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Ricorso in Cassazione: i motivi di inammissibilità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 27363/2025, ha esaminato un ricorso in Cassazione proposto contro una sentenza della Corte d’Appello di Bari. L’esito, implicito nella struttura del provvedimento, è la probabile dichiarazione di inammissibilità del ricorso, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. Questo caso evidenzia i rigorosi requisiti formali per adire la Suprema Corte.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Quando l’Appello alla Suprema Corte si Ferma

Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un’opportunità per le parti di contestare una sentenza per vizi di legittimità, ovvero per violazione di legge. Tuttavia, l’accesso alla Suprema Corte è soggetto a requisiti molto stringenti. Un’ordinanza emessa dalla Settima Sezione Penale ci offre lo spunto per analizzare cosa accade quando un ricorso non supera questo vaglio.

I Fatti del Procedimento

Il caso in esame trae origine da un’impugnazione presentata da un imputato avverso una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 10 ottobre 2024. L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso dinanzi alla Corte di Cassazione, chiedendo l’annullamento della decisione di secondo grado.

La Decisione della Corte di Cassazione e il ricorso in Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, riunitasi in camera di consiglio il 7 luglio 2025, ha emesso un’ordinanza. Sebbene il testo del provvedimento sia estremamente sintetico, la sua natura e i riferimenti alla condanna alle spese processuali e al versamento di una somma alla cassa delle ammende indicano chiaramente una declaratoria di inammissibilità del ricorso in Cassazione.

Questo tipo di decisione non entra nel merito della vicenda, ma si ferma a un controllo preliminare sulla validità dell’impugnazione. In sostanza, la Corte ha stabilito che il ricorso non possedeva i requisiti minimi per essere esaminato.

Le Motivazioni

Le motivazioni specifiche non sono esplicitate nel breve estratto, ma possiamo analizzare le ragioni tipiche per cui la Settima Sezione Penale dichiara un ricorso inammissibile. Spesso, tali decisioni sono fondate su vizi di natura procedurale o sulla manifesta infondatezza dei motivi proposti. Tra le cause più comuni troviamo:

* Mancanza dei motivi specifici: Il ricorso non indica in modo chiaro e preciso le violazioni di legge o i vizi logici della sentenza impugnata.
* Proposizione di motivi di merito: Il ricorrente tenta di ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione dei fatti o delle prove, compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado. La Suprema Corte è giudice di legittimità, non di merito.
* Vizi formali: L’atto di ricorso potrebbe presentare difetti nella sua redazione, nella sottoscrizione del difensore o essere stato presentato oltre i termini di legge.
* Aspecificità dei motivi: I motivi sono generici e non si confrontano criticamente con le argomentazioni contenute nella sentenza impugnata.

La decisione di condannare il ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in favore della cassa delle ammende è una conseguenza diretta prevista dalla legge in caso di inammissibilità del ricorso, volta a sanzionare l’abuso dello strumento processuale.

Conclusioni

L’ordinanza in commento, pur nella sua concisione, ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso in Cassazione non è una terza istanza di giudizio sul fatto. È uno strumento straordinario destinato a correggere errori di diritto. La pronuncia di inammissibilità comporta la definitività della sentenza di condanna della Corte d’Appello, chiudendo irrevocabilmente la vicenda processuale per l’imputato. Questo caso sottolinea l’importanza cruciale per i difensori di redigere ricorsi tecnicamente impeccabili, focalizzati esclusivamente sui vizi di legittimità, per evitare un esito sfavorevole già in fase preliminare.

Cos’è un ricorso in Cassazione?
È l’atto con cui si impugna una sentenza di secondo grado davanti alla Corte di Cassazione, il massimo organo giurisdizionale, per motivi che riguardano esclusivamente la violazione della legge (errori di diritto) e non una nuova valutazione dei fatti (questioni di merito).

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte ha emesso un’ordinanza che, sulla base degli elementi presenti nel documento, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Ciò significa che non ha esaminato il merito della questione perché il ricorso non rispettava i requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge.

Quali sono le conseguenze per la persona che ha presentato il ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso rende definitiva la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello. Inoltre, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a titolo di sanzione (cassa delle ammende).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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