Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza Preliminare
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel sistema legale italiano, un momento cruciale in cui non si riesaminano i fatti, ma si valuta la corretta applicazione della legge da parte dei giudici dei gradi precedenti. L’ordinanza che analizziamo oggi ci offre uno spaccato di questa fase processuale, mostrando l’atto con cui la Suprema Corte introduce la discussione su un caso proveniente dalla Corte d’Appello.
Il Percorso Giudiziario del Caso
Il documento in esame è un’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione. Essa si inserisce in un procedimento avviato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma in data 30 settembre 2024. Questo significa che il processo ha già attraversato due gradi di giudizio e che la difesa dell’imputato ha ritenuto che la decisione d’appello contenesse dei vizi di legittimità, tali da giustificare un appello alla massima istanza giurisdizionale.
La Struttura dell’Ordinanza
L’atto, pur nella sua brevità, contiene informazioni fondamentali:
* L’Autorità Giudicante: La Corte di Cassazione, con l’indicazione del Presidente del collegio e del Giudice Relatore.
* La Parte Ricorrente: L’imputato che ha promosso l’impugnazione.
* Il Provvedimento Impugnato: La sentenza della Corte d’Appello di Roma.
* Lo Svolgimento dell’Udienza: L’atto dà conto dell’avviso dato alle parti e della relazione svolta dal Consigliere Relatore, passaggi formali che precedono la decisione.
Il Significato del Ricorso in Cassazione
È importante comprendere che il giudizio di Cassazione non è un terzo processo sul merito della vicenda. La Suprema Corte non può rivalutare le prove o ricostruire diversamente i fatti. Il suo compito è quello di ‘giudice della legge’ (giudice di legittimità). Può essere adita per motivi specifici, come la violazione di norme procedurali, l’errata interpretazione o applicazione di una norma di legge, o un vizio di motivazione della sentenza impugnata (ad esempio, una motivazione mancante, illogica o contraddittoria).
Le Motivazioni
Il testo fornito è di natura meramente introduttiva e non contiene le motivazioni della decisione finale della Corte. Esso si limita a certificare che il ricorso è stato presentato e che si è tenuta l’udienza di discussione, con la relazione del giudice incaricato. Le ragioni giuridiche alla base dell’eventuale accoglimento o rigetto del ricorso saranno esposte nella sentenza o ordinanza definitiva, che non è oggetto del presente documento.
Le Conclusioni
In conclusione, l’ordinanza analizzata rappresenta un ‘fotogramma’ del processo penale nella sua fase più alta. Ci mostra l’avvio della discussione davanti alla Corte di Cassazione, ma non ci rivela l’esito del giudizio. L’esame di un atto di questo tipo è utile per comprendere i passaggi formali che caratterizzano il ricorso in Cassazione e il ruolo fondamentale che la Suprema Corte svolge come custode dell’uniforme e corretta applicazione del diritto nazionale.
Cosa significa che è stato proposto un ricorso in Cassazione?
Significa che una delle parti di un processo, non soddisfatta della decisione della Corte d’Appello, ha deciso di impugnarla davanti alla Corte di Cassazione, che è il più alto organo della giustizia italiana, sostenendo che vi siano stati errori nell’applicazione della legge.
Quale provvedimento è stato impugnato in questo specifico caso?
È stata impugnata una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma in data 30 settembre 2024.
Qual è il ruolo del Consigliere Relatore menzionato nell’ordinanza?
Il Consigliere Relatore è il giudice del collegio che ha ricevuto l’incarico di studiare approfonditamente il caso, analizzare gli atti e i motivi del ricorso, per poi esporre la questione agli altri giudici durante l’udienza, fornendo loro un quadro completo per la decisione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 28040 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 28040 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 26/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a ROMA il 19/01/1972
avverso la sentenza del 30/09/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigrafe;
esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché l’unica censura prospettata, diretta contestare la adeguatezza della motivazione quanto all’aumento per la continuazione disposto
per le lesioni arrecate agli operanti ( 45 giorni per ciascuna delle due condotte contestate manifestamente infondata atteso che sul punto la sentenza impugnata non merita censure
perchè adeguatamente argomentata anche considerando il portato minimale dell’aumento decretato e il rilievo formulato sul punto con l’appello, indistintamente riferito alla comple
determinazione del trattamento punitivo, senza dare specifico rilievo alla quota di pena rifer ai detti aumenti per la continuazione;
rilevato che all’inammissibilità del ricorso conseguono le pronunce di cui all’art. 616 c proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in data 26 maggio 2025.