Ricorso in Cassazione: Guida al Giudizio di Ultima Istanza
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel sistema giuridico italiano, un momento cruciale che determina l’esito definitivo di una controversia penale. Attraverso l’analisi di un’ordinanza emessa dalla Suprema Corte, esploreremo le fasi e il significato di questo importante strumento processuale. Il caso in esame riguarda un imputato che ha impugnato una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello, portando la questione di fronte ai massimi giudici della giurisdizione.
Il Percorso Giudiziario: Dall’Appello al Ricorso in Cassazione
Un processo penale non si conclude necessariamente con la sentenza di primo o secondo grado. La parte soccombente, tipicamente l’imputato condannato, ha la facoltà di presentare un appello e, successivamente, un ricorso in Cassazione. Quest’ultimo, tuttavia, non è un terzo processo sul merito dei fatti. La Corte di Cassazione, infatti, non valuta nuovamente le prove (come testimonianze o perizie), ma si concentra esclusivamente sulla corretta applicazione della legge e sul rispetto delle norme procedurali da parte dei giudici dei gradi precedenti. Si tratta di un giudizio di legittimità, non di merito.
I Motivi del Ricorso
Il ricorso può essere proposto solo per specifici motivi previsti dalla legge, tra cui:
* Violazione di norme di legge.
* Vizi procedurali che hanno compromesso il diritto di difesa.
* Mancanza, contraddittorietà o manifesta illogicità della motivazione della sentenza impugnata.
L’Ordinanza della Suprema Corte: Un Atto Procedurale
Il provvedimento in esame è un’ordinanza. A differenza della sentenza, che definisce il giudizio nel merito, l’ordinanza ha solitamente una funzione interlocutoria o procedurale. Nel contesto del giudizio di Cassazione, un’ordinanza può, ad esempio, dichiarare l’inammissibilità del ricorso perché presentato fuori termine o per motivi non consentiti dalla legge, oppure può risolvere questioni procedurali sorte durante il giudizio. In questo specifico caso, il documento attesta la decisione presa dalla Corte in camera di consiglio, segnando la conclusione dell’iter processuale per il ricorrente.
Le motivazioni
Sebbene il documento analizzato sia di natura formale e non contenga il testo integrale delle argomentazioni, la sezione delle motivazioni è il cuore di ogni provvedimento giurisdizionale. È in questa parte che la Corte di Cassazione spiega il ragionamento giuridico che sta alla base della sua decisione. In un ricorso in Cassazione, i giudici esplicitano perché ritengono che i motivi di ricorso siano fondati o infondati. Ad esempio, potrebbero argomentare che la Corte d’Appello ha interpretato erroneamente una norma penale, oppure, al contrario, che la motivazione della sentenza impugnata è logica, coerente e giuridicamente corretta, respingendo così le censure del ricorrente.
Le conclusioni
Le conclusioni dell’ordinanza o della sentenza della Cassazione sono definitive e sanciscono l’esito del processo. Un ricorso può essere rigettato, rendendo definitiva la condanna, oppure dichiarato inammissibile. In caso di accoglimento, la Corte può annullare la sentenza impugnata. L’annullamento può essere ‘senza rinvio’, quando la Corte stessa può decidere la causa nel merito, o ‘con rinvio’, quando il caso viene rimandato a un’altra sezione della Corte d’Appello per un nuovo giudizio basato sui principi di diritto stabiliti dalla Cassazione. Questa decisione ha implicazioni pratiche fondamentali, determinando la libertà o la detenzione dell’imputato e rappresentando un precedente per la futura interpretazione della legge.
Chi ha proposto il ricorso in questo caso?
Il ricorso è stato proposto dall’imputato avverso una sentenza di secondo grado.
Quale provvedimento è stato impugnato con il ricorso in Cassazione?
È stata impugnata una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catanzaro.
Che tipo di atto ha emesso la Corte di Cassazione per definire il procedimento?
La Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza, un provvedimento che in questo contesto sancisce l’esito del ricorso.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 20814 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 20814 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 14/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a NAPOLI il 10/04/1991
avverso la sentenza del 17/06/2024 della CORTE APPELLO di CATANZARO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che NOME ricorre avverso la sentenza della Corte di appello di Catanzaro che ne ha confermato la condanna per due condotte
integranti il delitto di cui all’art. 455 cod. pen.;
Considerato che i due motivi di ricorso, che deducono
“violazione dell’art. 606
comma B), C) ed E) cpp”
in relazione all’art. 49 comma 2 cod. pen., agli artt. 133
e 62 bis cod. pen., si esaurisce in proposizioni astratte del tutto avulse dalla fattispecie concreta;
Ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di
euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle
ammende.
Così deciso il 14/05/2025