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Ricorso in Cassazione: il caso della Corte di Firenze

Un’ordinanza della Corte di Cassazione introduce la discussione su un ricorso in Cassazione presentato contro una sentenza penale della Corte d’Appello di Firenze. L’atto, pur non contenendo la decisione finale, delinea l’avvio del procedimento di legittimità, fissando l’udienza e indicando il collegio giudicante.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza della Suprema Corte

Il percorso della giustizia penale è spesso lungo e complesso, articolandosi in diversi gradi di giudizio. In questo articolo, analizzeremo un’ordinanza che ci introduce alla fase finale e cruciale di questo iter: il ricorso in Cassazione. Sebbene il documento in esame non contenga la decisione finale, esso rappresenta un tassello fondamentale del procedimento, segnando l’avvio del giudizio di legittimità davanti alla Suprema Corte.

Il Contesto Procedurale: Dall’Appello alla Cassazione

Un procedimento penale, dopo la sentenza di primo grado, può proseguire con un appello. La Corte d’Appello riesamina il caso sia nei fatti che nel diritto. La decisione della Corte d’Appello, tuttavia, non è necessariamente l’atto conclusivo. La parte che si ritiene lesa da tale decisione può presentare un ulteriore gravame, il ricorso in Cassazione. A differenza dei gradi precedenti, la Corte di Cassazione non riesamina i fatti, ma si limita a valutare se i giudici dei gradi inferiori abbiano applicato correttamente la legge e rispettato le norme procedurali. Il suo è, appunto, un giudizio di ‘legittimità’.

L’Ordinanza della Suprema Corte e il ricorso in Cassazione

L’ordinanza che esaminiamo oggi è un atto tipico di questa fase. Essa formalizza la presentazione di un ricorso contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Firenze. Nel documento vengono indicati elementi essenziali come il Presidente del collegio giudicante e il Giudice Relatore, a cui è affidato il compito di studiare approfonditamente gli atti e di esporre la causa durante l’udienza. Viene inoltre fissata la data dell’udienza, momento in cui il ricorso verrà discusso. Questo atto, quindi, non decide nulla sul merito, ma dà ufficialmente inizio al giudizio di legittimità.

Le Motivazioni

Le motivazioni che spingono una parte a presentare un ricorso in Cassazione possono essere varie, ma devono sempre riguardare vizi di legittimità. Non è possibile, ad esempio, chiedere alla Cassazione di valutare nuovamente una testimonianza o di riconsiderare le prove materiali. Si può, invece, contestare un’errata interpretazione di una norma di legge, un vizio di motivazione della sentenza d’appello (ad esempio, una motivazione illogica o contraddittoria) o un’inosservanza delle norme processuali che abbia leso il diritto di difesa. Il compito della Suprema Corte sarà quello di verificare la fondatezza di tali censure. Se il ricorso viene accolto, la Corte può annullare la sentenza impugnata, con o senza rinvio a un altro giudice per un nuovo esame.

Le Conclusioni

In conclusione, l’ordinanza analizzata, pur nella sua essenzialità, ci apre una finestra sul funzionamento del giudizio di legittimità. Essa dimostra come il sistema giuridico preveda un controllo finale sulla corretta applicazione del diritto, affidato al suo organo più autorevole. Il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di merito, ma una garanzia fondamentale per l’imputato e per la legge stessa, assicurando che le decisioni giudiziarie siano conformi ai principi del nostro ordinamento e che la legge sia interpretata in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.

Cos’è un’ordinanza della Corte di Cassazione in un procedimento penale?
È un atto giudiziario che regola aspetti procedurali del giudizio, come la fissazione dell’udienza, e non decide sul merito della questione.

Cosa significa presentare un ricorso in Cassazione?
Significa chiedere alla Corte Suprema di verificare che la sentenza di un giudice di grado inferiore (in questo caso, la Corte d’Appello) abbia applicato correttamente le norme di legge e di procedura, senza entrare nuovamente nel merito dei fatti.

Qual è il ruolo del Giudice Relatore menzionato nel documento?
Il Giudice Relatore è il magistrato, membro del collegio giudicante, che ha il compito di studiare in modo approfondito il caso e di preparare una relazione da esporre agli altri giudici prima della decisione finale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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