Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza Preliminare
L’ordinanza in esame ci offre lo spunto per analizzare una fase cruciale del processo penale: il ricorso in Cassazione. Questo documento, pur non entrando nel merito della vicenda, rappresenta l’atto con cui la Suprema Corte avvia il giudizio di legittimità, l’ultimo grado di giudizio previsto dal nostro ordinamento. Analizziamone il significato e le implicazioni procedurali.
Il Contesto: L’Impugnazione della Sentenza d’Appello
Il punto di partenza è una sentenza emessa da una Corte d’Appello. La parte soccombente, ritenendo la decisione viziata da errori di diritto, ha scelto di esercitare il proprio diritto di impugnazione proponendo ricorso alla Corte di Cassazione. L’obiettivo non è ottenere un nuovo esame dei fatti (terzo grado di merito), ma un controllo sulla corretta applicazione delle norme giuridiche e procedurali da parte dei giudici dei gradi precedenti.
La Fase Preliminare del Ricorso in Cassazione
L’ordinanza che analizziamo si colloca proprio in questa fase iniziale. Essa non decide nulla sulla colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma svolge una funzione puramente organizzativa. Con questo atto, la Corte:
1. Dichiara l’esistenza di un ricorso: Prende atto formalmente che è stato presentato un appello contro una specifica sentenza.
2. Fissa la data dell’udienza: Stabilisce il giorno in cui il caso verrà discusso pubblicamente davanti al collegio giudicante.
3. Nomina Presidente e Relatore: Designa i magistrati che comporranno il collegio e, in particolare, il Consigliere Relatore, cui è affidato il compito di studiare approfonditamente gli atti e di esporre il caso in udienza.
Questo documento segna quindi il passaggio del procedimento dalla fase di merito a quella di legittimità.
Il Ruolo della Corte di Cassazione
È fondamentale comprendere che la Corte di Cassazione non è un “terzo grado” di giudizio dove si riesamina l’intera vicenda. Il suo compito è quello di “giudice della legge”. La Corte verifica se i giudici di primo e secondo grado abbiano interpretato e applicato correttamente le norme di diritto sostanziale e processuale. Non può, salvo casi eccezionali, rivalutare le prove o la ricostruzione dei fatti.
L’oggetto del giudizio di legittimità
Il cuore del ricorso in Cassazione è costituito dai cosiddetti “motivi”, ovvero le specifiche censure che il ricorrente muove alla sentenza impugnata. Questi possono riguardare, ad esempio, la violazione di una legge penale, un vizio di procedura che ha compromesso il diritto di difesa, o una motivazione della sentenza d’appello che risulti mancante, contraddittoria o manifestamente illogica.
Le motivazioni
L’ordinanza in esame, avendo natura puramente interlocutoria e organizzativa, non contiene motivazioni sulla fondatezza o meno del ricorso. Essa si limita a fissare la data per la discussione. Le motivazioni vere e proprie saranno elaborate dalla Corte di Cassazione nella sentenza che definirà questo grado di giudizio. Tali motivazioni spiegheranno le ragioni giuridiche alla base della decisione, analizzando i motivi di ricorso presentati dalla difesa e stabilendo se la Corte d’Appello abbia applicato correttamente la legge e rispettato le norme procedurali.
Le conclusioni
Allo stato attuale, non è possibile trarre conclusioni sull’esito del procedimento. La presente ordinanza rappresenta solo un passaggio formale verso la decisione finale. Le conclusioni del giudizio di Cassazione potranno consistere nel rigetto del ricorso (confermando la sentenza d’appello), nell’annullamento con rinvio (restituendo il caso a un altro giudice d’appello per un nuovo esame) o, più raramente, nell’annullamento senza rinvio (chiudendo definitivamente il caso).
Cosa significa quando la Corte di Cassazione emette un’ordinanza come questa?
Significa che ha preso in carico un ricorso e sta compiendo un atto procedurale per organizzare il giudizio. Nello specifico, con questa ordinanza fissa la data dell’udienza di discussione e nomina i giudici che se ne occuperanno, senza decidere ancora nulla nel merito.
Contro quale provvedimento è stato proposto il ricorso in questo caso?
Il ricorso è stato proposto avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari, come indicato nel documento.
Qual è il ruolo del ‘Relatore’ menzionato nel documento?
Il Consigliere Relatore è il giudice, membro del collegio giudicante, a cui viene affidato il compito di studiare in modo approfondito gli atti del processo, i motivi del ricorso e di esporre la vicenda e le questioni giuridiche agli altri giudici durante l’udienza pubblica.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 16715 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 16715 Anno 2025
Presidente: NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 20/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a COGNOME il 16/01/1972
avverso la sentenza del 19/03/2024 della CORTE APPELLO di BARI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigraf esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché i motivi prospettati non sono consentiti d legge in sede di legittimità in quanto il primo mette in discussione il giudizio di responsab
fronte della rinunzia ai motivi di appello resa sul tema nel corso del giudizio di secondo gr mentre il secondo, afferente alla determinazione del trattamento punitivo, è manifestamente
infondato perchè la sentenza impugnata appare sorretta da sufficiente e non illogica motivazione
e da adeguato esame delle deduzioni difensive sul punto così da rendere il relativo giudizio d merito non censurabile in questa sede
rilevato che all’inammissibilità del ricorso conseguono le pronunce di cui all’art. 616
proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spes processuali e della somma di Euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in data 20 gennaio 2025.