Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza Procedurale
L’iter giudiziario è scandito da una serie di atti formali che, sebbene possano apparire sintetici, rivestono un’importanza fondamentale. L’analisi odierna si concentra su un’ordinanza emessa a seguito di un ricorso in Cassazione in materia penale, un documento che segna un momento cruciale nel percorso di un procedimento giunto al suo ultimo grado di giudizio.
Questo tipo di provvedimento, pur non entrando nel merito della vicenda, offre spunti essenziali per comprendere il funzionamento della Corte Suprema e le fasi che precedono la decisione finale.
Il Contesto del Provvedimento
Il caso in esame ha origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di una città del sud Italia. L’imputato, cercando di ottenere un annullamento o una riforma di tale decisione, ha adito la Corte di Cassazione, il massimo organo della giurisdizione italiana. L’ordinanza emessa dalla Settima Sezione Penale della Corte rappresenta uno degli atti conclusivi dell’udienza di trattazione.
La Funzione dell’Ordinanza
A differenza di una sentenza, che definisce il giudizio, l’ordinanza in questione ha una funzione prevalentemente procedurale. Essa serve a dare atto formalmente che l’udienza si è svolta in una data specifica, che le parti sono state regolarmente avvisate e che il Consigliere Relatore ha esposto i fatti e le questioni di diritto al collegio giudicante. Si tratta, in sostanza, del verbale della fase decisoria.
Analisi del ricorso in Cassazione
Il documento non rivela quali fossero i motivi specifici del ricorso in Cassazione, che tipicamente possono riguardare violazioni di legge o vizi di motivazione della sentenza impugnata. Tuttavia, l’atto certifica che il ricorso è stato formalmente discusso davanti alla Corte. La presenza di un Presidente e di un Consigliere Relatore, i cui nomi sono indicati nell’intestazione, garantisce la corretta costituzione del collegio giudicante, un requisito essenziale per la validità della decisione.
Il Ruolo del Consigliere Relatore
La menzione dell’audizione della ‘relazione svolta dal Consigliere’ è un passaggio chiave. Il Consigliere Relatore è il giudice a cui è stato affidato lo studio preliminare del caso. Durante l’udienza, egli espone al resto del collegio i fatti di causa, i motivi del ricorso e le questioni giuridiche rilevanti, fornendo un quadro completo per la deliberazione finale.
Le Motivazioni
È fondamentale sottolineare che questa ordinanza non contiene le motivazioni della decisione. La sua natura è quella di attestare l’avvenuta discussione e la data in cui la Corte si è riunita per decidere. Le ragioni giuridiche che hanno portato la Corte a confermare, annullare o modificare la sentenza impugnata saranno esposte in un separato e successivo provvedimento, ovvero la sentenza vera e propria, che verrà depositata in cancelleria in un momento successivo.
Le Conclusioni
In conclusione, l’ordinanza analizzata è un documento interlocutorio che fotografa un momento specifico del processo penale dinanzi alla Corte di Cassazione. Sebbene non fornisca l’esito del giudizio, essa conferma che il ricorso in Cassazione è giunto alla sua fase decisoria. Per conoscere il destino dell’imputato e le argomentazioni giuridiche della Suprema Corte, sarà necessario attendere il deposito della sentenza completa di motivazioni. Questo atto, pur nella sua brevità, testimonia il rigore formale e la scansione procedurale che caratterizzano il giudizio di legittimità.
Cosa stabilisce l’ordinanza in esame?
L’ordinanza attesta che si è tenuta un’udienza per discutere un ricorso proposto contro una sentenza di una Corte d’Appello e che il Consigliere incaricato ha svolto la sua relazione. Non decide nel merito del ricorso, ma certifica che la decisione è stata presa in una data specifica.
Chi sono le parti coinvolte nel procedimento?
Le parti sono l’imputato, in qualità di ricorrente, e la Corte di Cassazione come organo giudicante. Il ricorso è stato presentato avverso una sentenza emessa da una Corte d’Appello.
Qual è l’esito del ricorso presentato?
Il documento non specifica l’esito del ricorso. Si limita a registrare lo svolgimento dell’udienza e la data della deliberazione. L’esito e le relative motivazioni saranno resi noti con il deposito del successivo provvedimento di sentenza.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 20816 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 20816 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 14/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOMECUI CODICE_FISCALE) nato a PISTOIA il 17/06/2002
avverso la sentenza del 02/10/2024 della CORTE APPELLO di CAGLIARI
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che NOME ricorre avverso la sentenza della Corte di appello di Cagliari che ne ha confermato la condanna per il delitto di furto;
Ritenuto che la doglianza sul diniego delle circostanze attenuanti generiche è manifestamente infondata, perché la Corte di appello oltre a fare
riferimento agli elementi ostativi ritenuti decisivi o rilevanti, ha analiticamente vagliato gli elementi indicati dall’appellante spiegando le
ragioni della ritenuta irrilevanza (si veda pagg. 8 e 9);
Ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della
somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa
delle ammende.
Così deciso il 14/05/2025