Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza Procedurale
L’ordinanza che analizziamo oggi offre uno spunto per approfondire le fasi preliminari del Ricorso in Cassazione, il giudizio di ultima istanza nel nostro ordinamento. Sebbene il documento sia di natura prettamente procedurale, esso ci permette di comprendere alcuni passaggi fondamentali che precedono la decisione sul merito di un’impugnazione. Il caso riguarda un ricorso presentato avverso una decisione del Tribunale di Sorveglianza, un organo cruciale nella fase di esecuzione della pena.
Il Caso in Esame: Un Ricorso contro la Decisione del Tribunale di Sorveglianza
Il provvedimento in esame nasce dal ricorso proposto da un soggetto avverso un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Genova. Sebbene il documento non specifichi l’oggetto della decisione impugnata, la competenza del Tribunale di Sorveglianza ci indica che la controversia riguarda con ogni probabilità la fase esecutiva di una pena. Questo tribunale, infatti, è chiamato a decidere su questioni come la concessione di misure alternative alla detenzione (affidamento in prova, detenzione domiciliare), la liberazione condizionale, i permessi premio e altri aspetti legati alla vita del condannato durante l’espiazione della pena.
L’individuo, ritenendo illegittima o errata la decisione del Tribunale di Sorveglianza, ha esercitato il suo diritto di impugnazione proponendo ricorso dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione.
L’Ordinanza della Corte di Cassazione e la fase preliminare del Ricorso
L’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione non decide l’esito del ricorso, ma attesta il compimento di atti procedurali indispensabili per la sua trattazione. Nello specifico, il documento certifica due momenti chiave:
1. L’avviso alle parti: La Corte dà atto di aver correttamente informato le parti coinvolte (l’imputato e il Pubblico Ministero) della fissazione dell’udienza. Questo adempimento è fondamentale per garantire il diritto di difesa e il principio del contraddittorio.
2. La relazione del Consigliere: Viene attestato che il collegio ha ascoltato la relazione svolta dal Consigliere Relatore, il magistrato incaricato di studiare approfonditamente il caso e di esporre i fatti e le questioni di diritto ai colleghi.
Questi passaggi, pur apparendo formali, sono il cuore della procedura e preparano il terreno per la discussione e la deliberazione finale, che avverrà con una successiva sentenza.
Le Motivazioni
L’ordinanza in esame ha una natura prettamente interlocutoria e procedurale. Essa non entra nel merito del ricorso, ma si limita a dare atto degli adempimenti preliminari alla trattazione del caso, come la notifica dell’avviso di udienza alle parti e l’ascolto della relazione del Consigliere designato. Pertanto, il documento non contiene le motivazioni relative alla fondatezza o meno dei motivi di ricorso, che saranno oggetto della successiva decisione della Corte.
Conclusioni
In conclusione, questo provvedimento, nella sua essenzialità, ci ricorda l’importanza del rigore procedurale nel giudizio di legittimità. Ogni passaggio, dalla notifica dell’avviso alla relazione del Consigliere, è finalizzato a garantire che la decisione finale sia giusta e rispettosa dei diritti di tutte le parti coinvolte. L’analisi di atti come questo, sebbene privi di una decisione sul merito, è utile per comprendere la struttura e il funzionamento della giustizia penale ai suoi massimi livelli, sottolineando come la forma sia, in molti casi, garanzia di sostanza.
Cosa stabilisce l’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione?
L’ordinanza si limita ad attestare lo svolgimento di alcune fasi procedurali preliminari: certifica che è stato presentato un ricorso, che è stato dato avviso alle parti e che è stata ascoltata la relazione del consigliere relatore. Non decide nel merito della questione.
Chi ha presentato il ricorso e contro quale provvedimento?
Il ricorso è stato presentato da un privato cittadino avverso un’ordinanza emessa in data 19/12/2024 dal Tribunale di Sorveglianza di Genova.
Qual è il ruolo del Tribunale di Sorveglianza nel procedimento?
Il Tribunale di Sorveglianza è l’organo giurisdizionale che ha emesso la decisione originale impugnata. La sua competenza indica che la controversia riguarda la fase di esecuzione della pena, come ad esempio la concessione di misure alternative alla detenzione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 16879 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 16879 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 06/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a NOME il 07/07/1992
avverso l’ordinanza del 19/12/2024 del TRIB. SORVEGLIANZA di GENOVA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che con il provvedimento impugnato il Tribunale di Sorveglianza di Genova
revocato l’ordinanza con la quale lo stesso Tribunale in data 17 ottobre 2024 aveva con semilibertà a NOME COGNOME;
Rilevato che il ricorso è stato proposto personalmente dal condannato;
Rilevato che l’art 613 cod. proc. pen., così come modificato dalla L. 23/6/2017
prevede, a pena di inammissibilità, che l’atto di ricorso, le memorie ed i motivi nuov essere sottoscritti da un difensore iscritto all’albo speciale della Corte di cassazione
Ritenuto che il ricorso è pertanto inammissibile;
Considerato che alla inammissibilità del ricorso segue la condanna del ricorre
pagamento delle spese processuali, nonché – valutato il contenuto del ricorso e in manc elementi atti a escludere la colpa nella determinazione della causa di inammissib
versamento della somma, ritenuta congrua, di euro tremila in favore della cassa delle am
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento dell processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 6/3/2025