Ricorso in Cassazione Inammissibile: Perché la Firma dell’Avvocato è Cruciale
Presentare un ricorso di fronte alla Corte di Cassazione è un passo delicato e tecnicamente complesso. Un errore formale può compromettere irrimediabilmente l’intero percorso giudiziario, portando a una dichiarazione di ricorso in Cassazione inammissibile. Una recente ordinanza della Suprema Corte ribadisce un principio fondamentale: l’obbligo di farsi assistere da un difensore specializzato. Analizziamo insieme questo caso per capire le conseguenze di una tale mancanza.
I Fatti del Caso
Il ricorrente, dopo aver ricevuto un provvedimento di cumulo materiale delle pene, aveva presentato un’istanza alla Corte d’Appello di Napoli per ottenere l’applicazione di una riduzione di pena prevista dall’art. 442 del codice di procedura penale. La Corte d’Appello aveva rigettato tale istanza.
Contro questa decisione, il condannato decideva di agire personalmente, proponendo ricorso direttamente alla Corte di Cassazione, senza l’assistenza e la firma di un legale.
La Decisione della Corte: il Ricorso in Cassazione Inammissibile
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stroncato sul nascere le speranze del ricorrente. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile senza neppure entrare nel merito della questione. La decisione non si è basata sulla fondatezza o meno della richiesta di riduzione della pena, ma su un vizio formale insanabile: la mancanza della sottoscrizione da parte di un avvocato abilitato al patrocinio in Cassazione.
Le Motivazioni
La motivazione della Corte è netta e si fonda su una precisa disposizione di legge. L’articolo 613 del codice di procedura penale, così come modificato dalla legge n. 103 del 2017, stabilisce in modo inequivocabile che l’atto di ricorso, le memorie e i motivi nuovi presentati in Cassazione devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto all’apposito albo speciale.
La Corte non ha fatto altro che applicare alla lettera questa norma procedurale. La legge non lascia spazio a interpretazioni o a sanatorie successive. Il ricorso presentato personalmente dalla parte è, per definizione, nullo. Di conseguenza, i giudici hanno dichiarato l’inammissibilità dell’impugnazione.
Oltre al rigetto del ricorso, questa declaratoria comporta due conseguenze economiche dirette per il ricorrente:
1. La condanna al pagamento delle spese processuali.
2. La condanna al versamento di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende, ritenuta congrua data la manifesta colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.
Le Conclusioni
Questa pronuncia, seppur breve, offre un insegnamento fondamentale: nel processo penale, e in particolare nel giudizio di legittimità, il ‘fai da te’ non è ammesso e può rivelarsi controproducente. La normativa che impone la firma di un avvocato cassazionista non è un mero formalismo, ma una garanzia di tecnicismo e professionalità richiesta per adire il massimo organo della giurisdizione.
Chi intende presentare un ricorso in Cassazione deve obbligatoriamente affidarsi a un difensore specializzato. Tentare di agire in autonomia non solo preclude ogni possibilità di vedere esaminata la propria richiesta nel merito, ma espone anche a sicure conseguenze economiche negative, come il pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.
È possibile per un condannato presentare personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione?
No, l’ordinanza conferma che, in base all’art. 613 del codice di procedura penale, il ricorso è inammissibile se non viene sottoscritto da un difensore iscritto all’albo speciale della Corte di Cassazione.
Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile per questo motivo?
Oltre a non poter ottenere una decisione nel merito della propria richiesta, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata fissata in 3.000 euro.
Perché la legge richiede obbligatoriamente la firma di un avvocato specializzato?
La legge impone questo requisito per garantire che gli atti presentati alla Corte di Cassazione, che è un giudice di legittimità e non di merito, posseggano l’adeguato livello tecnico e giuridico, evitando così di sovraccaricare la Corte con ricorsi privi dei requisiti formali e sostanziali minimi.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 8438 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 8438 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 08/02/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a NAPOLI il DATA_NASCITA
avverso l’ordinanza del 10/07/2023 della CORTE APPELLO di NAPOLI
ato~,
udita la relazione svolta dal AVV_NOTAIO NOME COGNOME;
Rilevato che con il provvedimento impugnato la Corte d’appello di Napoli ha rigettato l’istanza proposta da COGNOME NOME di applicazione, successivamente all’emanazione del provvedimento di cumulo materiale delle pene, della diminuente ex art. 442 cod. proc. pen.;
Rilevato che avverso il provvedimento ha proposto ricorso personalmente il condannato;
Rilevato che l’art 613 cod. proc. pen., così come modificato dalla L. 23/6/2017 n. 103, prevede, a pena di inammissibilità, che l’atto di ricorso, le memorie ed i motivi nuovi debba essere sottoscritti da un difensore iscritto all’albo speciale della Corte di cassazione;
Ritenuto che il ricorso è pertanto inammissibile;
Considerato che alla inammissibilità del ricorso segue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali, nonché – valutato il contenuto del ricorso e in mancanza di elementi atti a escludere la colpa nella determinazione della causa di inammissibilità versamento della somma, ritenuta congrua, di euro tremila in favore della cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende.
Così deciso 1’8/02/2024