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Ricorso in Cassazione: Firma avvocato obbligatoria

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso presentato personalmente da due imputati. La decisione si basa sulla necessità, introdotta dalla legge 103/2017, che il ricorso in Cassazione sia sottoscritto da un difensore iscritto all’albo speciale, pena l’inammissibilità. Gli imputati sono stati condannati al pagamento delle spese e di una somma alla Cassa delle Ammende.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: l’importanza cruciale della firma dell’avvocato

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase delicata che richiede il rispetto di rigidi requisiti formali. Una recente ordinanza della Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale, spesso sottovalutato: la necessità che l’atto sia sottoscritto da un avvocato abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori. L’inosservanza di questa regola, come dimostra il caso in esame, conduce a una conseguenza drastica: l’inammissibilità del ricorso.

I Fatti del Caso: Un Appello Trasformato in Ricorso

Due soggetti, condannati in primo grado dal Tribunale per il reato di disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone (art. 659 c.p.) alla sola pena dell’ammenda, decidevano di impugnare la sentenza. Essi proponevano personalmente un atto di appello presso la Corte d’Appello territorialmente competente. Tuttavia, la legge processuale prevede che, quando la sentenza di primo grado ha inflitto solo la pena dell’ammenda, l’impugnazione corretta sia il ricorso in Cassazione diretto. La Corte d’Appello, applicando correttamente la norma (art. 568, comma 5, c.p.p.), ha quindi trasmesso gli atti alla Suprema Corte, qualificando l’impugnazione come ricorso.

La Decisione della Corte: un ricorso in Cassazione inammissibile

Giunto dinanzi alla Corte di Cassazione, il ricorso ha avuto vita breve. I giudici hanno rilevato un vizio formale insuperabile: l’atto era stato proposto personalmente dagli imputati e non, come richiesto dalla legge, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale. Questa circostanza è stata ritenuta decisiva e ha portato a una declaratoria di inammissibilità.

Le Motivazioni: L’Impatto della Riforma del 2017

La motivazione della Corte si fonda su una modifica legislativa cruciale introdotta con la legge n. 103 del 23 giugno 2017. Questa riforma ha modificato l’articolo 613 del codice di procedura penale, stabilendo in modo inequivocabile che il ricorso in Cassazione debba essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore abilitato al patrocinio dinanzi alle giurisdizioni superiori. Poiché il ricorso in questione era stato presentato in un’epoca successiva all’entrata in vigore di tale legge, la sua proposizione personale da parte degli imputati lo ha reso irricevibile. La Corte ha sottolineato che questa formalità non è un mero cavillo, ma una garanzia di tecnicismo e professionalità in un grado di giudizio che verte esclusivamente su questioni di diritto.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La decisione riafferma un principio procedurale di massima importanza. Chiunque intenda presentare un ricorso in Cassazione in materia penale deve obbligatoriamente avvalersi di un avvocato cassazionista. La facoltà per l’imputato di presentare personalmente l’atto di impugnazione non si estende a questo ultimo grado di giudizio. La conseguenza della violazione di questa regola non è la possibilità di sanare il vizio, ma la declaratoria di inammissibilità, che comporta non solo l’impossibilità di far esaminare le proprie ragioni nel merito, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende.

È possibile presentare personalmente un ricorso in Cassazione in materia penale?
No. A seguito della riforma introdotta con la L. 103/2017, che ha modificato l’art. 613 c.p.p., il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto all’albo speciale della Corte di Cassazione.

Qual è la conseguenza se un ricorso in Cassazione non è sottoscritto da un avvocato abilitato?
La conseguenza è la declaratoria di inammissibilità del ricorso. Ciò significa che la Corte non esaminerà il merito delle questioni sollevate, ma si fermerà alla verifica di questo requisito formale.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro (nel caso di specie, tremila euro) in favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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