoro della Corte di Cassazione.

La presentazione di una memoria difensiva può ‘salvare’ un ricorso inammissibile?
No. Come si evince dal provvedimento, anche se la Corte ha tenuto conto della memoria presentata, questa non è stata sufficiente a superare i vizi originari del ricorso. La memoria può approfondire o chiarire i motivi già esposti, ma non può sanare un’inammissibilità legata ai requisiti fondamentali dell’atto di impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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