Ricorso in Cassazione: Come si Legge un’Ordinanza
L’analisi di un provvedimento giudiziario non si limita sempre alla sua sostanza, ma parte dalla comprensione della sua forma. Un’ordinanza, come quella che esaminiamo oggi, è un documento chiave nel processo legale. Questo articolo si concentra su come interpretare l’intestazione e le informazioni preliminari di un’ordinanza emessa a seguito di un ricorso in Cassazione, offrendo una guida per decifrare i dati fondamentali che ogni atto giudiziario riporta.
La Struttura Formale di un’Ordinanza della Cassazione
L’intestazione di un provvedimento della Corte di Cassazione è una vera e propria carta d’identità del procedimento. Contiene informazioni cruciali che ne permettono l’identificazione univoca.
Dati Identificativi
Ogni provvedimento è classificato con una sezione, un numero progressivo e l’anno di riferimento. Questi dati, come ‘Penale Ord. Sez. 7’, indicano la specifica sezione della Corte che ha trattato il caso e il numero di ordinanza, essenziali per la sua archiviazione e consultazione. Viene inoltre indicata la data dell’udienza, che segna il momento in cui il caso è stato discusso davanti ai giudici.
Il Collegio Giudicante
L’atto riporta i nomi del Presidente del collegio e del Relatore. Il Presidente dirige l’udienza e il lavoro del collegio, mentre il Relatore è il giudice che ha studiato approfonditamente il caso e ne presenta una relazione agli altri membri, delineando i fatti e le questioni giuridiche da risolvere. In questo caso, il Consigliere Benedetto Paterno’ Raddusa ha svolto tale funzione.
Le Parti Coinvolte e l’Oggetto del Ricorso in Cassazione
Subito dopo l’intestazione, l’ordinanza identifica le parti del processo. Nel documento in esame, viene menzionato il ricorrente, ovvero la persona che ha impugnato la decisione precedente, e il provvedimento contro cui si è appellato.
Il ricorso in Cassazione è stato proposto contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in una data specifica (17/11/2023). Questo dato è fondamentale perché delimita l’oggetto del giudizio della Cassazione, che non riesamina i fatti, ma valuta se i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge.
Le Motivazioni e la Decisione
È importante sottolineare che il documento fornito costituisce solo la pagina iniziale dell’ordinanza. Esso introduce il procedimento, ma non contiene il cuore della decisione: le motivazioni. La parte motiva è quella in cui la Corte spiega il ragionamento logico-giuridico che l’ha portata a una determinata conclusione, che sia di accoglimento, di rigetto o di inammissibilità del ricorso. Questa sezione, insieme al dispositivo finale, è assente nel testo a nostra disposizione.
Le Conclusioni
In conclusione, l’analisi della prima pagina di un’ordinanza della Corte di Cassazione offre una panoramica chiara sulla struttura formale e sui protagonisti di un procedimento di legittimità. Sebbene non si possa desumere l’esito del ricorso in Cassazione dall’estratto in esame, comprendere questi elementi preliminari è il primo passo per un’analisi giuridica consapevole e completa. La trasparenza di questi dati è un principio fondamentale che garantisce la tracciabilità e la pubblicità dell’attività giurisdizionale.
Quale organo giudiziario ha emesso il provvedimento?
La Corte di Cassazione, Sezione Penale Settima.
Contro quale decisione è stato proposto il ricorso?
Il ricorso è stato proposto contro la sentenza del 17 novembre 2023 emessa dalla Corte d’Appello di Bari.
Il documento fornito contiene la decisione finale della Corte?
No, il testo fornito rappresenta unicamente la parte introduttiva dell’ordinanza e non riporta né le motivazioni né la decisione finale sul ricorso.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 16710 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 16710 Anno 2025
Presidente: NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 20/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME nato a CERIGNOLA il 19/02/1995
avverso la sentenza del 17/11/2023 della CORTE APPELLO di BARI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
letto il ricorso proposto nell’interesse di COGNOME Salvatore avverso la sentenza in epigra esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché l’unica censura prospettata, afferente a determinazione del trattamento punitivo, è manifestamente infondata in quanto la sentenza
impugnata appare sorretta da sufficiente e non illogica motivazione e da adeguato esame delle deduzioni difensive sul punto così da rendere il relativo giudizio di merito non censurabil
questa sede rilevato che all’inammissibilità del ricorso conseguono le pronunce di cui all’art. 616
proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spes processuali e della somma di Euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in data 20 gennaio 2025.