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Ricorso in Cassazione: il percorso di un appello

Un’ordinanza della Corte di Cassazione esamina un ricorso in Cassazione contro una sentenza della Corte d’Appello di Venezia. Il provvedimento, emesso a seguito dell’udienza, rappresenta un passo nel procedimento di legittimità, dove la Suprema Corte valuta la corretta applicazione della legge.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale
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Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza Procedurale

Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale in cui non si riesaminano i fatti, ma si valuta la corretta applicazione delle norme di diritto. Recentemente, un’ordinanza della Suprema Corte ci offre lo spunto per analizzare uno dei passaggi di questo complesso iter. Il documento in esame non decide il caso nel merito, ma ne fotografa una fase procedurale, permettendoci di fare chiarezza su come si svolge il processo davanti alla Corte di Cassazione.

I Fatti Processuali alla Base del Ricorso

Il caso trae origine da un ricorso proposto da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Venezia. La parte ricorrente ha deciso di impugnare la decisione di secondo grado, portando la questione all’attenzione della Corte di Cassazione. Quest’ultima, con l’ordinanza in esame, dà atto dello svolgimento di un’udienza in cui è stata sentita la relazione del Consigliere incaricato, un passaggio fondamentale per l’esame del caso da parte del collegio giudicante.

L’Ordinanza: un Atto Interlocutorio nel Ricorso in Cassazione

A differenza di una sentenza, che definisce il giudizio, un’ordinanza come quella in analisi ha natura interlocutoria. Ciò significa che non contiene la decisione finale sul ricorso. Il documento si limita a certificare che il procedimento sta seguendo il suo corso: le parti sono state avvisate e il giudice relatore ha esposto la sua relazione. Quest’atto, sebbene privo di una decisione sul merito, è essenziale perché attesta il corretto svolgimento del contraddittorio e la progressione del processo verso la sua conclusione.

La Funzione del Giudice Relatore

Il Consigliere relatore ha un ruolo chiave: è il giudice a cui viene affidato lo studio preliminare del ricorso. Durante l’udienza, egli espone al resto del collegio i fatti di causa, i motivi del ricorso e le questioni di diritto che devono essere affrontate. La sua relazione costituisce la base sulla quale si svilupperà la discussione in camera di consiglio, che porterà poi alla decisione finale.

Le Motivazioni della Decisione

È fondamentale sottolineare che il documento in esame, essendo un’ordinanza di natura meramente procedurale, non contiene le motivazioni della decisione finale. Le motivazioni sono il cuore di ogni provvedimento giudiziario, in quanto spiegano l’iter logico-giuridico seguito dai giudici per giungere a una determinata conclusione. In un futuro provvedimento, che sarà una sentenza o un’ordinanza di inammissibilità, la Corte espliciterà le ragioni del suo giudizio. Ad esempio, potrebbe dichiarare il ricorso inammissibile per vizi formali, rigettarlo perché infondato, oppure accoglierlo, annullando la sentenza impugnata con o senza rinvio a un altro giudice.

Conclusioni

L’ordinanza analizzata, pur nella sua brevità, ci insegna molto sul funzionamento del ricorso in Cassazione. Ci mostra che il processo di legittimità è scandito da passaggi formali e procedurali ben precisi, ciascuno con una funzione specifica. Sebbene non fornisca una risposta sul merito della vicenda, essa conferma che il sistema giudiziario sta procedendo all’esame del caso. Per conoscere l’esito finale e le relative motivazioni, sarà necessario attendere la pubblicazione della sentenza che concluderà questo grado di giudizio.

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Cosa significa ‘ricorso in Cassazione’?
È l’ultimo grado di appello nel sistema giudiziario italiano. Non si riesaminano i fatti del caso, ma si verifica solo se i giudici dei gradi precedenti hanno applicato correttamente la legge. È un giudizio di ‘legittimità’ e non di ‘merito’.

Che differenza c’è tra un’ordinanza e una sentenza?
Un’ordinanza, come quella in esame, di solito risolve questioni procedurali durante il processo senza deciderne l’esito finale. Una sentenza, invece, è il provvedimento che definisce il giudizio, accogliendo o respingendo le richieste delle parti e motivando la decisione.

Cosa ha deciso la Corte in questo caso specifico?
Il documento analizzato non contiene la decisione finale. Si tratta di un’ordinanza che attesta lo svolgimento di una fase del processo, ovvero l’udienza in cui è stata ascoltata la relazione del giudice relatore. L’esito del ricorso sarà stabilito in un successivo provvedimento (sentenza).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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