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Ricorso in Cassazione: i passaggi dell’ordinanza

La Corte di Cassazione emette un’ordinanza interlocutoria relativa a un ricorso in Cassazione proposto avverso una sentenza della Corte d’Appello. Il documento attesta lo svolgimento dell’udienza e la relazione del Consigliere incaricato, senza pronunciarsi nel merito della vicenda, rappresentando una fase puramente procedurale del giudizio di legittimità.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza Procedurale

Nel complesso iter della giustizia, non tutti i documenti emessi da una Corte sono sentenze che mettono la parola fine a una vicenda. Spesso, si incontrano atti come le ordinanze, che scandiscono le tappe del processo. L’analisi odierna si concentra su un’ordinanza della Corte di Cassazione, un esempio perfetto per comprendere una fase cruciale del ricorso in Cassazione e il suo funzionamento.

I Fatti Processuali

Il caso origina da un ricorso in Cassazione presentato da un imputato contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Genova. L’atto della Suprema Corte non entra nel merito della colpevolezza o innocenza del ricorrente, né analizza le ragioni dell’appello. Si limita a dare atto che il procedimento è giunto a una fase specifica: l’udienza di discussione.

Il documento, nella sua essenzialità, certifica che:
1. È stato presentato un ricorso contro una decisione di secondo grado.
2. È stata fissata un’udienza per la trattazione.
3. Le parti sono state regolarmente avvisate.
4. Durante l’udienza, il Consigliere Relatore ha esposto i fatti di causa e le questioni di diritto al collegio giudicante.

Il Ruolo dell’Ordinanza nel Ricorso in Cassazione

Questa ordinanza non decide nulla sulla questione principale, ma ha un’importante funzione procedurale. Essa cristallizza un momento fondamentale del processo di legittimità. L’udienza davanti alla Corte di Cassazione è il momento in cui, dopo lo studio preliminare degli atti, il caso viene discusso oralmente (o secondo le forme previste dalla legge) dal collegio giudicante. La relazione del Consigliere è il punto di partenza per la deliberazione finale.

L’atto, quindi, serve a formalizzare che il contraddittorio si è regolarmente instaurato anche nel grado più alto della giurisdizione e che il processo sta seguendo il suo corso legale verso la decisione finale, che sarà contenuta in una successiva sentenza.

Le Motivazioni

Le motivazioni di un’ordinanza di questo tipo sono implicite e di natura puramente organizzativa e procedurale. Lo scopo dell’atto non è spiegare perché una tesi sia giusta o sbagliata, ma attestare l’avvenuto svolgimento di una fase processuale prescritta dalla legge. La sua esistenza è giustificata dalla necessità di documentare ogni passaggio del procedimento giurisdizionale, garantendo trasparenza e correttezza formale. In sostanza, l’ordinanza motiva se stessa come atto necessario a verbalizzare l’udienza e la relazione del Consigliere.

Le Conclusioni

In conclusione, l’analisi di questa ordinanza offre uno spaccato significativo sul funzionamento del processo penale di legittimità. Dimostra che il percorso di un ricorso in Cassazione è scandito da atti formali che, pur non decidendo la controversia, sono indispensabili per garantirne il corretto svolgimento. Per il cittadino e l’osservatore esterno, è fondamentale comprendere la differenza tra un atto interlocutorio, come questo, e la sentenza finale. L’ordinanza ci dice che la Corte ha preso in carico il caso e lo ha discusso; la risposta definitiva sul suo esito arriverà solo con la sentenza che concluderà il giudizio.

Qual è lo scopo di questa ordinanza?
L’ordinanza ha lo scopo di attestare formalmente che si è tenuta l’udienza di discussione per un ricorso in Cassazione e che il Consigliere Relatore ha svolto la sua relazione, segnando un passaggio procedurale del giudizio.

Questo documento decide le sorti del ricorso?
No, questa ordinanza non decide nel merito del ricorso. Si tratta di un atto interlocutorio che documenta una fase del processo. La decisione finale (accoglimento, rigetto, inammissibilità) sarà contenuta in una successiva sentenza.

Cosa accade dopo l’udienza documentata in questa ordinanza?
Dopo l’udienza e la relazione, il collegio dei giudici si riunisce in camera di consiglio per deliberare. L’esito di questa deliberazione sarà poi reso pubblico attraverso il deposito della sentenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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