Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza Procedurale
Il percorso della giustizia è scandito da atti e procedure che, sebbene possano apparire formali, sono essenziali per garantire il corretto svolgimento del processo. L’ordinanza che analizziamo oggi è un esempio perfetto di come funziona un ricorso in Cassazione, il terzo e ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. Questo documento, pur non decidendo il caso nel merito, ci offre uno spaccato fondamentale sull’iter che un imputato deve seguire per contestare una condanna.
I Fatti del Caso
I fatti alla base di questa ordinanza sono di natura prettamente processuale. Un soggetto, a seguito di una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di una città del nord Italia, ha deciso di presentare ricorso presso la Suprema Corte di Cassazione. L’atto in esame non entra nei dettagli del reato contestato, ma si concentra su una fase specifica del giudizio di legittimità: l’udienza.
Il documento attesta che, in una data precisa, si è tenuta l’udienza per la discussione del ricorso. In questa sede, è stata ascoltata la relazione del Consigliere Relatore, il giudice incaricato di esporre al collegio i punti salienti del caso, i motivi del ricorso e le questioni di diritto da risolvere.
La Decisione della Corte
L’atto in esame è un’ordinanza, non una sentenza. Ciò significa che la Corte non ha ancora emesso un verdetto finale sul ricorso. La decisione qui contenuta è quella di verbalizzare lo svolgimento dell’udienza e l’avvenuta relazione del Consigliere. Si tratta di un passaggio formale ma cruciale, che precede la camera di consiglio, durante la quale i giudici delibereranno sull’accoglimento o sul rigetto del ricorso.
Le Motivazioni del ricorso in Cassazione
Le motivazioni alla base di questa ordinanza sono intrinsecamente legate alla sua funzione procedurale. L’ordinamento giuridico richiede che ogni fase del processo sia documentata per garantire trasparenza e il rispetto del diritto di difesa. Questo atto serve a certificare che si è tenuta un’udienza pubblica, che le parti sono state avvisate e che il caso è stato formalmente presentato al collegio giudicante attraverso la relazione.
Il ruolo del Consigliere Relatore è centrale: egli sintetizza mesi o anni di processo in una relazione chiara e completa, permettendo al collegio di avere tutti gli elementi per una decisione ponderata. L’ordinanza, quindi, è motivata dalla necessità di formalizzare questo adempimento processuale, segnando un avanzamento nell’iter giudiziario.
Le Conclusioni
In conclusione, sebbene questa ordinanza non risolva la vicenda giudiziaria, essa riveste un’importanza notevole. Dimostra che il sistema giudiziario sta procedendo e che il ricorso presentato dall’imputato è stato preso in carico e discusso dalla Suprema Corte. Per il cittadino, è la conferma che il suo caso sta seguendo il corso previsto dalla legge. Per gli operatori del diritto, è un esempio della meticolosità con cui vengono gestite le procedure nel più alto grado di giudizio. La decisione finale sul merito del ricorso sarà contenuta in una successiva sentenza, che rappresenterà l’epilogo di questa complessa vicenda processuale.
Che cos’è un’ordinanza della Corte di Cassazione?
Basandosi sul documento, un’ordinanza è un provvedimento che regola e documenta le fasi del processo, come lo svolgimento di un’udienza, senza pronunciarsi sul merito finale della questione, che viene invece deciso con una sentenza.
Qual è il ruolo del Consigliere Relatore menzionato nel documento?
Il Consigliere Relatore ha il compito di studiare in modo approfondito il caso e di esporre i fatti, i motivi del ricorso e le questioni giuridiche agli altri giudici del collegio durante l’udienza, come indicato dalla frase ‘udita la relazione’.
Cosa accade dopo l’udienza descritta nell’ordinanza?
L’udienza con la relazione del Consigliere è un passo preparatorio alla decisione finale. Dopo questa fase, il collegio di giudici si ritira in camera di consiglio per deliberare e, successivamente, emetterà la sentenza che accoglierà o rigetterà il ricorso.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 14992 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 14992 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 31/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME nato a COGNOME TERME il 18/01/1968
avverso la sentenza del 19/06/2024 della CORTE APPELLO di BRESCIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
Ritenuto, in merito alla ricostruzione del fatto e della valutazione del dolo richiesto per l’integrazione del reato previsto dall’art. 334 c.p., che la Corte di appello di
Brescia ha fornito adeguata motivazione coerente alla ricostruzione del fatto, mentre i rilievi del ricorrente appaiono del tutto generici e reiterativi dei motivi di
appello già vagliati e disattesi con motivazione completa ed esaustiva;
ritenuto che le altre deduzioni sviluppate nei motivi di ricorso (in punto di applicazione della causa di non punibilità prevista dall’art.131-bis c.p. e di
trattamento sanzionatorio) concernendo la ricostruzione e la valutazione del fatto, investono profili del giudizio rimessi alla esclusiva competenza della Corte di
appello, che ha fornito una congrua e adeguata motivazione, esente da vizi logici;
ritenuto che da quanto precede deriva la inammissibilità del ricorso dalla quale consegue
ex art. 616 c.p.p. la condanna al pagamento delle spese processuali e
di una somma in favore della cassa delle ammende che, in ragione delle questioni dedotte, si stima equo determinare in euro 3000,00.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro 3000,00 in favore della cassa delle
ammende.
Così deciso il giorno 31 marzo 2025
Il Con GLYPH liere estensore