Ricorso in Cassazione: Quando Viene Dichiarato Inammissibile?
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale in cui si può contestare una sentenza non per il merito dei fatti, ma per la violazione della legge. Tuttavia, l’accesso a questa fase non è automatico e richiede il rispetto di rigorosi requisiti formali e sostanziali. Un’ordinanza emessa recentemente dalla Suprema Corte ci offre lo spunto per analizzare proprio i casi in cui un ricorso viene respinto senza nemmeno entrare nel merito.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale trae origine dall’impugnazione, da parte di due soggetti, di una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 11 luglio 2024. I ricorrenti hanno presentato un ricorso in Cassazione per ottenere l’annullamento di tale decisione, portando le loro doglianze dinanzi alla Settima Sezione Penale della Suprema Corte. L’udienza per la discussione dei ricorsi è stata fissata per il 2 luglio 2025.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione ha deciso sulla questione con un’ordinanza. Questo tipo di provvedimento, più snello rispetto a una sentenza, viene tipicamente utilizzato per decisioni di carattere processuale, come quelle che dichiarano l’estinzione del reato o, come è molto probabile in questi casi, l’inammissibilità del ricorso. Sebbene il documento fornito non espliciti il contenuto della decisione, la prassi della Corte di Cassazione suggerisce che, in assenza di motivi complessi, si opti per l’ordinanza per definire rapidamente i ricorsi che non superano il vaglio preliminare di ammissibilità.
Le Motivazioni: I Requisiti del Ricorso in Cassazione
Le motivazioni specifiche del provvedimento in esame non sono dettagliate nel testo a nostra disposizione. Tuttavia, possiamo analizzare in via generale i motivi per cui un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile. La legge prevede cause specifiche, tra cui:
* Mancanza dei requisiti formali: L’atto potrebbe non contenere gli elementi essenziali richiesti dalla legge, come l’indicazione specifica delle parti, del provvedimento impugnato o dei motivi.
* Motivi non consentiti: Il ricorso può essere basato su doglianze relative alla ricostruzione dei fatti (valutazione del merito), che è preclusa in sede di legittimità. La Cassazione giudica solo sulla corretta applicazione della legge (violazioni di legge o vizi di motivazione).
* Motivi manifestamente infondati: Quando le censure sollevate appaiono palesemente prive di fondamento giuridico, senza necessità di un’analisi approfondita.
* Proposizione fuori termine: Il ricorso deve essere presentato entro i termini perentori stabiliti dalla legge.
L’utilizzo dell’ordinanza per tali decisioni risponde a un’esigenza di efficienza e celerità processuale, evitando di appesantire il lavoro della Corte con cause che non presentano i presupposti per essere discusse nel merito.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
La dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione ha conseguenze significative. In primo luogo, la sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile, con tutte le relative conseguenze giuridiche. In secondo luogo, la parte che ha proposto il ricorso inammissibile può essere condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria (ammenda) a favore della cassa delle ammende. Questo caso ci ricorda l’importanza di affidarsi a un difensore esperto per valutare attentamente la sussistenza dei presupposti per un ricorso in Cassazione, al fine di evitare esiti sfavorevoli e costi aggiuntivi.
Che cos’è un ricorso in Cassazione?
È un mezzo di impugnazione con cui si contesta una sentenza di secondo grado (emessa da una Corte d’Appello) davanti alla Corte di Cassazione. Non si possono ridiscutere i fatti del caso, ma solo contestare errori nell’applicazione della legge o vizi logici nella motivazione della sentenza.
Perché la Corte decide con un’ordinanza e non con una sentenza?
La Corte di Cassazione utilizza l’ordinanza per decisioni di rito o quando il ricorso è palesemente inammissibile o infondato. È una forma decisionale più rapida che permette di gestire in modo efficiente i casi che non richiedono una disamina approfondita nel merito.
Cosa accade dopo che la Cassazione esamina un ricorso contro una sentenza d’appello?
La Corte di Cassazione può dichiarare il ricorso inammissibile o rigettarlo, rendendo la sentenza d’appello definitiva. In alternativa, può accogliere il ricorso e annullare la sentenza impugnata, con o senza rinvio a un altro giudice per un nuovo esame.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 28266 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 28266 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: PILLA EGLE
Data Udienza: 02/07/2025
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da: COGNOME NOME nato a BISCEGLIE il 15/09/1992 COGNOME NOME nato a CORATO il 10/11/1977
avverso la sentenza del 11/07/2024 della CORTE APPELLO di BARI
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
Rilevato che NOME COGNOME e NOME COGNOME ricorrono separatamente avverso la sentenza della Corte di Appello di Bari che ha confermato la condanna degli
imputati per il concorso nel reato di tentato furto in abitazione aggravato di cui agli artt. 110, 56, 624
bis e 625, n. 2, cod. pen.
Considerato che entrambi i ricorsi devono essere dichiarati inammissibili con procedura senza l’osservanza di formalità, ai sensi dell’art. 610, comma 5
bis, cod.
proc. pen., in quanto proposti dagli interessati personalmente e non da difensore abilitato al patrocinio in Cassazione, trovando applicazione la disciplina di cui
all’art. 613 cod. proc. pen., che impone la sottoscrizione del ricorso da parte di un difensore iscritto e abilitato al patrocinio dinanzi alla Corte;
Rilevato che la declaratoria di inammissibilità del ricorso scrutinato de plano
ex art. 610, comma 5
bis, cod. proc. pen. comporta la condanna del ricorrente al
pagamento delle spese processuali e della somma di euro quattromila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibili i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma di quattromila euro in favore della cassa delle
ammende.
Così deciso il 2 luglio 2025
COGNOME Il Presidente