Ricorso in Cassazione: Come si Svolge il Giudizio in Suprema Corte
Il mondo della giustizia è scandito da atti e procedure che possono apparire complessi. Un documento come un’ordinanza della Corte di Cassazione, pur nella sua brevità, è una tessera fondamentale nel mosaico di un processo. Analizziamo un caso concreto per comprendere il significato e il percorso di un ricorso in Cassazione e il ruolo degli atti che ne formalizzano le tappe.
Il Contesto del Giudizio di Legittimità
Un procedimento penale si articola, di norma, in più gradi di giudizio. Dopo una sentenza di primo grado, la parte soccombente può proporre appello. La decisione della Corte d’Appello, a sua volta, può essere impugnata attraverso un ricorso in Cassazione. Questo terzo grado di giudizio, detto anche ‘giudizio di legittimità’, è peculiare: la Suprema Corte non riesamina i fatti, ma valuta se i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge.
Il caso in esame origina proprio da un ricorso proposto contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Messina il 29 gennaio 2025.
L’Ordinanza: Un Atto Formale del Procedimento
Il documento analizzato è un’ordinanza. A differenza della sentenza, che definisce il giudizio nel merito, l’ordinanza ha spesso una funzione ordinatoria e procedurale. In questo specifico contesto, il documento attesta che, in una determinata data di udienza (26/05/2025), la Corte si è riunita per decidere sul ricorso.
L’ordinanza menziona figure chiave come il Presidente del collegio e il Consigliere Relatore. Quest’ultimo ha il compito di studiare approfonditamente il caso e di presentare una relazione agli altri giudici, riassumendo i fatti e le questioni di diritto sollevate nel ricorso. L’atto certifica che questa relazione è stata ascoltata e che è stato dato avviso alle parti, garantendo il rispetto del contraddittorio. Infine, si attesta che ‘Così deciso in data 26 maggio 2025’, indicando che il collegio ha raggiunto una decisione.
Analisi del valore del documento nel ricorso in Cassazione
È fondamentale comprendere che questo tipo di ordinanza non è la decisione finale. Non ci dice se il ricorso sia stato accolto o respinto. È, piuttosto, il verbale formale che chiude la fase dell’udienza e attesta l’avvenuta deliberazione. La decisione vera e propria, completa di tutte le argomentazioni giuridiche, sarà contenuta nel testo della sentenza (o di un’ordinanza più articolata) che verrà depositata in cancelleria in un momento successivo.
Le Motivazioni
Le motivazioni che sottostanno all’emissione di un’ordinanza di questo tipo sono puramente procedurali. L’atto serve a formalizzare il completamento di una fase cruciale del processo: l’udienza di discussione e la successiva deliberazione in camera di consiglio. La sua esistenza è una garanzia della trasparenza e della regolarità del procedimento, documentando che la Corte ha esaminato il ricorso e ha preso una decisione in una data certa, dopo aver ascoltato la relazione del giudice incaricato.
Le Conclusioni
In conclusione, l’ordinanza esaminata è un documento interlocutorio ma essenziale nel percorso di un ricorso in Cassazione. Essa segna il punto di arrivo della fase di discussione e il punto di partenza per l’attesa del deposito delle motivazioni. Per le parti coinvolte, questo atto significa che il giudizio di legittimità si è concluso e che a breve conosceranno l’esito finale e le ragioni giuridiche che lo hanno determinato. Rappresenta un esempio chiaro di come ogni singolo atto giudiziario, anche il più sintetico, abbia un ruolo preciso e insostituibile nell’amministrazione della giustizia.
Cosa significa ‘Ordinanza’ in questo specifico contesto?
In questo caso, l’Ordinanza è un atto formale che attesta l’avvenuta discussione e deliberazione su un ricorso da parte della Corte di Cassazione in una specifica data. Non contiene la decisione sul merito, ma certifica il compimento di una fase processuale.
Qual è il ruolo del ‘Relatore’ in un processo in Cassazione?
Il Relatore è il giudice, membro del collegio giudicante, che ha il compito di studiare approfonditamente gli atti del ricorso e di esporre oralmente il caso, i motivi di ricorso e le questioni giuridiche agli altri giudici durante l’udienza, prima della decisione finale.
Questo documento contiene la decisione finale sul caso?
No, questo documento non rivela l’esito del ricorso. Esso si limita a registrare che la Corte ha preso una decisione in una certa data. La decisione vera e propria, completa delle sue motivazioni, sarà contenuta nel testo integrale della sentenza o dell’ordinanza motivata che verrà depositata successivamente.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 28063 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 28063 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 26/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a MESSINA il 07/09/1978
avverso la sentenza del 29/01/2025 della CORTE APPELLO di MESSINA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigrafe;
esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché i motivi prospettati non sono consentiti dal legge in sede di legittimità in quanto il primo, proposto in termini di non immediata decifrabil
della censura, contesta la valutazione resa nel determinare gli aumenti per le continuazione per i quattro reati satelliti ( un mese di reclusine per ciascun fatto) e la pena finale irrogata
mesi di reclusione) una volta apportata la riduzione per il rito, determinazione resa senz incorrere in alcun vizio prospettabile in questa sede mentre il secondo contesta il giudizio relati
al diniego delle generiche, puntualmente non riconosciute sia per l’assorbente rierimento ai precedenti dell’imputato, sia per l’assenza di validi elementi di segno positivo ai quali ancora
positivamente la relativa valutazione, non indicati neppure dal ricorso in esame;
rilevato che all’inammissibilità del ricorso conseguono le pronunce di cui all’art. 616 co proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in data 26 maggio 2025.