Ricorso in Cassazione: La Firma dell’Avvocato è Indispensabile
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale in cui si valuta la corretta applicazione della legge. Proprio per la sua importanza e tecnicità, le regole procedurali che lo governano sono estremamente rigorose. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci ricorda che la violazione di queste regole, anche di quelle che potrebbero sembrare mere formalità, porta a conseguenze drastiche, come l’inammissibilità dell’atto. Vediamo nel dettaglio il caso e i principi affermati.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale ha origine da una sentenza di condanna per il reato di tentato furto in abitazione. L’imputato, dopo aver visto dichiarato inammissibile il suo appello dalla Corte territoriale, decideva di rivolgersi direttamente alla Corte di Cassazione. Tuttavia, commetteva un errore fatale: redigeva e sottoscriveva personalmente il ricorso, senza avvalersi dell’assistenza di un difensore abilitato al patrocinio dinanzi alle giurisdizioni superiori.
Il Ricorso in Cassazione e la Questione di Diritto
L’elemento centrale della decisione è la violazione di una norma cardine della procedura penale: l’articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale. Questa disposizione stabilisce in modo inequivocabile che gli atti di ricorso alla Corte di Cassazione devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte stessa.
La legge prevede questa regola per una ragione precisa: il giudizio di Cassazione non è un terzo grado di merito dove si riesaminano i fatti, ma un giudizio di legittimità. Il suo scopo è garantire l’uniforme interpretazione della legge e il rispetto delle norme processuali. Tale compito richiede una competenza tecnica e specialistica che solo un avvocato cassazionista può possedere.
Le Motivazioni della Suprema Corte
La Corte di Cassazione, nel dichiarare inammissibile il ricorso, ha applicato in modo lineare il dettato normativo. I giudici hanno rilevato che l’atto era stato proposto personalmente dall’imputato, una facoltà che la legge concede per altri gradi di giudizio (come previsto dall’art. 571 c.p.p.), ma esclude categoricamente per il ricorso dinanzi alla Suprema Corte.
La sottoscrizione da parte di un avvocato iscritto all’albo speciale non è un mero formalismo, ma un requisito di ammissibilità essenziale che garantisce la qualità tecnica dell’atto e il corretto svolgimento del giudizio di legittimità. La sua assenza costituisce un vizio insanabile che impedisce alla Corte di esaminare le ragioni del ricorrente. La decisione è stata presa, come consentito dall’art. 610, comma 5-bis c.p.p., senza formalità di procedura, data l’evidente causa di inammissibilità.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
La conseguenza diretta dell’inammissibilità è stata la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: nel processo penale, e in particolare nei gradi più alti di giudizio, l’assistenza di un difensore qualificato non è un’opzione, ma un requisito imprescindibile. Ignorare le norme procedurali, anche in buona fede, non solo vanifica la possibilità di far valere le proprie ragioni, ma comporta anche significative conseguenze economiche.
Un imputato può presentare personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione?
No, l’articolo 613 del codice di procedura penale richiede espressamente che il ricorso sia sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.
Qual è la conseguenza se il ricorso in Cassazione non è firmato da un avvocato abilitato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina il merito della questione e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.
Perché la legge richiede un avvocato specializzato per il ricorso in Cassazione?
Perché il giudizio di Cassazione è un giudizio di pura ‘legittimità’, dove si controlla la corretta applicazione delle norme di legge e di procedura, e non si riesaminano i fatti. Questo tipo di valutazione richiede una competenza tecnica e specialistica che la legge riconosce solo agli avvocati iscritti all’albo speciale.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 47222 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 47222 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 27/11/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME nato a BARI il 05/08/1991
avverso la sentenza del 23/02/2023 della CORTE APPELLO di BARI
dato av so alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
47′
Rilevato che COGNOME NOME propone personalmente ricorso avverso la sentenza della Corte di appello di Bari che ha dichiarato inammissibile il gravame proposto dal predetto imputato in relazione alla sentenza di condanna per il delitto di tentato furto in abitazione;
Ritenuto che il ricorso è inammissibile ai sensi degli artt. 571, comma 1, e 613, comma 1, cod. proc. pen., in quanto sottoscritto personalmente dall’imputato e non da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione,
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, che tale causa di inammissibilità va dichiarata senza formalità di procedura, ai sensi dell’art. 610 comma 5-bis cod. proc. pen. e che ne consegue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro quattromila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro quattromila a favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 27/11/2024