Ricorso in Cassazione Penale: Quando e Perché Viene Dichiarato Inammissibile
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento e permette di contestare una sentenza per vizi di legittimità, ovvero per errori nell’applicazione della legge. Tuttavia, l’accesso a questo giudizio è tutt’altro che scontato. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci offre lo spunto per analizzare le cause e le conseguenze dell’inammissibilità di un ricorso, un esito che può avere pesanti ripercussioni per il ricorrente.
Il Ruolo del Ricorso in Cassazione nel Processo Penale
A differenza dei primi due gradi di giudizio (Tribunale e Corte d’Appello), la Corte di Cassazione non riesamina i fatti del processo. Il suo compito non è stabilire se l’imputato sia colpevole o innocente, ma verificare che i giudici precedenti abbiano interpretato e applicato correttamente le norme di legge e di procedura. Per questo motivo, i motivi di ricorso devono essere molto specifici e non possono limitarsi a una generica contestazione della decisione impugnata.
Analisi delle Cause di Inammissibilità del Ricorso in Cassazione
Sebbene il documento in esame non espliciti le ragioni della decisione, possiamo delineare le cause più comuni che portano la Corte a dichiarare un ricorso inammissibile. Tra queste troviamo:
* Genericità dei motivi: il ricorrente non specifica in modo chiaro e puntuale quale norma sarebbe stata violata e perché.
* Contestazioni di merito: il ricorso tenta di ottenere una nuova valutazione dei fatti o delle prove, compito che esula dalle competenze della Cassazione.
* Vizi formali: l’atto di ricorso non rispetta i requisiti formali prescritti dalla legge, come la sottoscrizione da parte di un avvocato abilitato.
* Tardività: il ricorso è stato presentato oltre i termini di legge.
Quando si verifica una di queste situazioni, la Corte non esamina nemmeno il contenuto del ricorso, ma lo ‘filtra’ dichiarandolo da subito inammissibile.
Le Conseguenze dell’Inammissibilità
L’esito di inammissibilità non è privo di conseguenze. Come si evince dal provvedimento analizzato, che fa riferimento al pagamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, il ricorrente la cui impugnazione viene respinta in rito è condannato:
1. Al pagamento delle spese processuali.
2. Al versamento di una somma di denaro, stabilita discrezionalmente dal giudice, alla Cassa delle ammende, un ente che finanzia progetti di reinserimento per i detenuti.
Le Motivazioni
Nel caso specifico, l’ordinanza non riporta le motivazioni dettagliate che hanno condotto alla declaratoria di inammissibilità. Tuttavia, la prassi giudiziaria insegna che tale esito è tipicamente legato a vizi intrinseci dell’atto di impugnazione. La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende, menzionata nel testo, è la diretta conseguenza prevista dalla legge per chi propone un ricorso che non supera il vaglio preliminare della Corte, confermando che l’impugnazione è stata ritenuta non meritevole di essere esaminata nel merito.
Le Conclusioni
Questa ordinanza, pur nella sua concisione, ribadisce un principio fondamentale: il ricorso in Cassazione è uno strumento tecnico che richiede massima perizia nella sua redazione. Per evitare una declaratoria di inammissibilità e le relative sanzioni pecuniarie, è cruciale affidarsi a un difensore esperto che sappia articolare i motivi di ricorso nel pieno rispetto dei limiti imposti dal giudizio di legittimità, concentrandosi esclusivamente sulle violazioni di legge e non su una sterile riproposizione delle questioni di fatto.
Cosa significa quando un ricorso in Cassazione è dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte di Cassazione non esamina il merito della questione perché il ricorso presenta vizi formali o sostanziali, come la genericità dei motivi o la contestazione di fatti già accertati.
Quali sono le principali conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, il cui importo è stabilito dalla Corte.
La Corte di Cassazione può riesaminare le prove del processo?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge da parte dei giudici precedenti, non effettuare una nuova valutazione dei fatti o delle prove.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 18297 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 18297 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 10/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato a PADOVA il 24/01/1975
avverso la sentenza del 08/04/2024 della CORTE APPELLO di VENEZIA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
R.G. n. 29135/2024
CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO
Visti gli atti e la sentenza impugnata (condanna per il reato previsto dall’art. 337 cod. p
Esaminato il motivo di ricorso, relativo al giudizio di responsabilità;
Ritenuto il motivo inammissibile perché, da una parte, meramente riproduttivo di censure già
adeguatamente valutate dai Giudici di merito e sostanzialmente volto a sollecitare una diversa valutazione delle prove e una diversa ricostruzione dei fatti, e, dall’altra, obiettivamente gen
rispetto alla motivazione della sentenza impugnata con la quale non si confronta;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna de ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore dell
Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processual e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 10 gennaio 2025.